Mezza Italia sta andando a fuoco. Gli incendi dall’Emilia alla Sicilia non stanno risparmiando nulla, animali compresi. Sono davvero tante le segnalazioni di soccorso che i vigili del fuoco e l’Enpa hanno ricevuto per salvare gli animali in pericolo.
In Sardegna, 30 cani sono stati salvati a Cabras. Il rifugio Enpa che li ospitava è andato completamente distrutto tra le fiamme, ma i volontari sono riusciti a salvare tutte le bestiole. Purtroppo, non è andata così per 28 gatti ospiti di un gattile privato a conduzione famigliare che non ce l’hanno fatta.
Una corsa contro il tempo che impegna da giorni guardie zoofile, volontari e vigili del fuoco, anche nei boschi. Sono davvero tanti gli animali selvatici che sono stati intrappolati dagli incendi e che non sono riusciti a trovare un riparo. Cervi, volpi, cinghiali che sono letteralmente bruciati vivi.
Il danno è incalcolabile, soprattutto perchè questo è il periodo della riproduzione e il rischio è quello di desertificare la zona da diverse specie.
Il lavoro dell’Enpa è fondamentale e il loro impegno totale.
Un equilibrio compromesso
Gli incendi che stanno interessando tutta la zona dall’Emilia alla Sicilia, passando per la Calabria, l’Abruzzo, il Molise e la Sardegna, sono di proporzioni catastrofiche, come raramente già successo in precedenza. Le conseguenze saranno davvero importanti e rischiano di alterare per molti anni l’equilibrio tra flora e fauna. Hanno interessato boschi, pascoli e campi, compromettendo le riserve di cibo destinate sia all’allevamento e le risorse naturali necessarie agli animali selvatici.
Ci vorranno almeno 15 anni prima che si ricostruisca la macchia mediterranea e che ricrescano i boschi e di conseguenza, che si ritorni al ripopolamento delle specie animali delle zone.
Il problema degli incendi estivi diventa sempre più insostenibile, soprattutto perchè il 98% mnon sono di origine naturale ma dolosa (fonte TGCOM24). A volte è solo la negligenza dell’uomo, una disattenzione fatale, a volte il dolo è più grave, perchè intenzionale e solo nel 2% dei casi è invece un evento climatico a scaturire le fiamme. I venti caldi e i terreni più secchi sono, infatti, due elementi favorevoli all’espansione degli incendi, sommati agli eventi antropici, come lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali, l’espansione degli insediamenti urbani ed industriali che comportano importanti alterazioni all’ambiente fisico ed al territorio.
“Il 57,4% degli incendi sono dolosi, dove si vedono punti di innesco, e hanno effetti devastanti. Il 13,7% non è intenzionale, e quindi sono colposi per mancanza di cultura. Siamo già oltre il 70% di incendi che è responsabilità nostra e che incide su un sistema predisposto“, ha dichiarato Roberto Cigolani, ministro della Transizione ecologica, in un suo intervento alla Camera in occasione dell’informativa sugli incendi.
Il Ministro ha poi messo l’accento sul problema della manutenzione dei territori e dei controlli. Due elementi fondamentali per la prevenzione da incendi dolosi.