Solitamente, associamo il bianco e il nero ad animali come la zebra e il panda. Ma questa volta c’è un piccolo animale pronto a stupirvi. Un essere che vi ingannerà con il suo nome e a cui bisogna prestare molta attenzione se lo incontrate.
Di chi si tratta? Scopriamo insieme le caratteristiche e alcune curiosità della formica panda.
La formica panda
State tranquilli, ancora per poco! Non si tratta nè di una formica nè di un panda. Stiamo parlando di una vespa che appartiene alla famiglia Mutilidae.
La formica panda appartiene al gruppo delle vespe senza ali ma le cui punture soni molto dannose. Se ne incontrate una, quindi, non lasciatevi ingannare dalla bellezza del loro corpo vellutato, per questo è anche chiamata “formica di velluto”. Ma prestate molta attenzione. E’ dotata, infatti, di un veleno così potente che in moltissime regioni è stata soprannominata “ammazza mucche” e “ammazza muli”. In realtà non è letale veramente, ma provoca dolori talmente forti da guadagnarsi questo soprannome.
Questo particolare insetto è stato scoperto nel 1983 in Cile. Ora, però, è molto diffuso soprattutto nelle zone asciutte e desertiche di Stati Uniti, Messico e Argentina. A causa del suo habitat, però, lo studio di questo piccolo essere è diventato molto complesso.
Lo sapevi che …
Questo particolare insetto è del tutto vegano. Il nettare dei fiori, infatti, rappresenta la sua unica sopravvivenza. Succhia, grazie al suo becco, i nutrimenti da diverse tipologie di piante.
La vespa vellutata, inoltre, cammina a malapena. Ma riesce a spostarsi da una parte all’altra effettuando grandi balzi. Questo metodo, di spostarsi così rapidamente, rappresenta una delle sue armi per difendersi.
Non tutti sanno che, questa pericolosissima vespa è dotata di un apparato di stridulazione. Questo le permette di riprodurre dei suoni intensi simili a cigolii o cinguettii, con lo scopo di spaventare l’aggressore.
Un’ultima curiosità: le uova sono depositate strategicamente vicino ad altre larve di insetti, in modo che alla schiusa i piccoli possano nutrirsi del loro vicino.