Cosa resterà di questi anni “Amadeus e Festival di Sanremo”?

Editoriale di Tina Rossi: Cosa resterà di questi anni… di Amadeus e dei suoi Festival di Sanremo?

I cinque anni del Festival di Sanremo sotto la conduzione di Amadeus resteranno nella storia non solo della musica italiana, ma soprattutto in quella della televisione di Stato. Ognuno di questi festival è stato unico e caratterizzato da un’eccezionalità a sè. Dal primo all’ultimo.

Ma questa edizione appena trascorsa è stata davvero incredibile. Se mi concedete la similitudine, è paragonabile al bouquet finale dei fuochi d’artificio, quello che stupisce, meraviglia e lascia l’amaro in bocca quando le ultime fiammelle si trasformano in cenere. Quel senso di vuoto e nostalgia che ti porti appresso mentre rientri a casa ed hai ancora negli occhi e nel cuore la bellezza di quello spettacolo pirotecnico.

Perchè questo è stato l’ultimo Sanremo di Amadeus: un esplosione di colori, di emozioni, di gioia, di musica e di meraviglia.

Mentre tutti parlano degli scandali di Sanremo, io vorrei dire la mia verità e parlare di cosa resterà di questi anni di Festival vissuti dall’interno di quella sala stampa.

Nessuno mi può giudicare

Come ho detto poc’anzi, un finale col botto che, personalmente, vedo ben difficile da replicare. Amadeus ha messo in piedi una manifestazione senza eguali. Certo, la lunghezza biblica delle serate è stata una fatica davvero titanica, ma il risultato è stato altrettanto epico.

Un centinaio di artisti si sono esibiti sul palco dell’Ariston offrendo uno spettacolo di musica, moda e arte. E questo, solo sul palco.

Nel backstage, i tecnici, gli operatori gli addetti al palco, alle luci, al suono, cellule di un unico corpo che si è mosso sinuoso ed elegante senza mai una sbavatura. Un’impressionante macchina da guerra che ha funzionato alla perfezione, dimostrando un livello eccelso di professionalità. Un bel risultato che dovrebbe chiudere la bocca a tutti coloro che continuano a chiedere come vengano spesi i soldi del canone RAI. Se vi sentite così tanto imprenditori, dovreste essere più che soddisfatti del lavoro dei vostri “dipendenti” in Rai.

Ora non fate i bacchettoni sul cachet di Amadeus, di Fiorello e dei vari presentatori, per favore.

Concentriamoci su come hanno lavorato tutti coloro che sono stati coinvolti nell’organizzazione e il risultato è che Amadeus e la Rai hanno saputo superare qualsiasi aspettativa di professionalità, efficenza e competenza.

Un plauso particolare (certamente di parte, ma tant’è) va all’Ufficio Stampa Rai. Più di 600 giornalisti accreditati, tra cui anche 19 radio, 13 testate e 5 televisioni della stampa estera. Anche qui, magistralmente orchestrati da un’organizzazione ineccepibile, dalla consegna dei pass alle necessità individuali, passando per la carrellata di artisti presenti in sala stampa. Una disponibilità e un’efficenza difficile da trovare altrove e, permettetemi, di manifestazioni canore ne mastico tante da anni.

L’importante è finire

#iononguardosanremo, e poi inspiegabilmente tutti ne parlano. Anche qui, un finale col botto.

Per chi ama i numeri, eccone alcuni:

La serata finale del Festival di Sanremo 2024, in onda dalle 21.27 alle 01.59 su Rai 1, registra il 74.1 di share con 14 milioni 301 mila spettatori.

Oltre 12 milioni 200 mila telespettatori la “Total Audience” della quarta serata del 74° Festival della Canzone Italiana. Agli 11 milioni 893 mila spettatori che hanno visto il Festival sugli schermi tradizionali, si aggiungono i 320 mila connessi su “Small Screen”, con un picco di 825 mila device connessi. La media complessiva delle 4 serate del Festival è del 63 per cento. Lo share del pubblico tra i 15 e i 24 anni raggiunge l’81 per cento.
Con quasi mille (1000) contenuti pubblicati su RaiPlay e sul canale RaiPlay su Youtube e ben 5500 post pubblicati sui profili social del Festival di Sanremo, l’offerta digitale della Rai dedicata a Sanremo 2024 nelle prime 4 giornate raggiunge numeri e performance da record.

Nella serata delle cover sono stati 470 mila i device connessi su RaiPlay per guardare live il Festival, segnano il record di sempre per Sanremo (più 46% rispetto al 2023). Il consumo vod di questo Festival vale già complessivamente oltre 17 milioni di streams e più di 2,4 milioni di ore di fruizione.

L’edizione entra nella storia con una media del 66% di share, l’88% tra i 15-24enni e una raccolta pubblicitaria record da 60,2 milioni.

sanremo 2024 seconda serata - la scenografia del teatro ariston
Cosa resterà di questi anni “Amadeus e Festival di Sanremo”?

Cosa resterà di questi anni

Se dovessimo spiegare, in pochissime parole, cosa resterà di questi anni del mandato Amadeus, dovremmo parlare dell’unicità di ogni edizione.

Il primo festival di Ama arriva dopo un biennio al comando di Claudio Baglioni, preceduto da tre anni alla guida di Carlo Conti. Se Carlo Conti aveva fatto la differenza per essere un conduttore rigoroso nei tempi, fedele al format del presentatore nazionalpopolare, Claudio Baglioni trasforma la settimana del festival in un’estensione di “Anima mia” medley Alé Oò.

E poi arriva Amadeus.

Edizione n° 70 – Amadeus special Edition

Con l’arrivo di Amadeus torna in auge una componente fondamentale e storica dell’identità del festival: il pubblico. Non quello in sala, sempre presente in qualsiasi edizione passata, ma in strada. E’ Amadeus a volere fortemente una passerella degna di tal nome. Un cammino di quasi un chilometro che dalle porte dell’Ariston arriva fino al Palafiori, passando per Piazza Colombo. Un sentiero fiorito dove la gente può godere del contatto “fisico” con gli artisti.

Del resto, quello che ha reso unico il festival di Sanremo è sempre stato proprio questo: il gioco della preda e del cacciatore, prima di autografi, ora di selfie.

E’ la magìa che si compie sole e solamente a Sanremo. Orde di ragazzine, di nonne, passando per le mamme, che girano freneticamente tra i vicoli e le piazze, rimbalzando dall’ingresso artisti di corso Roma alle vetrine di via Matteotti, per vedere se per caso “beccano” qualche cantante da fotografare.

E gli artisti lo sanno e, volenti o nolenti, devono stare al gioco. Tra questi, c’è poi anche chi ama i bagni di folla e improvvisa un piccolo show a beneficio dei fortunati passanti. C’è, invece, chi preferisce stare blindato in albergo e uscire solo quando la black car è pronta. De gustibus.

Ma Amadeus fa la differenza e organizza una vera e propria parata per inaugurare la prima serata e la folla va in visibilio. Per cinque giorni gli artisti che si devono recare al Palafiori sfilano tra cordoni di polizia, di gente e di fiori salutando e concedendosi ai fans.

Altra novità introdotta da Amadeus è il live stage Nutella in piazza Colombo. Un enorme palco che accoglie sia artisti in gara che ospiti.

Tutto gratuitamente e per tutti.

Edizione n°71 – Covid Edition

Un festival a porte chiuse non si era mai visto. In realtà, l’unico festival che ha avuto il permesso di esistere nell’unico teatro aperto in tutta Europa. L’anno più buio della storia degli ultimi due secoli, l’anno della pandemia. Malgrado gli elementi dell’orchestra cadessero come mosche sotto la scure del Covid, Amadeus ha continuato a guidare la sua Ferrari musicale schivando restrizioni e critiche, con il sostegno e la complicità del suo inseparabile amico Fiorello.

La Rai e il direttore artistico della manifestazione devono fare i conti con un contesto mai visto prima e con gli occhi di tutti puntati addosso. Un riflettore che illumina non solo Amadeus e la Rai ma anche tutta l’amministrazione comunale che deve dimostrare di essere all’altezza della situazione non solo ai residenti ma a tutto il Paese. Prova superata egregiamente da parte di tutti.

In un contesto da inferno dantesco, l’Italia ha comunque il suo festival. Per qualche ora, per qualche giorno, la musica live arriva ad alleviare le ansie e le sofferenze collettive.

Certo, la cosa non piace del tutto ai lavoratori dello spettacolo che restano al palo, ma Sanremo è Sanremo.

Edizione n° 72 – Greenpass Edition

Forse il festival più difficile per l’Ama nazionale. Un festival….da brividi.

Un festival vissuto in streaming per gli addetti stampa, in una Sanremo in zona rossa, blindata persino dall’esercito. Neanche il greenpass superminkiapower da accesso al perimetro dell’Ariston. Eppure si va avanti, con la stessa convinzione e con una straordinaria capacità di portare serenità, attraverso messaggi positivi che vanno dai monologhi alle esibizioni.

La forza di Amadeus è proprio quella di prediligere la linea della positività, di cui, in quel periodo, si era capovolto lo stesso significato. E per fortuna, c’è sempre Fiorello al suo fianco, showman a tutto tondo.

Cosa si può fare per avere un livello di sicurezza anti-covid il più alto possibile? Ci vorrebbe una “bolla” immune da qualsiasi contatto con l’esterno.

Più brillante che mai, il conduttore e direttore artistico resta saldamente al volante e traghetta il veliero ormai come un esperto comandante, anzi, fa di più. Estende il Festival sul mare, con la complicità di Costa Crociere e raddoppia il palco sulla Costa Toscana.

L’idea piace e diventa un must per le prossime edizioni.

Edizione n° 73 – Due vite Edition

Due vite: una prima e una dopo l’era covid. Il Festival rinasce in tutto il suo splendore, ma sarebbe più adatto dire “rifiorisce” con tutti i fiori di Sanremo.

Si ritorna finalmente in sala stampa e il pubblico torna a circolare più o meno sereno per le strade e i vicoli della città ligure. Il sentimento comune è un pò quello di ritornare a casa, ci si guarda intorno per vedere cosa è rimasto uguale e cosa è cambiato.

La Costa Toscana diventa Costa Smeralda, ma la sostanza è la stessa.

Tri gusti is megli che uan ed ecco Ariston, Palco Suzuki e Costa Smeralda. Apoteosi.

Edizione n°74 – Disco Marathon Edition

Se proprio me ne devo andare me ne vado col botto“, deve aver pensato Amadeus organizzando questa sua ultima edizione. E ci è riuscito. Un festival che fa la storia dell’audience e della partecipazione in genere.

In merito ad Amadeus mi esprimo facendo mie le parole dell’Amministratore Delegato Rai Roberto Sergio: “inclusivo, elegante, capace di divertire con leggerezza, di fare un Festival davvero per tutti, avvicinando anche e soprattutto i più giovani”.

Ha saputo servire un piatto succulento mescolando tutti gli ingredienti in maniera egregia, riunendo a tavola ogni gusto e tendenza, dai boomers alla generazione Z, e senza provocare allergie.

A distanza di una settimana tutti conoscono le canzoni di Sanremo, i social sono intasati da video di balletti e ritornelli. “Il festival in cassa dritta” sta già dando i suoi frutti e, anche qui, si conferma il fiuto dell’ex dj nella scelta dei brani in gara. Una scelta, a questo punto, credo, non casuale ma mirata a traghettare questo Sanremo nelle discoteche delle calde notti della prossima estate, passando per gli stacchetti vittoriosi dei pacchi blu del pre serale.

Rock me Amadeus

Non sfugge, infatti, al buon Amadeus che il funky e la disco anni ottanta sono come i pantaloni a zampa di elefante: non passano mai di moda.

Se ci facciamo caso, porgendo un orecchio più attento, le canzoni in gara hanno un qualcosa di deja-vu, per chi ha passato gli –anta almeno due volte.

Questo festival non è certo stato “il nuovo che avanza“, ma sia le nuove leve che le più stagionate, hanno trovato un equilibrio comune nel ripescaggio a man basse di suoni e di ritmi del passato che sono sempre stati vincenti.

Tra le canzoni dei giovani big pluri platinatini per gli ascolti in streaming ma pressochè sconosciuti ai boomers, questi ultimi hanno ritrovato musicali sapori di gioventù anche nei brani più vicini al rap e ai futuri tormentoni estivi, qualità che hanno reso le canzoni più godibili all’ascolto anche alla classe “old school” più radicale.

Quei richiami appoggiati qua e là nello spartito, han fatto si che oggi anche i cinqu-sess-sett-antenni abbiamo gradito in modo omogeneo la proposta musicale dell’Ariston, e che si stemperasse definitivamente quella linea netta di trincea che divideva i nuovi big dai veterani e le relative tifoserie in platea.

Risultato: oggi tutti cantano “quandoquandoquando“, “unragazzoincontraunaragazza” e “tantolosaichetiaspettomanontuttalavita“.

E a questo punto una domanda sorge spontanea: nella scelta dei brani, è l’offerta musicale del mercato attuale che segue il filone funky-disco o è proprio Amadeus che, pian piano, festival dopo festival, ha dirottato la musica in quella direzione?

La musica è finita

Infine, cerco di spiegarvi cosa significa partecipare al Festival di Sanremo. Sia che si tratti di artisti, di giornalisti o di semplici fans, il risultato è lo stesso: sono giorni di adrenalina pura e di attività frenetica.

Per chi invece, lo vive davanti a un televisore, è una maratona di cinque giorni e di poco meno di trenta ore di trasmissione, senza contare il dopo festival di Fiorello e tutti i programmi diurni.

Pertanto l’effetto è quello di una cura massiccia di cortisone da cui non si può smettere di colpo. Va rilasciato piano e nel tempo, diminuendo piano piano la dose.

Dopo nove giorni vissuti nella città dei fiori, rimbalzando tra sala stampa, salotti e hall di alberghi per le interviste canoniche, la domenica, per noi giornalisti e addetti ai lavori, è l’ora del commiato. La musica è finita e gli amici se ne vanno. Ma non è proprio così, perchè la musica continuerà dalle magiche frequenze delle radio e dalle righe del web.

Per concludere, ripeto quanto detto all’inizio: paragonabile al bouquet finale dei fuochi d’artificio, quello che stupisce, meraviglia e lascia l’amaro in bocca quando le ultime fiammelle si trasformano in cenere. Quel senso di vuoto e nostalgia che ti porti appresso mentre rientri a casa ed hai ancora negli occhi e nel cuore la bellezza di quello spettacolo pirotecnico.

Cosa resterà di questi anni?

La gioia e la forza di averli vissuti guardando alla musica come il liguaggio universale che parla al mondo, al di là di qualsiasi avversità, critiche o sterili polemiche.

Guarda il video con foto e perfomance degli artisti

Foto di copertina di Maury Maurix, che ringrazio anche per il contributo di diverso materiale foto e video del videoclip

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”