Soltanto grani di sabbia – Il grande cinema del deserto

Il deserto, con la sua vastità e solitudine, è spesso uno scenario di introspezione e ricerca interiore ideale per il cinema, che non a caso ne ha saputo catturare l’evocativa metafora dell’isolamento estremo con così tanti film diversi.

Nella sua immensa e pericolosa imprevedibilità, la bellezza crudele del deserto e delle sue dune di sabbia e i cieli infiniti ha ispirato registi e cineasti di ogni generazione, sfidandoli a dipingere con le loro camere su questa tela perfetta avventure epiche e viaggi iniziatici che sono stati esplorati e celebrati attraverso una varietà altrettanto senza fine di generi e stili.

I contrasti estremi del deserto, tra il caldo implacabile delle giornate roventi e il freddo sottozero delle gelide notti, sono sempre stati terreno fertile per i conflitti interiori e esteriori che i protagonisti di queste storie devono affrontare nel loro doloroso viaggio verso la redenzione o l’illuminazione.

Proprio come Gesù che si perde nel deserto per quaranta giorni e quaranta notti, affrontando tentazioni e rinunce, questo viaggio è sia una sfida che un processo di trasformazione, altri temi centrali di molte trame cosiddette “di formazione” attraverso cui vediamo l’evoluzione, nel bene o nel male, di questi personaggi perduti.

Infine, nonostante la sua apparente assenza di vita, ogni deserto ha quel fascino surreale e spettrale pieno di mistero e meraviglia, sfruttato per creare alcuni dei mondi fantastici e avventure senza tempo di cui parleremo oggi.

Cinque film che ci portano in territori inesplorati della mente e dell’anima umana, strisciando alla ricerca di un oasi che… ecco, è proprio li! Oppure è soltanto un miraggio, come le immagini proiettate sul grande schermo con la magia del cinema?

Avviciniamoci è prendiamo un sorso con le mani, sperando di placare la nostra sete, anzichè ritrovarci solo con un pugno di sabbia incadescente.

Lawrence d’Arabia (1962)

Lawrence of Arabia 1962 film nel deserto

Iniziamo con un mito assoluto del cinema dove il protagonista, ovviamente di nome Lawrence, si trova perduto nell’arido deserto della Giordania durante la Prima Guerra Mondiale.

Lawrence è un uomo colto e perspicace, che per una missione affidatagli dal suo comando rimane solo e senza guida attraverso nei domini del principe Faisal, unendosi alla sua causa per raccogliere i valorosi guerrieri delle varie tribù arabe e combattere assieme l’Impero Ottomano.

Vagando come uno sconosciuto e diplomatico ambasciatore di pace, Lawrence incontra il valoroso Sherif Ali e il misterioso Auda Abu Tayi, rispettati esponenti delle diverse fazioni tribali che da secoli lottano dalle dune roventi del Nejd ai maestosi canyon del Wadi Rum, fino alle lontane e misteriose città di Damasco e Medina.

Ma nonostante la sua diplomazia e abilità dialettica, anche Lawrence non sfuggirà al giudizio finale e dovrà fare i conti con le conseguenze delle sue azioni e il prezzo della sua ambizione nel cuore arido e implacabile del deserto, prima di poter finalmente tornare a casa.

Il grande regista David Lean porta sullo schermo un’estetica epica e una maestria visiva senza pari, attraverso una combinazione di paesaggi mozzafiato e sequenze d’azione avvincenti, trasformando il deserto stesso non solo in uno sfondo senza vita, ma in un vero e proprio personaggio centrale alla narrazione.

Altrettanto mitico è Peter O’Toole, che interpreta il personaggio di T.E. Lawrence con una performance iconica e magnetica, incarnando tutta la vulnerabilità, ma anche la determinazione e carisma, nella sua lenta trasformazione da ufficiale britannico impeccabile ed elegante a logoro e sporco viandante, segnato dalle fatiche e dalle molte battaglie.

In poche parole, un capolavoro senza tempo, sospeso tra sogno e disillusione di una realtà senza pace, per un uomo ormai libero dalla vuota e falsa retorica della guerra e della politica.

Giochi di morte (1989)

Giochi di morte 1989 film nel deserto

Dal lontano passato della Prima Guerra Mondiale passiamo ora a un ipotetico futuro molto tempo dopo che un ultima guerra ha devastato quasi tutto ciò che restava della civiltà umana.

In questo film la gente vive negli insediamenti sparpagliati nel deserto senza fine che è diventato il mondo, vivendo degli scarti di ciò che era un tempo e cacciando i pochi animali che rimangono come risorsa di cibo.

Ma anche nel dopo apocalisse bisogna pure ammazzare la noia, così esistono i Juggs, squadre nomadi che vagano di città in città per sfidarsi in un gioco mortale, dove un corridore deve segnare il punto mentre i compagni lo proteggono dai rivali, disposti ad eliminarlo in qualsiasi modo possibile.

Una di queste squadre è capitanata dal coraggioso Sallow, ex professionista che un tempo viveva nella lussuosa città sotterranea dell’aristocrazia, cacciato poi per una relazione proibita con la figlia di uno dei Lord.

Perciò quando vede l’occasione di una rivincita, convince la sua squadra ad affrontare una sfida mortale per la gloria e l’onore, infinitamente più dura a ogni altra partita affrontata prima.

David Webb Peoples maneggia a 360 gradi questo film completamente ambientato nel deserto di un umanità morente, occupandosi della regia e la sceneggiatura di una solida storia di azione e rivalsa personale dal basso di un reietto che combatte contro il potere.

Un reietto interpretato dall’insormontabile Rutger Hauer, guerriero e leader senza pace dei suoi Juggs tra cui ricordiamo anche l’ex “Palla di lardo” Vincent D’Onofrio e la veloce e agile recluta/corridore, Joan Chen, sempre bellissima anche se coperta di lividi e polvere.

Tanta azione, combattimenti e sport brutale in una storia che però parla anche di sentimenti e abbandono, oltre che nuove speranze per un orizzonte che, anche se desolato, offre sempre nuove possibilità di riscatto e redenzione.

Il tè nel deserto (1990)

Il tè nel deserto 1990 film nel deserto

Affrontiamo adesso tutto un altro tipo di viaggio nel deserto con il prossimo film, diretto dal grande regista italiano Bernardo Bertolucci.

Protagonisti di questa odissea nelle sabbie del Sahara sono la coppia dei Moresby, il ricco snob Port e sua moglie Kit, alla ricerca di una scintilla che rianimi le loro vite spente e vuote assieme al loro compagno d’avventura, George Tunner.

La tensione sale allontanandosi dalle città più civilizzate, rendendo evidente la gelosia di Port verso l’amico che sembra comprendere e soddisfare meglio la moglie, rispetto al loro scialbo matrimonio senza passione.

Dopo l’ennesimo litigio, Kit e Port fuggono e rimangono soli nel deserto, proprio mentre il marito si ammala gravemente e muore sotto gli occhi impotenti della moglie.

Sola e abbandonata nel nulla, Kit si unisce agli zingari del misterioso e affascinante Belqassim, diventandone l’amante tra la gelosia delle altre donne del re nomade, che aspetteranno solo il momento di potersi vendicare di lei.

Se all’inizio parlavamo di morte e rinascita sotto il sole del deserto, allora non esiste esempio migliore di questo dramma folle, crudele e romantico per spiegare al meglio il concetto.

Bertolucci pennella una tavolozza cromatica dalle vivide tonalità sature e intense dei mercati del Nord Africa ai toni più cupi e terrosi delle dune del deserto, sottolineando il ritmo lento e contemplativo del film con l’eccezionale e indimenticabile musica di Ryuichi Sakamoto.

Senza nulla togliere a John Malkovich, magistralmente impeccabile nel ruolo, a brillare di luce propria è Debra Winger, donna insoddisfatta alla ricerca di un significato nella vita, che troverà nel suo amore e odio verso le dune e la strana gente delle antiche tribù del Sahara.

Ma come sempre state attenti, perchè quando trovate ciò che avete cercato così a lungo, non è affatto scontato che sia quello che realmente desiderate.

Nome in codice: Broken Arrow (1996)

Broken Arrow 1996 movie

Dopo una storia cosi dolorosamente personale e drammatica, saliamo ora sulla sfrenata giostra del divertimento d’azione di John Woo, un nome che coloro che mi leggono noteranno ricorrere spesso nei miei articoli.

Questa volta il film si svolge nei larghi panorami del deserto dello Utah, dove gli amici/rivali Vic Deakins e Riley Hale stanno volando nel cuore della notte per testare un nuovo aereo da guerra invisibile ai radar.

Tuttavia la pace viene presto interrotta quando Vic cerca di fare fuori l’amico, facendo poi schiantare l’aereo poco distante mentre entrambi planano a terra nei loro paracadute.

A quel punto Riley, aiutato dalla deliziosa ranger Terry Carmichel, si mette sulle tracce di Vic che nel frattempo è stato raggiunto dai suoi complici, un piccolo plotone di mercenari armato fino ai denti.

Infatti, tutto era pianificato per rubare le preziose testate nucleari a bordo dell’aereo; facendone saltare una per tenere alla larga l’esercito, mentre la banda sarebbe fuggita cercando di rivendere le altre bombe al mercato nero.

Ma Riley e Terry mandano a monte il progetto, smascherandolo e costringendolo a minacciare addirittura il governo di fare esplodere una testata in una grande città.

Broken Arrow è il secondo film americano di John Woo, dopo il divertente Senza tregua con l’atletico Jean-Claude Van Damme come protagonista; un altro successo da oltre 150 milioni di dollari di incasso in tutto il mondo.

Stavolta al centro della scena ci sono il giovane eroico Christian Slater e uno strepitoso John Travolta, che evidentemente vediamo divertirsi un mondo a interpretare questo villain fuori di testa che tiene il dito sul bottone rosso.

Azione e umorismo anni 90 con un mostro di regista alla guida di quasi due ore di divertimento senza sosta: potete trovare un film più divertente di questo nel mezzo del deserto?

Deserto rosso sangue (2016)

It Stains the Sands Red 2016 movie

Dato l’ispirazione lugubre del deserto, non potevo certo farmi sfuggire l’occasione di mettere anche un bel film horror, con cui concludiamo la piccola collezione di oggi.

Tutto comincia con l’ormai solita e immancabile invasione di zombie su scala globale, di cui però la giovane protagonista di questa storia, Molly, non sa ancora nulla perchè è in viaggio assieme al suo amico Nic.

Sulla lunga interstatale che si snoda attraverso il deserto in direzione Las Vegas, infatti, non c’è segnale per il telefono e la radio non prende.

Così, quando si fermano al bordo della strada per un banale incidente, il povero Nic non si accorge del morto vivente che cammina verso di lui finchè non è troppo tardi e lo uccide.

Rimasta sola e senz’auto, Molly non ha altra scelta che fuggire a piedi nel deserto, sempre con il mostro alle calcagna che la insegue per concludere il pasto.

Può sembrare semplice fuggire da un nemico così lentamente goffo, ma la ragazza deve ogni tanto sostarsi per riposare, mentre lo zombie non sente alcuna fatica e continua inesorabile, raggiungendola ogni volta mentre invece lei è sempre più stanca e affamata.

Da tempo sto seguendo il dinamico duo cinematografico composto da Colin Minihan e Brittany Allen, coppia nella vita oltre che sul set, dove il primo scrive e dirige i film interpretati poi dall’attrice.

Una formula che finora sembra funzionare e di cui Deserto rosso sangue segna un altro capitolo felice, con un horror che stavolta punta più alla follia divertente del lato zombie, rispetto alle cupe atmosfere senza speranza dell’invasione aliena di Extraterrestrial e soprattutto il fantastico survival tutto al femminile What Keeps You Alive, uno dei migliori thriller che abbia visto negli ultimi anni.

Spero che uno dei miei consigli in questo lungo viaggio attraverso il deserto vi abbia dato la giusta ispirazione a dare una chance a questi film, dove la sabbia scorre dentro e fuori la clessidra senza tempo che è il mondo del cinema. Se poi avete ancora voglia di provare qualcosa di nuovo e diverso, potete sempre visitare il mio sito dove ogni giorno parlo di film di oggi e di ieri:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!