Covid e post-millennial: abbiamo combattuto contro noi stessi

Gli ultimi due anni sono stati contrassegnati dalla pandemia globale, ma come l’hanno affrontata i giovani, i così detti post-millennial? Il Covid ha costretto le persone a vivere distanti e ad avere il minor numero possibile di contatti fisici. L’Italia, e tutti gli stati europei, sembravano delle lande deserte: strade vuote, musei, ristoranti, bar e altri luoghi di incontro chiusi con il lucchetto.

Si è parlato di mascherine, distanziamento, smart working, DAD, terapie intensive. Ci sono state, e ancora continuano oggi, discussioni sulle ripercussioni della pandemia nell’economia, nel mondo del lavoro e della scuola. Nella confusione creata dai mille DPCM e dalle continue norme in cambiamento, i giovani hanno avuto poco spazio per esprimere la loro opinione.

Una ragazza con treccine indossa canotta nera, guanti da pugile ed è in posa come se tirasse un pugno, la foto è molto scura

COVID E POST MILLENNIAL: UN LOOP

Sono stati interpellati quasi esclusivamente riguardo le questioni scolastiche, e non hanno avuto la possibilità di parlare delle loro esperienze dirette e personali. I ragazzi, spesso incolpati della diffusione del virus, non hanno avuto l’occasione di raccontare le paure ma anche le lezioni imparate dalla situazione di emergenza. L’endemia ha avuto infatti un forte impatto sociale su tutte le fasce di età.

“È come se avessi perso due anni di incontri, feste, esperienze che nessuno sarà mai in grado di restituirmi” afferma una ragazza intervistata.  “Mi sono sentita persa, senza poter vedere nessuno, camminavo dalla mia stanza alla cucina, mi sentivo come un criceto sulla ruota. Ero come chiusa in un loop. Compio 20 anni quest’anno, ho vissuto gli anni più emozionanti della mia vita in casa, tra la scrivania e la cucina, non è stato semplice”.

UNA SENSAZIONE COMUNE DI ANGOSCIA

Durante la pandemia non c’era modo di interrompere la solita e sfiancante routine casa-scuola-lavoro, poiché tutti i luoghi d’incontro e di svago erano stati chiusi.

Una sensazione comune di angoscia e ansia sociale aleggia sui giovani, che ad oggi non riescono più a stare da soli per il ricordo del lockdown, ma allo stesso tempo sono intimoriti dal contatto fisico e dalla vicinanza con le altre persone.

“Soprattutto la seconda quarantena è stata esasperante, abbiamo visto vanificati tutti i nostri sforzi”. Afferma un ragazzo. Due anni che sono fuggiti dalle mani ma allo stesso modo sono sembrati interminabili a causa della solitudine e della segregazione. “Il tempo si era come dilatato, non avevo passatempi esterni per distrarmi dalla situazione in cui stavo. Inoltre non avevo la possibilità di vedere i miei amici, così ci siamo dovuti adeguare e organizzavamo delle videochiamate, ma non era la stessa cosa”.

COVID- "il tempo si era come dilatato"- Molti orologi da taschino sono sospesi in una stanza bianca. Ognuno segna orari diversi e hanno colori e decorazioni differenti.
COVID- “Il tempo si era come dilatato”

NON TUTTO IL MALE VIENE PER NUOCERE

Al contempo, ci sono stati dei lati positivi. Dopotutto, come dice il proverbio, non tutto il male viene per nuocere. L’isolamento “ha fatto scoprire nuovi interessi e passioni” per via del numeroso tempo a disposizione per pensare. “Ho conosciuto me stessa per la prima volta, non mi era mai capitato di andare così a fondo della mia mente”.

Così, in un’epoca dove il cervello è costantemente bombardato da miliardi di informazioni ogni secondo, proprio a causa della pandemia i ragazzi sono stati costretti a fermarsi, stare a casa, godere dei momenti in famiglia e a riflettere.

ORA MI SENTO FORTUNATO

“Ora mi sento fortunato quando esco e non considero scontato riuscire a incontrare i miei nonni e i miei amici. Dopo tanto tempo, tornare a vederli è stata un’emozione fortissima”. L’affetto, gli abbracci, i baci, hanno assunto un valore maggiore e rappresentano il lento ritorno alla vita pre-pandemia. “Dopo il terrore di poter infettare e fare ammalare le persone a me care, è bello tornare ad averle vicine. Certamente la paura rimane, ma grazie ai vaccini mi sento più tranquilla”. La guardia certo non deve abbassarsi, ma il ritorno anche solo parziale di un po’ di leggerezza e spensieratezza di certo non guasta lo spirito.

È stato un periodo che il genere umano ricorderà per sempre e che ha segnato la storia contemporanea. “Siamo stati degli eroi moderni, non siamo andati in guerra ma abbiamo combattuto in casa, lottando prima di tutto contro noi stessi”. Una lotta che ha lasciato delle ferite, delle paure, ma che piano piano può essere superata e trasformata in un’esperienza di vita fondamentale per il futuro.

PANDEMIA- "non considero scontato riuscire a incontrare i miei nonni e miei amici"- Un gruppo di ragazzi e ragazze di varie etnie brindano felici al tavolo.
PANDEMIA- “non considero scontato riuscire a incontrare i miei nonni e miei amici”
Ambra Ciardulli
Ambra Ciardulli
Descrivere me stessa è arduo, non mi conosco abbastanza bene. Mille passioni, milioni di idee che nella mia mente viaggiano costantemente senza sosta e che si riflettono nel mio carattere sfaccettato. "Sei strana" mi dicono continuamente parenti, amici, conoscenti. L'unico modo per riordinare i miei pensieri è attraverso la scrittura, il minimo comune denominatore della mia vita. Un modo per condividere le mie esperienze, per non dimenticare e non essere dimenticata in un mondo dove ormai si sfreccia senza lasciare traccia del proprio passaggio.