Le calaveras, i teschi messicani per il “dia des los muertos”


C’è un periodo nell’anno dell’anno dedicato ai defunti. Mille e mille tradizioni lo celebrano e noi abbiamo deciso di puntare il riflettore su una tradizione molto conosciuta, quella delle calaveras. Le calaveras sono teschi o scheletri, associati alla cultura messicana e alla celebrazione del Dia de los Muertos, noto anche come Giorno dei Morti. Una festa tradizionale che risale all’epoca precolombiana che si tiene il 1° e il 2 novembre di ogni anno. Durante questi giorni le persone creano varie rappresentazioni artistiche di teschi e scheletri, chiamate “calaveras,” per celebrare la vita dei loro cari defunti.

Le calaveras possono apparire in diverse forme. Sculture, dipinti, maschere, costumi e dolci di zucchero decorati a forma di teschi vivaci e colorati e a volte accompagnati con simpatiche frasi umoristiche per riflettere l’idea che la morte dovrebbe essere accettata e festeggiata come parte naturale della vita. Rappresentano la connessione tra i vivi e i morti, la protezione contro spiriti maligni o, in alcuni casi, anche la fortuna. Sono un elemento ricco di simbolismo che riflette la complessità delle credenze e delle tradizioni umane legate alla morte.

Festival de las Calaveras, Aguascalientes 2014 – licenza immagine CC

Le calaveras: La Catrina di Josè Guadalupe Posada

Le calaveras sono state spesso impiegate nell’arte, sia come oggetto di ispirazione che come simbolo. L’esempio più importante è sicuramente l’artista messicano José Guadalupe Posada. Artista famoso per le sue incisioni su legno di calaveras, che hanno ispirato molte delle rappresentazioni iconiche della morte in Messico. Posada creò il personaggio di “La Catrina,” una figura elegante vestita come una donna dell’alta società, ma con un teschio come volto, per rappresentare la morte in modo satirico e spesso vista come una metafora della vanità umana. La leggenda suggerisce, infatti, che tutti, ricchi o poveri, alla fine saranno uguali davanti alla morte.

Catrina è diventata uno dei simboli più riconoscibili del Dia de los Muertos. Opere come “La Calavera Catrina” di Diego Rivera ( il compagno di Frida Khalo) e “Los De Abajo” di Mariano Azuela, sono usate anche per simboleggiare i conflitti sociali e politici del paese.

una rappresentaione della calavera Catrina in Messico – foto licenza CC

Dagli altari al pane dei morti

Sono molti gli elementi che ricorrono nella celebrazione del dia des los muertos, oltre alle calaveras. Uno è l’allestimento degli altari. Questi vengono decorati con fiori, candele, cibo, fotografie e oggetti delle persone scomparse. Si crede, infatti, che gli spiriti dei defunti tornino sulla terra durante questa festa per godere delle offerte lasciate sulle loro tombe e sugli altari.

Altro elemento importante è il fiore dell’arancio messicano, noto come cempasúchil o zempasúchil. I petali di questo fiore vengono disposti in percorsi e disegni sugli altari e sulle tombe per guidare gli spiriti dei defunti. Infine troviamo Il “pane dei morti”, un dolce tradizionale, a forma di teschio o di croce, aromatizzato con il cempasuchil e preparato in occasione del Dia de los Muertos.

le caravelas di zucchero- immagine licenza CC

Le origini arrivano dagli Aztechi

La celebrazione del Dia de los Muertos ha origini che risalgono all’epoca degli Aztechi e di altre antiche civiltà mesoamericane. In queste culture, la morte era vista come una parte naturale del ciclo della vita, e gli antichi popoli mesoamericani onoravano i defunti con rituali e offerte. Dopo l’arrivo dei conquistadores spagnoli nel XVI secolo, molte tradizioni precolombiane si mescolano con elementi del cattolicesimo. Di conseguenza, il Dia de los Muertos si celebra in concomitanza con la festa cristiana di Ognissanti e il Giorno dei Morti, appunto il 1° e il 2 novembre.

calaveras – immagini licenza CC

La ricetta per le Calaveras di zucchero

Se volete dilettarvi in cucina ecco una ricetta di base e molto facile per le “Calaveras de Azúcar” (calaveras di zucchero)

Ingredienti:
  • 4 tazze di zucchero granulato
  • 1/4 di tazza di succo di limone o succo di lime
  • 1 uovo
  • 1/4 di tazza di glucosio (disponibile in alcuni negozi di articoli per dolci) o sciroppo di mais (come alternativa)
  • Coloranti alimentari in gel o in polvere
  • Stampi per calaveras (disponibili in negozi di articoli per dolci)
Istruzioni:
  1. Inizia riscaldando il succo di limone o di lime in una piccola pentola. Aggiungi il glucosio (o sciroppo di mais) e mescola bene fino a quando si scioglie completamente. Rimuovi dal fuoco e lascia raffreddare leggermente.
  2. In una ciotola grande, versa 3 tazze di zucchero granulato. Fai un po’ di spazio al centro del monticello di zucchero per creare una cavità.
  3. Versa lentamente il composto di succo di limone e glucosio nella cavità creata nel passo precedente. Mescola il tutto con un cucchiaio di legno fino a ottenere un composto umido e granuloso.
  4. Aggiungi l’uovo e continua a mescolare fino a ottenere un impasto uniforme. Se l’impasto è troppo secco, puoi aggiungere un po’ di acqua (circa un cucchiaio alla volta) per raggiungere la giusta consistenza.
  5. Dividi l’impasto in piccole porzioni e colorale con i coloranti alimentari in gel o in polvere. Mescola bene fino a ottenere il colore desiderato. Puoi creare diversi colori per le tue calaveras.
  6. Riempire gli stampi per calaveras con l’impasto colorato. Compattalo bene nei moldi per assicurarti che mantengano la forma.
  7. Lascia asciugare le calaveras in uno spazio fresco e asciutto per almeno 24 ore o fino a quando diventano dure e possono essere rimosse facilmente dagli stampi.
  8. Una volta asciutte, puoi decorare le calaveras con glassa reale colorata, gemme commestibili o altri dettagli decorativi. Lascia asciugare la glassa prima di toccare o impilare le calaveras.

Le Calaveras de Azúcar possono essere consumate in seguito o tenute come oggetti decorativi.

N.B.:Immagine di copertina generata da intelligenza artificiale

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GianPiero Trovato
GianPiero Trovato
Mangio libri di cibernetica, insalate di matematica, amo la tecnologia e senza non posso vivere. Sono curioso e soddisfare le curiosità altrui è la mia mission. La rete è il mio mondo e la mia casa.