Coronavirus ora ha un nome: Covid-19, ma per il vaccino ci vuole ancora tempo

Il 2019 si chiude con un notizia che arriva dalla Cina, che suona come una profezia nefasta per il decennio in arrivo. Nei primi giorni del 2020, la prima vittima nel paese e qualche giorno dopo fuori confini. Alla fine di gennaio, l’OMS dichiara lo stato di emergenza globale. E’ un virus potente, devastante, è il coronavirus e non ha ancora un vaccino. Solo oggi però si da un nome “vero” a questa epidemia. Da oggi il suo nome è Covid-19.

Più che il nome di un virus sembra il titolo del prossimo film di Bruce Willis. Invece, Covid-19 sta per Co (corona) Vi (virus) D (‘disease’, malattia) e 19 (l’anno di identificazione del virus).

Sorte di un commesso viaggiatore

Ad oggi sono più di mille le vittime del coronavirus, è la rapidità con cui si è diffuso è da attribuire, purtroppo, al grande flusso di viaggiatori che dalla Cina si sono spostati in tutto il globo. Dai comunicati OMS, ci sarebbe persino un super-spreader, cioè un soggetto super diffusore di nome Steve Walsh che ha contagiato un numero consistente di persone, tra cui anche un bambino di nove anni. Steve Walsh, un importante industriale britannico, dopo essere stato in Cina, si è spostato in Francia, prima di rientrare nel Regno Unito, contagiando così decine di persone. Per la cronaca, lui è guarito.

Ma oltre ad essere un virus devastante per la salute, il coronavirus, o Covid-19, è devastante anche a livello politico, economico e sociale. Peggio di qualsiasi attacco terroristico. E anche qui, i complottisti, terrapiattisti e antiTrump mormorano di una guerra fredda 2.0 contro la Cina, fatta con armi batteriologiche. Un pò come quando nella prima guerra mondiale si usò il gas nervino.

vaccino per coronavirus covid-19 , la sciritta è sulla faccia di una cinese che porta una mascherina

Dalla Cina con…terrore

Il terrore che infonde è virale. La gente sta iniziando a manifestare una vera e propria isteria, con comportamenti che rasentano la follia. La paura di contrarre in luoghi pubblici, come autobus, metro e posti di lavoro, sta causando seri problemi relazionali e sociali. Non si può starnutire o tossire in pubblico senza essere immediatamente guardati con sospetto. Le strade sono piene di gente con la mascherina, al punto che sembra di essere piombati nella sceneggiatura del film Virus letale. Il paradosso sarebbe che Covid-19 diventasse il nuovo brand di mascherine di Junior Cally.

Uno scenario apocalittico anche dal punto di vista economico. Guardando solo all’interno dei nostri confini Di Maio afferma che “l’epidemia da coronavirus impatterà sul commercio mondiale e sugli scambi commerciali. L’Italia aveva investito negli scambi verso est. E’ chiaro che si apre una fase in cui dobbiamo dare il massimo sostegno alle imprese per superare questo momento di difficoltà. L’Ice ha a disposizione 300 milioni di euro e li metterà a disposizione per riorientare l’export verso altri mercati“. In buona sostanza, sono 300 milioni di euro con cui l’Agenzia Ice finanzierà il sostegno del Made in Italy. Speriamo non finiscano in villaggi turistici in Costa Smeralda.

Nemico pubblico numero Uno

Ovviamente, la priorità mondiale è quella di trovare il vaccino contro quello che ormai è considerato il nemico numero uno. La Cina ha iniziato esperimenti sui topi per un primo possibile vaccino contro il Covid-19. E’ quanto riportato dall’agenzia Xinuha che si occupa di informare quanto accade al CDC, che non è l’ambulatorio che abbiamo sotto casa, ma il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie.

Intanto Tedros Adhanom Ghebreyesus , Direttore generale l’Oms ha annunciato che “il primo vaccino contro il coronavirus Covid-19 potrebbe essere pronto in 18 mesi. Dobbiamo perciò fare di tutto e usare le armi a nostra disposizione per combattere il virus“. Quindi un anno e mezzo prima di poter avere, probabilmente, una prevenzione sicura di questa epidemia.

Nel frattempo, cercate di non perdere la calma e di razionalizzare i sintomi, senza però sottovalutarli. Il consiglio di lavarsi le mani sovente, con acqua e sapone, vale anche per le ascelle, soprattutto se viaggiate con i mezzi pubblici.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”