Eredità e testamento: cos’è la quota riservata e a chi spetta?

Eredità, patrimonio, testamento, quota riservata: facciamo chiarezza.

Cosa accade dei nostri beni quando non ci saremo più?

Immagino tutti voi sappiate che in vita ogni persona può disporre delle proprie sostanze per il tempo in cui il Grande Architetto dell’Universo, per dirla come i massoni, avrà deciso di trasportarci in un’altra dimensione.

E lo può fare redigendo un testamento (art. 587 e segg. del codice civile) che “è un atto revocabile con il quale taluno dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere, di tutte le proprie sostanze o di parte di esse”.

Forse però non tutti sanno che non siamo completamente liberi di disporre del nostro patrimonio. Infatti per legge una quota dei nostri averi è riservata ai nostri parenti più stretti.

In sostanza il nostro patrimonio si divide in due parti, una di cui possiamo disporre liberamente quando siamo ancora in vita attraverso il testamento (cd. quota disponibile) ed un’altra, più consistente, che invece è riservata (cd. quota indisponibile o, appunto, riservata) ai nostri parenti più prossimi.

Questa quota “riservata” può arrivare a coprire fino ai tre quarti dell’intero patrimonio.

Chi sono i parenti più prossimi?

Il coniuge, i discendenti (i figli), gli ascendenti (i genitori).

Costoro sono anche chiamati eredi legittimari, cioè quegli eredi ai quali viene riservata una quota del patrimonio ereditario del defunto a prescindere dall’esistenza o meno di un testamento.

I genitori sono eredi legittimari solo in assenza dei figli del defunto.

Quanto spetta per legge agli eredi legittimari?

Se non ci sono figli, al coniuge spetta la metà del patrimonio, un terzo se c’è un solo figlio, un quarto se i figli sono due o più di due.

Ai figli, o in mancanza di loro ai loro discendenti, è invece riservato un mezzo o due terzi del patrimonio del defunto. Quota che si modifica e si riduce se i figli concorrono insieme al coniuge superstite.

Ai genitori del defunto (ascendenti) spetta invece un terzo del patrimonio, quota che si riduce a un quarto se concorrono insieme al coniuge.

E’ possibile fare un testamento solo a favore di un erede (ad esempio solo a favore di un figlio)?

Si è detto che solo una parte del patrimonio è libero e quindi se ne può liberamente disporre, mentre la restante e più consistente parte è riservata agli eredi legittimari.

Pertanto il cd. Patrimonio disponibile può essere destinato anche solo ad un figlio o ad altri soggetti tenendo in considerazione il fatto che gli altri figli o, più in generale, gli eredi legittimari sono garantiti dalla quota indisponibile o riservata.

Cosa succede se il defunto in vita abbia lasciato un testamento disponendo anche della quota “riservata”?

In questo caso viene in soccorso dell’erede legittimario leso nella sua quota di legittima (quota indisponibile o riservata) l’art. 554 del codice civile che recita: “Le disposizioni testamentarie eccedenti la quota di cui il defunto poteva disporre sono soggette a riduzione nei limiti della quota medesima”.

E se volessimo donare parte del nostro patrimonio?

Nessun problema nell’ipotesi in cui, in vita, donassimo ad uno o più legittimari beni pari, in proporzione, al valore della quota a loro riservata.

Le donazioni fanno parte del patrimonio ereditario e quindi concorrono nella determinazione della quota di legittima. Mentre, se a seguito di una donazione un erede legittimo si sentisse leso nella sua quota riservata, potrà anche in questo caso agire in Tribunale con l’azione di riduzione.

Avete delle curiosità? Volete un parere legale? Se avete dubbi di qualsiasi natura scriveteci. Potete inviare una mail in redazione all’indirizzo info@zetatielle.com oppure avv.zagarrigo@hotmail.it.

Avv. Luciano Zagarrigo
Avv. Luciano Zagarrigo
Avvocato dal 1997, Cassazionista dal 2016 Dice di sè :“Il coraggio è quello che ci vuole per alzarsi e parlare; il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi ed ascoltare” diceva Sir Winston Churchill… Nella vita come nel lavoro resta sempre un buon consiglio, e nella mia professione spesso ti salva la vita. In questo incredibile mestiere, si incrociano molte storie, coppie che si separano, bambini confusi, aziende che falliscono e lavoratori in difficoltà, ma anche famiglie che nascono così come imprese che si creano. Qualunque sia la divergenza da risolvere, la lite da sedare, non si deve mai dimenticare che al centro di ognuna di queste storie, ci sono persone, donne, uomini, bambini, imprenditori, persone che a volte hanno solo sbagliato il tempo, il tempo giusto per parlare o quello per ascoltare…Oltre 20 anni di professione con l’entusiasmo di chi vuole sempre immaginare, costruire ed osservare, cosa accadrà nei prossimi 20...”