«Mi divido tra TikTok e Spotify: sui social faccio vedere il mio lato più ironico, nelle canzoni parlo di quello che vivo». Michelangelo Vizzini ha 20 anni ed è nato a Ostia. Finalista a Castrocaro nel 2015, nel 2020 Ha partecipato all’edizione di “Amici di Maria De Filippi”. Oggi è uno degli artisti più ricercati su Tik Tok su cui vanta più di 750k follower e 47,5m di like. Il 28 maggio è uscito in radio e sulle piattaforme streaming il suo ultimo singolo “Hollywood”.
La gavetta
Dopo anni di concorsi ed esibizioni in tv, Michelangelo Vizzini ha scelto di fare dei social il suo schermo preferito. «Così scelgo io cosa far vedere di me», dice. «Mia madre mi ha sempre spinto ovunque, per provare nuove strade e mettermi in gioco – racconta Michelangelo –. Ho partecipato anche a “Io Canto”. Poi “Amici” che è stata una bellissima esperienza. Mi aspettavo meno competizione, però mi ha fatto crescere anche quella».
Durante la sua partecipazione al talent ha ricevuto anche tanti commenti negativi. «Com’è possibile che chi non ti conosce ti giudichi così tanto? Non me lo spiego» dice Michelangelo con rammarico. Per questo ora ha deciso di usare TikTok per far conoscere la sua musica ma anche il suo lato più leggero e ironico. «Decido io cosa mostrare, senza filtri» spiega.
“Hollywood”
Nella sua ultima canzone “Hollywood” parla di una relazione finita. Nulla di inventato, nulla di finto, perché anche nel canto Michelangelo Vizzini sceglie di essere se stesso. «Con a musica mostro il mio lato più serio – dice – che in questo momento è molto malinconico. Probabilmente cambierà, perché nella vita si evolve tante volte. Arriveranno anche brani più leggeri».
Una canzone che parla di una storia d’amore che viene paragonata a un set da film, perché era talmente bella da sembrare una sceneggiatura. «Mi ricordo quel che ho vissuto – spiega Michelangelo –. Ho cercato di descriverlo in una canzone. Quando una relazione finisce c’è sempre qualcuno che porta rancore, è impossibile star bene. Ho, però, provato a parlarne da narratore esterno. Così diventa anche più universale, chiunque ci si può immedesimare».