Mindfulness e psicoterapia, due aiuti per il bruxismo

Un recente sondaggio dell‘Associazione dei Dentisti Americani (ADA) ha evidenziato come un elevato numero di pazienti presenti danni ai denti legati al bruxismo in stretto rapporto con un aumento di situazioni stressanti e ansiogene dovute alla pandemia di SARS-CoV2. Analoghi sondaggi fatti da associazioni di professionisti in Europa e in Italia arrivano a risultati molto simili. L’ultima indagine ha rilevato un aumento significativo di denti scheggiati o incrinati e un aumento dei sintomi riferiti all’articolazione temporo-mandibolare. Mai come in questo periodo è molto importante preservare la propria salute dentale, incluso vedere regolarmente il dentista per affrontare eventuali problemi che potrebbero avere un impatto negativo a lungo termine. Un aiuto per affrontare situazioni stressanti però può arrivare sia dalla mindfulness, sia dalla psicosomatica.

Affrontiamo tali tematiche insieme a Giuliana Cicuto Psicologa-Psicoterapeuta, Socia fondatrice dell’Istituto Psicoanalitico Mindfulness: addestrarsi al benessere e a Federica Gaeta, tecnico della Riabilitazione Psichiatrica e Istruttrice Qualificata di Mindfulness e protocollo MBSR .

Bruxismo, psicologia e psicosomatica

Mindfulness e psicoterapia, due aiuti per il bruxismo. dottoressa Giuliana Cicuto

Quando affrontiamo il tema del BRUXISMO da un punto di vista psicologico – spiega la psicologa Giuliana Cicuto -, ci addentriamo nella PSICOSOMATICA: una branca della psicologia che studia e spiega le connessioni mente-corpo con una lente di ingrandimento sui fattori psicologici che si attivano nel corpo e ne provocano dolore. Possiamo affermare che quando parliamo di psicosomatica facciamo riferimento al fatto che alcune energie psichiche non hanno ottenuto né parola né un accesso alla consapevolezza.

Quindi si collegano al corpo dove riescono a trovare un canale comunicativo più “semplice”, esprimendosi con dolori e sensazioni corporee che, se da un lato, nell’immediato, possono arrecare un certo sollievo, dall’altro, a lungo termine, possono far male…molto male…perché la psiche di ognuno di noi, in questo modo, entra in un meccanismo disfunzionale che arreca sia un disagio fisico sia psichico. Con il mio lavoro mi occupo di aiutare le persone a dare parola ai loro dolori, alle loro tensioni, alle loro fatiche, cercando una definizione emotiva del disagio fisico e/o psichico che portano in seduta.

In psicoterapia si dà parola alle emozioni. In uno spazio, riservato, tutelato dal segreto professionale, il paziente incontra un perfetto sconosciuto a cui sente, però, di potersi affidare e di cui si fida. Nella stanza d’analisi, il paziente inizia a porre, con l’aiuto del professionista, un ascolto particolare al proprio corpo, a ciò che gli trasmette, a ciò che gli fa sentire: amore/odio, sostegno/abbandono, tenerezza/sofferenza, gioia/dolore, rabbia/frustrazione, felicità/tristezza … e chi più ne ha più ne metta … l’elenco delle emozioni è lungo e la personalità di ognuno di noi decisamente complessa. Con lo psicoterapeuta si tenta di sbrogliare quella matassa che, con l’emergere di sintomi ed emozioni, sembra decisamente aggrovigliata.

Emozione = muovere fuori

Il termine “emozione” deriva dal latino “ex movere” e significa letteralmente “muovere fuori”. Dall’etimologia si possono individuare alcune caratteristiche circa l’aspetto dinamico delle emozioni. Ogni emozione si accompagna a delle sensazioni fisiche, talvolta molto intense, altre meno, che possono farci da guida nell’identificare il nostro stato interno, ma che, in uno stato di malessere, non riusciamo a definire bene. Ricordiamoci che le emozioni sono uno strumento molto utile che noi esseri umani abbiamo a disposizione per imparare a vivere al meglio ed essere il più possibile funzionali.

Il primo passo per avvicinarci alla comprensione delle emozioni è dunque quello di riconoscerle su noi stessi interrogando il nostro corpo. Nessuna emozione è di per sé distruttiva, tanto dipende dall’intensità con cui viene provata. La comprensione delle emozioni, della loro legittimità e dei pensieri che le accompagnano, sono spesso argomento centrale della psicoterapia e costituiscono quasi sempre la chiave di lettura per capire ed analizzare situazioni di malessere psicologico e di conflitto interpersonale.

Bruxismo, affontare la vita a denti stretti

Tornando al bruxismo, la persona che ne soffre, tendenzialmente, è un soggetto ansioso, assillato da stati di tensione e aggressività non espressa che lo costringono, anche se inconsapevolmente, a incanalare tali emozioni attraverso il corpo. “Affrontare la vita a denti stretti”  può sembrare una frase fatta, ma coglie il nesso che c’è tra la pratica inconsapevole del bruxismo e i fattori psicologici ad essa associati. “A denti stretti” è come la persona vive, non concedendosi lo spazio utile al fine di elaborare tutte le fatiche quotidiane.

Tendenzialmente, nel digrignare, vi è un bisogno di elaborare psicologicamente degli eventi a cui ci si sottopone contro voglia, “nonostante tutto”. Tale difficoltà è spesso associata al “non saper dire di no”, quindi all’attivazione di sensi di colpa quando ciò accade. Nel serrare i denti vi è anche un significato psicologico legato al blocco della tensione emotiva che non ci si concede coscientemente. In tale dinamica persiste una rabbia che viene trattenuta e accumulata nel tempo; si vive la vita come “una prova di forza” e non si può perdere …

Mindfulness e psicoterapia, due aiuti per il bruxismo.
Mindfulness e psicoterapia, due aiuti per il bruxismo

E’ possibile “prevenire” tutto ciò?

A questa domanda possiamo rispondere di sì …E con quali strumenti? Se ne conoscono molti e variegati, dal bite alla fisioterapia, dalla mindfulness alla psicoterapia; ognuno sceglie ciò che più gli si addice. Indipendentemente dalla scelta, possiamo notare che c’è un elemento comune fra i vari approcci ed è il “noi”, la “nostra persona” …Migliorando la conoscenza di noi stessi, recuperando le nostre risorse che, in uno stato ansioso si sono perse, trasformando i nostri limiti in forze ed accettando i nostri aspetti più sensibili possiamo riuscire a vivere in modo più funzionale.

Mi permetto anche di sottolineare che un umore contornato da amarezza, rabbia e tristezza (sintomi conseguenti o che accompagnano quelli ansiosi), pregiudica anche le relazioni interpersonali oltre che le nostre giornate. Ascoltarsi, capire, valutare le situazioni e tutto quello che da esse deriva, aiuta senza alcun dubbio a comprendere il vero valore delle cose. Risulta evidente, allora, che prendersi cura di sé significa non solo prendersi cura del proprio corpo, ma anche delle proprie emozioni poiché, in virtù della stretta relazione esistente, saperle riconoscere ed esprimerle in modo sano, contribuisce alla creazione di quel circolo virtuoso del benessere fisico e psicologico che migliora la qualità della vita, ci rende più equilibrati e la nostra persona, più in confidenza con il proprio mondo interno, si arricchisce di consapevolezza.

Mindfulness, la pratica della consapevolezza

Addentriamoci ora alla scoperta della Mindfulness insieme a Federica Gaeta, istruttrice qualificata di Mindfulness e protocollo MBSR. “Che cosa stanno sentendo in questo momento le tue mani? Come viene percepita dai tuoi polpastrelli la superficie di ciò che stai toccando? Cosa toccano i tuoi piedi? Sei forse di fretta? Stai serrando le mascelle o strizzando gli occhi mentre leggi queste parole? Le stai leggendo velocemente o ti stai dando il tempo di assorbirle? Il tuo cuore è sereno o porta con sé dei pesi? Se qualcuno ti spingesse in questo momento o ti parlasse in modo sgarbato, quale sarebbe la tua prima reazione? E se potessi fare un’azione gentile verso di te proprio adesso…cosa faresti?

Se ti sei preso alcuni secondi di tempo per rispondere a ciascuna di queste domande, ecco che hai fatto un po’ di Mindfulness: hai portato piccoli attimi di consapevolezza nella tua giornata. Non l’hai fatto? Nessun problema, puoi farlo ora! Ogni momento è buono per ricominciare, semplicemente tornando indietro, rileggendo le domande e regalandoti il tempo per ascoltarti. Non è tempo sprecato, e sentirai la differenza.

Il pilota automatico

La Mindfulness è una pratica basata sulla consapevolezza. Essere consapevoli vuol dire incontrare con curiosità il corpo (le sensazioni fisiche), la mente (pensieri, ricordi, riflessioni, convinzioni) e il cuore (le emozioni) che abbiamo in questo momento, senza giudicare quello che troviamo. E’ un modo significativamente diverso da come siamo normalmente consapevoli nelle nostre giornate. Il più delle volte infatti, siamo immersi in un fiume di pensieri e reazioni automatiche che ben poco hanno a che fare con una reale consapevolezza.

Un esempio classico è quello del guidare. Presi dal traffico, muoviamo automaticamente le mani, magari accendiamo la radio appena entriamo, e subito ci scaldiamo se l’automobilista davanti a noi non parte immediatamente col verde, se siamo fermi in un ingorgo o se qualcuno non ci dà la precedenza. Sono reazioni automatiche, perfettamente normali, ma che ci bloccano in uno schema di comportamento che non porta benessere: il pilota automatico. 

Il riconoscimento consapevole

Questo meccanismo può attivarsi in qualsiasi momento, per esempio quando mangiamo. Che sapore hanno i cibi che stiamo masticando? e come li mastichiamo? percepiamo il senso di sazietà oppure andiamo avanti a mangiare accorgendoci solo dopo di aver mangiato troppo? Oppure quando siamo chiaramente stressati. Nei momenti difficili, dove va la nostra mente? Cosa sentiamo nel corpo? Come parliamo alle altre persone, o cosa pensiamo di noi stessi? Spesso non sappiamo rispondere a queste domande perché, appunto, si attiva il pilota automatico che decide al posto nostro.

Quando siamo in preda a emozioni incontrollate: ansia, rabbia, paura, tristezza, noia, se non riconosciute in modo consapevole, definiscono il nostro comportamento, il nostro umore e la nostra qualità di vita scende drasticamente. La consueta mancanza di consapevolezza della vita moderna ci porta a vivere la vita senza consapevolezza, in modo passivo, in balia di qualsiasi cosa ci capiti e spesso senza sapere cosa fare per stare meglio.

Mindfulness e psicoterapia, due aiuti per il bruxismo.
Mindfulness e psicoterapia, due aiuti per il bruxismo

L’addestramento alla consapevolezza

Addestrandoci alle abilità di consapevolezza invece, aiutiamo la mente ad alleggerirsi dei preconcetti e delle idee su noi stessi, sugli altri o sulle esperienze. Riduciamo il peso del giudizio e del pregiudizio, che non ci permettono di vedere chiaramente, e troviamo nuovi spazi di freschezza e libertà.

Vivremo più pienamente anche le esperienze di gioia, che saranno di una gioia autentica, più ricca, non contaminata dalla paura di perdere l’oggetto del nostro piacere, e le esperienze di dolore (per esempio, tensioni e dolori fisici o sofferenze mentali) saranno incontrate con maggiore distacco e compassione, senza farci travolgere dal pilota automatico che, al contrario, ci imprigiona in un circolo vizioso fatto di abitudini, reazioni, pensieri e comportamenti spesso non utili“.

Dr. Paolo Levis
Dr. Paolo Levis
Laurea in Medicina e Chirurgia. Specializzazione in Chirurgia d'Urgenza e Pronto Soccorso. Specializzazione in Odontostomatologia e Protesi Dentaria. Master in Sviluppo della Salute orale nelle comunità svantaggiate e nei Paesi in via di sviluppo. Membro dell'Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica (AIOP), socio della Società Italiana di Parodontologia (SIdP), membro della Digital Dental Academy, socio del Florence Perio Group.