Viva Varda! Parigi celebra Agnès Varda, la regista della Nouvelle Vague

Viva Varda! Dal prossimo ottobre lo spirito libero Agnès Varda (1928-2019), la regista della Nouvelle Vague, che ha incarnato l’esprit de liberté francese, troverà la sua celebrazione a Parigi. Viva Varda è infatti il nome della mostra che la Cinémathèque française dedica a questa donna che ha portato nel cinema curiosità, leggerezza, ironia e divertimento.

Agnès Varda si scopre nella libertà dei suoi film. In primo piano sempre quella voglia di incontrare persone nuove, di ritrovare luoghi del passato, come ad esempio la Normandia dei primi lavori fotografici. Insieme a una bella dose di ironia, di leggerezza e di divertimento. Premio Oscar alla carriera nel 2018, ha portato sullo schermo le vite e i pensieri di tante altre donne. Un cinema singolare, in prima persona, fatto di luoghi, di strade e di attese con uno sguardo femminista e sociale e soprattutto senza perdere mai in libertà poetica. Una grande signora del cinema.

Agnès Varda la regista simbolo della Nouvelle Vague primo piano accanto ad una cinepresa
Agnès Varda licenza CC

Viva Varda!

Dall’11 ottobre 2023, la mostra retrospettiva “Viva Varda!” metterà in luce 70 anni di opere di questa artista. Corredata da fotografie, installazioni, archivi e costumi, “Viva Varda! “, a cura di Florence Tissot ,in collaborazione artistica con Rosalie Varda e per gentile concessione di Ciné-Tamaris e della tenuta Agnès Varda, si sforzerà di mostrare come il suo lavoro polimorfico sia più attuale che mai.

La sua filmografia comprende più di quaranta cortometraggi e lungometraggi che navigano tra finzione e documentario, tra cui Cléo from 5 to 7 (1962), Without roof or law (1985), Les Glaneurs et la Glaneuse (2000) e Visages Villages (2017). Pioniera della Nouvelle Vague, è una delle rare donne della sua generazione ad aver fatto carriera come regista. La mostra evidenzierà come la sua produzione, attraversata dai temi del femminismo e della marginalità, sia oggi di grande attualità.

Agnes Varda in una foto in bianco e nero della gioventù scatto dietro la cinepresa di profilo
Agnès Varda sul set di Creatures (1966), fotografia Marilou Parolini © Ciné-Tamaris

Le sezioni di Viva Varda!

La mostra sarà visitabile dall’11 ottobre 2023 al 28 gennaio 2024 presso la Cinémathèque française al numero 51 di Rue de Bercy, Parigi. Cinque le sezioni previste. Qua e là: Varda e le immagini. Cinegrafia. Famiglia di Agnese. Curiosa del mondo. Femminista, gioiosa e libera.

Circa 250 opere tra fotografie, molte inedite, estratti di film, documenti e archivi. E poi ancora poster, dipinti, oggetti o accessori della sua collezione personale e videoinstallazioni della stessa Varda.

Visages Villages: Varda e JR

Vogliamo ricordare qui Visages Villages. Pressoché l’ultimo lavoro che Agnès ha concluso prima della sua morte. Un film che ripercorre tutti i luoghi della sua carriera e della sua vita. Un’opera che emoziona, incanta, stupisce e diverte. Un film si deve vedere perchè raccontarlo sarebbe troppo poco. Un lavoro che vede Agnès Varda, la regista di 90 anni, percorrere le strade della Francia con Jr, un fotógrafo di trentaquattro. Un alchimia strana, un coraggio quasi impertinente, ne è uscito un capolavoro.

Agnès Varda la regista e JR sulle. Strisce pedonali con alle spalle un grosso bilico
Agnès Varda e JR

“JR, è un fotografo che fa grandi collage nelle città, in America, in Asia, un po’ ovunque, avevo visto anche alcuni suoi volumi e avevo notato che fotografava spesso delle persone anziane. […] abbiamo deciso di fare un film, forse un cortometraggio, perché abbiamo in realtà due cose in comune. Così raccontava Agnès in un’ intervista a Luisa Ceretto realizzata durante il festival Il Cinema Ritrovato. “Amiamo le persone che incontriamo e, quando le riprendiamo per inserirle in un nostro lavoro, cerchiamo sempre di valorizzarle. In altre parole cerchiamo di riprendere persone che non hanno notorietà, tanto meno titolo, né potere, di ascoltarle, evitando di fare domande e risposte.

Siamo un po’ come Stanlio e Ollio

La teoria di JR è di rendere partecipi le persone nel nostro progetto, portavamo un po’ di fantasia e follia con tanta amicizia. Abbiamo vissuto situazioni strane, dove le due nostre vite d’un tratto si incontravano, si “pizzicavano”. Siamo un po’ come Stanlio e Ollio, lui è alto e magro, io sono un po’ più bassa e robusta. Lui ha piedi lunghi e io più piccoli, queste sono le differenze di base“.

Per il resto, il caso ci ha concesso di fare incontri con la gente, incontri che ho sempre considerato come tanti regali, e lo stesso vale per il rapporto che abbiamo avuto con loro. JR mi prende spesso in giro, dice che ho due particolarità, forse sono difetti, ma non lo sa bene ancora, sono piccola e sono anziana. Ma forse quest’ultimo aspetto non gli spiace del tutto, sono io a non averlo ancora capito”.

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".