Solargramma di Siccità: il Po in agonia nell’opera di Galandini

Solargramma di Siccità è l’opera dell’artista visivo e fotografo Davide Galandini, prodotta nell’agosto del 2022 lungo il fiume Po. In quella che è stata descritta come la peggiore siccità degli ultimi 500 anni in Europa.

Davide Galandini (1970) impronta la sua ricerca fotografica e artistica sui temi dell’ambiente e del paesaggio. Nelle sue fotografie ritroviamo i mali che affliggono la Terra, gli effetti violenti dei cambiamenti climatici. E per Galandini è imperativo documentarne la drammaticità. Sensibilizzare sulla gravità delle situazioni in cui versa la Terra, sperando così, nel suo piccolo, di contribuire alla creazione di una coscienza critica.

Davide Galandini Solargramma di Siccità

Solargramma di siccità la foto del Po in agonia

Solargramma di siccità è un’impressione di catastrofe. Uno strumento visivo che nasce come reazione necessaria alla degenerazione che caratterizza la geografia del quotidiano. La terra arida e scavata diviene un dispositivo che, sfruttando il fenomeno fisico della condensazione, consente di recuperare l’acqua contenuta nell’atmosfera. Quella stessa acqua costituisce la base necessaria al trattamento della carta fotografica, ossia l’opera esposta.

Solargramma di Siccità – lumen print su carta fotografica Fomaspeed Variant 312RC matt 108x140cm foto tratta da pagina Facebook di Davide Galandini

L’argilla cavata dal fiume, seccando per effetto del trascorrere del tempo e del calore del sole, rivela una mappa di crepe che permette alla luce di filtrare, quindi di esporre la carta fotosensibile alterandone al contempo la composizione chimica. La trama che ne risulta è la testimonianza visibile del processo cui è stata sottoposta, una lenta e costante disidratazione, al pari dell’ambiente circostante.

L’opera, inaugurata in occasione del Festival Informatici Senza Frontiere. rimarrà esposta al Palazzo Alberti Poja di Rovereto (TN) fino al 20 novembre.

Informatici senza Frontiere il festival a Rovereto fino al 22 ottobre

I Big Data e l’Intelligenza artificiale per il clima. L’ICT per la mobilità. Il No code per gli enti non profit. L’Inclusive Design. Il Metaverso, la reputazione digitale, il networking. Con 26 incontri in tre giorni,  fino a sabato 22 ottobre a Rovereto (TN), il Festival Internazionale Informatici Senza Frontiere affronta il tema della sostenibilità ambientale e sociale delle tecnologie digitali. Analizzando i rischi ma anche le opportunità offerte dalle nuove tecnologie emergenti.

Più di 50 ospiti internazionali tra ricercatori e scienziati, divulgatori digitali, filosofi e imprenditori. Un ricco programma, digitale e inclusivo, che rispecchia i valori di ISF – Informatici Senza Frontiere. Il Festival, alla sua settima edizione, dal 2005 si impegna concretamente per un’informatica solidale e inclusiva, proponendo un nuovo uso della tecnologia più intelligente, sostenibile e solidale.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".