Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, un paesaggio di…vino

Sono milioni in tutto il mondo gli estimatori del Prosecco, ma in quanti sanno che le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene del Veneto sono state iscritte nella Lista del Patrimonio Mondiale dell‘UNESCO come paesaggio culturale? Alla stessa stregua dei paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e Monferrato. Ma anche come le 5 Terre, la Costiera Amalfitana, le Ville e i Giardini Medicei, le terre del Cilento e Vallo di Diano.

i paesaggi culturali sono rappresentativi delle diverse regioni del mondo. Opere combinate della natura e dell’uomo, esprimono un lungo e intimo rapporto tra i popoli e il loro ambiente naturale. Alcuni luoghi, come ad esempio le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, riflettono specifiche tecniche di uso del suolo che garantiscono e sostengono la diversità biologica. Fanno parte della nostra identità collettiva e sottolineano le interazioni tra l’uomo e il suo ambiente.

vitigni di prosecco visti molto da vicino con grappoli in maturazione
vitigni di Prosecco – licenza CC

Le colline del prosecco, il paesaggio a mosaico

Le colline del Prosecco di Valdobbiadene e Conegliano rappresentano dunque uno dei territori vitivinicoli più pregiati e iconici d’Italia, sede della produzione di uno dei vini più amati al mondo: il Prosecco. L’aspetto a mosaico del paesaggio è il risultato della coltivazione dei piccoli vigneti sui ciglioni delle colline (piccoli vigneti su strette terrazze erbose),che coesistono con angoli di foresta, piccoli boschi, siepi e filari di alberi. L’uso dei ciglioni, quindi, ha creato un particolare paesaggio a scacchiera formato da filari di viti parallele e verticali rispetto alla pendenza.

esempio di coltivazione a bellusssera visto dall'alto forme geometriche fatte con filari simili ad un alveare
Bellussera tipico paesaggio visto dall’alto – foto UNESCO

Un metodo che arriva dall’ Ottocento, la “bellussera”

Questo paesaggio a scacchiera, o mosaico, tipico delle colline del Prosecco, vanta una tradizione di più di 150 anni ed è frutto di una tecnica di coltivazione della vite denominata “bellussera” . La bellussera, ideata dai fratelli Bellussi di Tezze di Piave per combattere la Peronospora alla fine dell’800, prevede una disposizione geometrica delle piante di vite realizzata attraverso l’utilizzo di file di pali in legno alti circa 3 o 4 metri. Le sommità, unite con fili di ferro, si incrociano formando una raggiera che, da una veduta aerea, appare come un gigantesco alveare.

Con questa tecnica le piante delle viti risultano molto alte rispetto al terreno, la vegetazione e la produzione vengono così mantenute lontane dal suolo evitando sia i danni dovuti agli insetti di terra, sia quelli per le brinate primaverili e nebbie autunnali. Questo metodo antico consente tuttora una viticoltura esclusivamente a mano. Questo metodo, inoltre, aveva anche altri vantaggi: una maggiore quantità di frutto per ettaro e la possibilità di sfruttare l’interno dei larghi corridoi dei filari con coltivazioni a ortaggio. Insomma un perfetto eco-sistema. Oggi la bellussera è caduta in disuso. Nonostante ciò per alcune qualità di vini risulta ancora una tecnica valida e ancora utilizzata.

colline con piccola casa e coltivate a vigneti a terrazza
tipico paesaggio tra Conegliano e VAldobbiadene – foto UNESCO

Le uve

La varietà di uva predominante utilizzata per la produzione del Prosecco è la “Glera”, che costituisce almeno il 85% del vino. Altre varietà a bacca bianca, come Verdiso, Bianchetta, Perera e Glera Lunga, possono essere utilizzate in percentuali minori per aggiungere complessità aromatica.

Caratteristiche Tecniche e Sensoriali

Il Prosecco è riconoscibile per la sua viva effervescenza e il perlage fine e persistente. Il colore varia dal giallo paglierino al verde brillante, a seconda dello stile e del livello di maturità delle uve. Il profilo aromatico è dominato da note floreali, come fiori di acacia, glicine e mughetto, accompagnate da sfumature di frutta fresca come mela verde, pera e pesca bianca.

La presenza di una piacevole acidità conferisce al Prosecco la sua vivacità e freschezza, bilanciando perfettamente la dolcezza residua. La gradazione alcolica generalmente oscilla tra il 10,5% e il 12,5%, contribuendo alla leggerezza e alla bevibilità del vino. Le numerose cantine lungo la strada delle colline del Prosecco , offrono degustazioni di tutte le sue varianti: brut, extra dry, dry, millesimato, superiore e cartizze.

calice di prosecco con tovagliolo bianco da ristorante in una scena nottunra
calice di prosecco – licenza CC

Il metodo Charmat

Dopo la vendemmia, le uve vengono pressate delicatamente per ottenere il mosto, che subisce una fermentazione primaria in contenitori in acciaio inox a temperatura controllata. Questo aiuta a preservare le delicate caratteristiche aromatiche delle uve Glera. Durante questa fase, l’uso di lieviti selezionati può influenzare il profilo aromatico e il carattere del Prosecco.

Una volta terminata la fermentazione primaria, il vino base viene assemblato, dando luogo a diversi stili di Prosecco, dalla versione tranquilla a quella frizzante o spumante. Il metodo tradizionale per ottenere il Prosecco spumante coinvolge una seconda fermentazione all’interno di autoclavi di acciaio inox, noto come Metodo Charmat. Durante questa fase, zuccheri e lieviti vengono aggiunti al vino base, creando la caratteristica effervescenza del Prosecco.

il castello di conegliano sulle colline del Prosecco su un altura con parco sottostante cielo grigio bandiere sui pennoni della torre
Castello di Conegliano – licenza CC

Un itinerario turistico da Conegliano a Valdobbiadene

Per gustare a pieno le bellezze delle colline del Prosecco ho costruito un itinerario che ti porterà alla scoperta dei paesaggi e delle eccellenze artigiane. Si parte ovviamente da Conegliano (TV). Qui si può ammirare il Castello medievale, il Duomo, Palazzo Sarcinelli e la Casa del pittore rinascimentale Cima da Conegliano. Si prosegue per La Pieve romanica di San Pietro di Feletto per poi raggiungere il Molinetto della Croda. Qui immerso tra vigneti e cascatelle si trova un suggestivo mulino ad acqua del XVII secolo.

A seguire Refrontolo famoso per il Museo del Cucito e della Moda ma soprattutto per il Museo del Vino, che racconta la tradizione vitivinicola della zona. Infine tappa a Valdobbiadene, la capitale del prosecco. Qui oltre a gustare qualche calice si può visitare il centro storico con la Chiesa di San Gregorio Magno, il Palazzo Piva e la Villa dei Cedri. Se hai ancora tempo e voglia di camminare, puoi fare una passeggiata sul Monte Altare o sul Monte Moncader, da dove potrai godere di una vista panoramica sulle colline del prosecco.

coline del Prosecco panorama visto da un altura cn tanti piccoli filari
veduta delle colline del Prosecco – licenza CC
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Wako Kid
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Musicista giramondo Dice di sé: Amo viaggiare, conoscere luoghi, persone, meglio se diverse e lontane dalla propria cultura, per osservare, conoscere, approfondire, ampliando cosi il bagaglio di esperienze vissute. Sono curioso e sempre in cerca della verità, intesa come giustizia del vero. Amo tutto ciò che è genuina espressione di sentimenti e emozioni umane. Dall’arte e letteratura, alla pittura, fino alla cucina e alle tradizioni popolari. La musica, sia classica che moderna, è la mia passione più importante, alla quale dedica maggior spazio e dedizione.