La lingua dei segni arriva a Sanremo grazie a Le Vibrazioni

Le Vibrazioni a Sanremo con “Dov’è”, cantano nella lingua dei segni, LIS.

Mauro Iandolo, classe 1983 è nato a Nettuno da genitori sordi. Fin da piccolo ha imparato sia l’italiano che a parlare in LIS, conosciuta come la lingua dei segni. Ha utilizzato quest’ultima per comunicare con sua mamma e sua papà e tradurre per loro la musica.

Il suo bilinguismo l’ha portato così ad esercitare la professione di interprete e a maturare molta esperienza. Ha iniziato con tradurre in LIS i brani di musica popolare all’Auditorium di Roma, a “segnare” il discorso, tenuto da Papa Francesco, in memoria dei caduti americani nella Seconda guerra mondiale, per arrivare infine sul magico palco di Sanremo.

Le Vibrazioni, Sanremo2020

4 Febbraio 2020. Le Vibrazioni si esibiscono, nella prima serata della 70esima Edizione del Festival di Sanremo, insieme a Mauro con il loro brano “Dov’è.”

La lingua dei segni portata a Sanremo da Le Vibrazioni

“Mi hanno fatto una bella proposta e ho chiesto subito loro di lavorare sul brano.” Racconta Mauro. Il ragazzo spiega inoltre la difficoltà che sta nell’interpretare sotto diversi punti di vista, un brano musicale per non udenti. Quest’ultimo è stato interpretato con le parole, a livello emotivo attraverso le espressioni facciali e facendo in modo di unire i segni al ritmo della musica.

“Il sordo deve percepire tutto, anche il suono della strumentazione.” Afferma in ultimo Iandolo.

Il linguaggio dei segni

La lingua dei segni è una lingua utilizzata da chi fa parte della comunità sorda, e si differenzia dalla lingua italiana parlata in quanto è visiva e con una sua struttura fonologica, morfologica e sintattica. A differenza di altri paesi, in Italia non è riconosciuta. Nell’ottobre del 2017 è stato approvato il Decreto di legge n. 302. “Legge quadro sui diritti di cittadinanza delle persone sorde, con disabilità uditiva in genere e sordo cieche.” Il decreto è però ancora in attesa di approvazione da parte della Camera.

La musica deve arrivare al cuore di tutti ed essere in grado di trasmettere sensazioni ed emozioni. È una vera problematica quella dei non udenti, di non avere un mezzo per percepire tutto questo. Di essere costretti, davanti all’arte, a restare immobili.. vivere con queste barriere continue.

Avere sul palco dell’Ariston un’esibizione espressa tramite LIS è già un modo per sensibilizzare questa lingua, con la speranza che divenga riconosciuta come in altri paesi.

Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.