#iorestoacasa top5: canzoni per vivere meglio l’isolamento

#iorestoacasa: croce e delizia degli italiani in questo particolare momento storico. E allora vado di #iorestoacasa top5, cinque canzoni per vivere meglio questo isolamento forzato. Quali sono le vostre?

L’ennesima conferenza stampa serale del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, mercoledì scorso, ha sancito nuove misure per limitare il contagio da coronavirus: chiuse tutte le attività commerciali non essenziali, e isolamento fino al 25 marzo, così da limitare il più possibile i contatti sociali.

Tutti a casa, quindi, anzi #iorestoacasa. Regola valevole anche per chi ha assaltato i treni, o è salito in macchina, prendendo l’emergenza sanitaria come un’occasione per farsi una vacanza in montagna, o al mare, o per tornare al paesello. Siamo italiani del resto.

The house of the rising sun

Tutti a casa: più facile a dirsi che a farsi, però.

Ditelo agli anziani che, senza la possibilità di fare esami del sangue o di assistere ai cantieri, affollano mercati rionali e giardini pubblici, ammassati e “vicini vicini”; ditelo ai giovani oppure ai neo-yuppies, che proprio non possono fare a meno dell’aperitivo serale o della cena al ristorante; ditelo ai sedentari per vocazione, che improvvisamente si scoprono sportivi e non possono proprio fare a meno della corsetta al parco.

Senza voler essere troppo enfatici o demagogici, spesso si rasenta l’anarchia, nella peggiore eccezione del termine.

Show must go on

Una delle categorie più toccate dalle varie restrizioni, da questo isolamento forzato, è sicuramente quella dello spettacolo: attori, cabarettisti, musicisti, deejay, gestori di locali, promoters, sono alla canna del gas, e non è un eufemismo. Locali chiusi, teatri chiusi, manifestazioni annullate e rimandate a data da destinarsi.

Chi campa di arte, a tutti i livelli non riesce a vedere la luce in fondo al tunnel.

#iorestoacasa vale anche per gli artisti, e qui scatta il genio: in tanti, “offrono” la propria arte, attraverso i social, soprattutto attraverso dirette Facebook, per mantenere alta l’attenzione e, perché no, alleviare la noia, spesso paranoia, di chi a casa fa proprio fatica a starci.

#iorestoacasa top5

Uno tra i primi, in tempi non sospetti, è stato Gatto Panceri, con le sue “canzoni da divano”, Francesco Gabbani ci ha regalato uno strepitoso concerto unplugged, dallo studio di casa, i Soundtruck due settimane fa, hanno suonato in diretta dalla sala prove, Manuel Negro sta dispensando le sue lezioni di tamarrologia via web. E l’elenco è destinato ad aumentare.

A parte le iniziative a distanza, assai lodevoli, e per le quali è doveroso un grosso applauso, anzi, una standing ovation, la casa è il luogo, il “posto”, dove sono ambientate tantissime canzoni della tradizione italiana. Vi voglio proporre una personalissima top-five, da ascoltare e magari scaricare (legalmente, mi raccomando), in ordine del tutto casuale.

Domicilio coatto – Renato zero

(“Artide Antartide” – 1981) Renato, come al solito, era avanti anni luce. Una canzone che parla della periferia, protagonista prediletta di tante canzoni, della periferia triste, sporca, dove vivere è un terno alla lotteria. Un brano quasi profetico, che si viva in periferia o meno, su quelli che potrebbero essere le conseguenze di questo blocco forzato dell’Italia.

Signora bionda dei ciliegi – Ivan Graziani

(“Ivan Graziani” – 1983) Tempi e modi senza tempo: il diverso è normale per Ivan. Qui senza masturbazioni, l’amore adolescente è compiuto. Peccato superbo, ma universale. Dominio materno o semplicemente femminile. Una casa, quella delle vacanze estive, che è un ricordo ricorrente e dolce tormento.

Vieni a vivere con me – Luca Carboni

(“Luca Carboni” – 1987) Canzone alla quale sono molto legato. Praticamente un vademecum di cosa si può fare stando a casa, naturalmente in due, spegnendo la TV, oppure il tablet, lo smartphone, il pc e via discorrendo. Dedicata alle coppie regolari, non necessariamente sposate, che possono recuperare il tempo perso, tra orari di lavoro, impegni vari, eccetera.

Vendo casa – Lucio Battisti

(“Le avventure di Lucio Battisti e Mogol” – 2004) Scritta da Lucio e Giulio per i DikDik, che ne hanno fatto un singolo di enorme successo nel 1971.

La canzone racconta di una lasciata invecchiare, ormai abbandonata. L’erba alta da tagliare, i mobili coperti di polvere, piatti sporchi da lavare: un paesaggio sconfortante, che descrive lo stato d’animo del protagonista, rimasto solo dopo la fine di un amore e incapace di vivere in un posto pieno di ricordi.

Disperato erotico stomp – Lucio Dalla

(“Come è profondo il mare” – 1977) Dedicata ai single (dai, sdrammatizziamo un po)’, o a quelli che, impossibilitati a vedersi con l’amante, approfittano dell’offerta imperdibile di PornHub, per trascorrere il tempo durante l’isolamento forzato. Una canzone quasi profetica, per l’artista più profetico di tutti, in assoluto.

Buona musica, buon ascolto, e buona convivenza a tutti.

Ora tocca a voi: inviateci la vostra personalissima playlist di 5 brani e non dimenticate l’hashtag: #iorestoacasa top5

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.