Decreto Liquidità: aiuto concreto o solo un tranello?

Anche se questa testata giornalistica ha scelto di non occuparsi di politica, scelta che tutta la redazione ha condiviso, in un momento così particolare per la vita di ognuno di noi non ci si può esimere da alcuni commenti sull’operato del Governo ed in particolare sul Decreto Liquidità approvato lunedì scorso.

400 miliardi alle imprese

“Una potenza di fuoco” secondo il premier Giuseppe Conte, un vero e proprio “bazooka di liquidità” lo ha definito il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

200 miliardi per le aziende che operano sul mercato interno e 200 miliardi per quelle che esportano.

Decreto Liquidità: Come funziona

Attenzione, però, lo Stato non concede questi soldi direttamente alle aziende, ma li immette a garanzia dei prestiti bancari con scadenze fino a 6 anni.

Il Governo ha previsto garanzie da parte dello Stato per 200 miliardi, concesse attraverso Sace, società controllata da Cassa Depositi e Prestiti, in favore delle banche che concedono finanziamenti alle imprese, senza distinzione di dimensione.

Un prestito dalle banche garantito dallo Stato

La garanzia dello Stato coprirà, questa volta a seconda delle dimensioni dell’impresa, tra il 70% ed il 90% dell’importo finanziato, a patto però che la somma erogata venga destinata a sostenere spese e attività produttive in Italia o che l’impresa beneficiaria si trovi nell’impossibilità di distribuzione dei dividendi.

Quindi in sostanza, non licenziare e non spostare la produzione all’estero.

Parametri per ottenere il prestito

Le imprese con meno di 5000 dipendenti in Italia ed un fatturato inferiore a 1 miliardo e mezzo di euro avranno la garanzia da parte dello Stato del 90% dell’importo del finanziamento.

La garanzia scende all’80% per le imprese con oltre 5.000 dipendenti in Italia ed un fatturato tra 1,5 e 5 miliardi di euro ed al 70% per le imprese con un fatturato di oltre 5 miliardi di euro.

Attenzione però, l’importo della garanzia non potrà comunque superare il 25% del fatturato registrato nel 2019 o il doppio del costo del personale sostenuto dall’impresa medesima.

E per le piccole imprese?

Per le piccole e medie imprese anche individuali e per le partite Iva sono riservati 30 miliardi, ma l’accesso alla garanzia Sace è subordinato alla condizione che le stesse abbiano esaurito la loro capacità di utilizzo del credito rilasciato dal Fondo di Garanzia. Fondo di Garanzia che è stato potenziato, infatti vengono ammessi al Fondo con copertura al 100% e senza alcuna procedura di valutazione da parte del Fondo stesso, i nuovi finanziamenti di durata massima di 6 anni, per un importo massimo di 25.000,00 euro in ogni caso non superiori al 25% dei ricavi del beneficiario.

Prestito a tasso Zero, ma attenzione il capitale devi restituirlo

Il rimborso del capitale dovrà iniziare non prima di 18 mesi dall’erogazione del prestito.

Quindi se l’impresa non paga, i soldi li mette lo Stato per cui, in teoria, le banche non avrebbero alcuna ragione per non erogare il denaro.

Come al solito poca chiarezza, ma in questo caso è una mancanza grave

E’ bene però evidenziare come laddove lo Stato garantisca soltanto parzialmente il finanziamento, la richiesta dovrà comunque essere soggetta all’approvazione dell’istituto bancario erogante il quale potrà comunque negarla se ritenesse l’imprenditore non sufficientemente sicuro.

Come verrà distribuito il plafond messo a disposizione dallo Stato? Ne usufruiranno gli imprenditori che arriveranno per primi così come accaduto per il bonus spesa di 300 euro per le famiglie oggi inaccessibile per esaurimento delle scorte economiche?

Se le domande per ottenere il finanziamento superassero il plafond messo a disposizione e nonostante ciò le banche accettassero le domande, chi garantirà l’imprenditore insolvente?

Rinvio del pagamento dei tributi

Il Governo ha altresì previsto il rinvio di adempimenti fiscali e tributari da parte di lavoratori e imprese. La sospensione dei versamenti Iva, ritenute e contributi per i mesi di aprile e maggio.

Iva, ritenute e contributi sono sospesi, però, per i soggetti con calo di fatturato di almeno il 33%.

Ripresa dei versamenti a giugno con possibilità di rateizzazione fino a 5 mesi.

E’ vera gloria?

Parafrasando il 5 maggio di Manzoni viene da chiedersi se effettivamente quanto deciso dal Governo sia questa immensa iniezione di liquidità così come più volte annunciato dai membri dell’esecutivo o se, ancora una volta, sia solo un intervento di facciata che altro non fa che aumentare l’indebitamento di imprese e partite Iva.

Ad oggi, ancora nessun aiuto concreto

Al di là del fatto che ad oggi gli italiani non hanno visto un solo euro anche relativamente agli altri provvedimenti presi dal Governo in questo momento di grande emergenza, tra tutti il bonus da 600 euro per quei fortunati che sono riusciti a collegarsi al sito dell’INPS, questo decreto lascia molti dubbi e molte perplessità e la sensazione che il Governo versi in una situazione di estrema confusione e panico.

Mi è capitato di leggere proprio ieri una lettera aperta che una ristoratrice della provincia di Foggia ha indirizzato al nostro capo del Governo.

La lettera inizia così: “No grazie, signor Presidente, un altro mutuo non voglio accenderlo, mi basta quello che ho”

E’ un debito travestito da aiuto

In effetti mi sorge il dubbio che questo Decreto Liquidità, non immetta nessuna liquidità, nonostante i proclami del Ministro dell’Economia, ma crei solo ulteriore indebitamento.

Lo Stato Italiano, infatti, non mette un euro in questa manovra ma si limita a garantire alle banche che il finanziamento, richiesto da un imprenditore, se non onorato, verrà pagato, in tutto o in parte, a seconda della percentuale della garanzia concessa, dallo Stato stesso.

Promesse e inganni

Non si può non augurare buona fortuna alle banche che vorranno concedere i prestiti, perché mi si permetta ma le promesse dello Stato negli anni si sono rivelate assai spesso promesse da marinaio e sarò curioso di capire come lo Stato farà fronte ai propri impegni in caso di mancata restituzione del finanziamento da parte dell’imprenditore.

Ciò che non è chiaro però è che cosa potrà capitare qualora lo Stato si sostituisca al finanziato nel pagamento del prestito che ha promesso di garantire.

Ma lo Stato pagherà senza battere ciglio?

Ci sarà un’azione di rivalsa nei confronti dell’imprenditore inadempiente magari sotto forma di un non meglio identificato prelievo fiscale o invece si condonerà all’imprenditore il mancato adempimento del proprio obbligo? Anche questo non è dato saperlo.

Il tanto vituperato senatore a vita on. Giulio Andreotti, diceva che “a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina” riprendendo un pensiero di papa Pio XI che disse “a pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina”.

Garantire 500 miliardi di gettito fiscale

Lo Stato incassa come gettito fiscale annuale, fonte ISTAT, 500 miliardi di euro, nel 2019 531 miliardi per l’esattezza, spesso in anticipo rispetto alla produzione del reddito da parte del contribuente.  

Non vorrei che chi ci governa, con un’abile operazione di anticipazione del credito fatta in accordo con le banche, abbia solamente pensato a mettere al sicuro il gettito fiscale dello Stato che anche quest’anno sarà richiesto in anticipo.

Semplificare non è il nostro mestiere

Per aiutare l’Italia e gli italiani non sarebbe stato meglio concedere denaro, magari somme inferiori rispetto a quelle enfatizzate, a fondo perduto come avviene in alcuni Stati europei tra cui la Germania, o perlomeno annullare tasse e contributi per i primi sei mesi dell’anno anziché spostarli a giugno quando presumibilmente di soldi ne circoleranno ancora meno e nessuno saprà come pagarli?  

Il testo integrale del Decreto Liquidità è disponibile cliccando qui

Decreto Liquidità del Governo degli euro in moneta e in carta e una cassetta di ferro chiusa con la chiave inserita
Decreto Liquidità – Un aiuto concreto o solo un tranello?
Avv. Luciano Zagarrigo
Avv. Luciano Zagarrigo
Avvocato dal 1997, Cassazionista dal 2016 Dice di sè :“Il coraggio è quello che ci vuole per alzarsi e parlare; il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi ed ascoltare” diceva Sir Winston Churchill… Nella vita come nel lavoro resta sempre un buon consiglio, e nella mia professione spesso ti salva la vita. In questo incredibile mestiere, si incrociano molte storie, coppie che si separano, bambini confusi, aziende che falliscono e lavoratori in difficoltà, ma anche famiglie che nascono così come imprese che si creano. Qualunque sia la divergenza da risolvere, la lite da sedare, non si deve mai dimenticare che al centro di ognuna di queste storie, ci sono persone, donne, uomini, bambini, imprenditori, persone che a volte hanno solo sbagliato il tempo, il tempo giusto per parlare o quello per ascoltare…Oltre 20 anni di professione con l’entusiasmo di chi vuole sempre immaginare, costruire ed osservare, cosa accadrà nei prossimi 20...”