L’ippopotamo, tanto simpatico quanto pericoloso, perché?

L’ippopotamo, nome latino Hippopotamus amphibius, è un mammifero erbivoro africano di grosse dimensioni. E’ un animale che ricopre un ruolo molto importante nella vita degli uomini, dei fiumi e dei laghi.

Contrariamente a quanto si è pensato per molto tempo, l’origine di questa specie non deriva dai suidi, cioè la famiglia dei maiali, e neanche dai ruminanti, come i bovini. Gli ippopotami condividono le caratteristiche dei cetacei, come balene e capidogli, ed hanno in comune con loro un antenato semiacquatico.

Ma scopriamo qualcosa in più su questo animale, amato da tutti per il suo andamento goffo e bizzarro.

Lo sapevi che?

L’ippopotamo ha sempre rappresentato, nella mitologia egizia, il simbolo della fecondità. E’ un animale molto utile. Numerose specie di animali, infatti, utilizzano il dorso dell’ippopotamo come luogo di riparo o di soggiorno. Anche i cuccioli, ad esempio, salgono sul dorso della loro madre per potersi riposare.

E’ un animale caratterizzato da un comportamento molto particolare. E’ definito, infatti, come l’animale più pericoloso del continente africano. I combattimenti tra ippopotami sono terribili e possono essere anche mortali. Anche nei confronti dell’uomo possono risultare molto pericolosi.

La sua testa ha una conformazione che gli consente di restare immerso per lungo tempo. Orecchie, narici e occhi sono sullo stesso piano e quando l’ippopotamo si immerge si chiudono, tranne gli occhi. Nuota utilizzando le zampe che hanno quattro dita tutte uguali. I canini crescono continuamente e possono raggiungere una lunghezza di cinquanta centimetri. Infatti sono una vista impressionante complice anche il fatto che l’ippopotamo ha un’apertura della mandibola fino a 150 gradi.

In onore di questo goffo animale, inoltre, è stato istituito l’“Happy Day” che si celebra il 15 febbraio.

L’importanza dell’ippopotamo

L’ippopotamo, significato del nome greco “cavallo di fiume”, lo troviamo spesso come protagonista di cartoni animati e storie per bambini. Per anni è stato un simbolo della pubblicità di pannolini per neonati, sono in tanti a ricordarsi ancora dell’ippopotamo blu di Armando Testa, che faceva sorridere nel Carosello serale. Quasi sempre viene raffigurato come un animale dal comportamento tranquillo, ma non è proprio cosi.


Un tempo era molto più diffuso, ora invece lo troviamo in Uganda, Kenya, Tanzania, Mozambico e Zambia. Vive in prossimità di zone con bacini acquatici, per questo è un bravissimo nuotatore. Grazie alla capacità dei suoi polmoni, infatti, è capace di resistere molto tempo sott’acqua. La sua esistenza è molto fondamentale per l’ecosistema. Grazie ai suoi escrementi, l’ippopotamo è in grado di concimare terreni ed alcuni fondali dei fiumi.

Nell'immagine, a partire da sinistra, una zebra, un leone, un ippopotamo e la giraffa. I quattro aniamali protagonisti del cartone animato Madagascar
Madagascar.

Il cucciolo di Fasano

L’ippopotamo è un animale che mette al mondo i suoi cuccioli in acque molto profonde o alcune volte anche sulla terraferma. Cercano sempre zone ben riparate in modo da stare il più lontano possibile dai nemici e poter così tenere al sicuro i cuccioli restando in isolamento per circa venti giorni, prima di raggiungere il gruppo.

E’ di qualche giorno fa la notizia che in provincia di Brindisi, in Puglia, lo Zoosafari di Fasano ha dato il benvenuto a un nuovo cucciolo di ippopotamo. Il suo peso è di circa 40 chili ma nessuno è stato ancora capace di scoprire il sesso del piccolo dato che sua madre, Maria, non permette a nessuno di avvicinarsi. Il nuovo arrivato è in perfetta forma e passa gran parte del suo tempo a nutrirsi di latte materno, dormire e stare in immersione.
Il cucciolo ha due sorelline, Linda e Betty, nomi originali per questa famiglia di ippopotami, chissà come lo battezzeranno… a deciderlo sarà un contest aperto a tutti.

Per affetto e motivi personali suggerirei Gloria…

Cucciolo di ippopotamo accanto alla mamma.
Fasano: lo Zoosafari dà il benvenuto al cucciolo di ippopotamo.
Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.