Opere incompiute: uno spreco da quasi 2 miliardi di euro

L’italia e suoi meandri infiniti di contraddizioni, luoghi comuni e verità pesanti, come quella delle opere incompiute che troneggiano sullo Stivale come un graffiti su un marmo di Bernini. Il nostro Paese, purtroppo, è ben famoso in tutto il mondo anche per gli sprechi infrastrutturali, che non sono propriamente un orgoglio nazionale.

Uno studio effettuato dall’impresa Silvi Costruzioni Edili evidenzia uno spreco per le opere incompiute in Italia pari a 1,82 miliardi di euro, includendo immobili sottoposti a tutela delle Belle Arti, che tra la committenza annovera anche quella pubblica ed istituzionale, nonché importanti Fondi Immobiliari per i quali ha realizzato “strip out” e ristrutturazioni globali di particolare importanza, come quella del Centro Direzionale AGIP di Roma.

A febbraio 2023, Silvi Costruzioni Edili (Chief Research Officer il sociologo Alejandro Jantus per l’International Center for Social Research) ha elaborato i dati, aggregando le evidenze del Sistema Informativo Monitoraggio Opere Incompiute del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Anagrafe delle Opere Incompiute) e delle singole Regioni.

Geografia 2023 dello spreco infrastrutturale in Italia

Il risultato è una aggiornatissima “Geografia 2023 dello spreco infrastrutturale in Italia” in cui Silvi Costruzioni Edili fa il punto di una situazione non certo brillantissima.

Opere incompiute - un grafico a torta con tabella valori affianco

“A caratterizzare la situazione italiana ancora troppe inefficienze, sprechi ma soprattutto procedimenti burocratici che nel nostro Paese sono molto farraginosisottolinea Gianni Silvi, CEO di Silvi Costruzioni Edili.

“E che dire dei nostri immobili: in Italia oltre 6 immobili su 10 sono obsoleti” rincara la dose Silvia Silvi, General Manager della Silvi Costruzioni.

Oltre agli immobili obsoleti, le opere incompiute in Italia sono ben 353, distribuite su tutto il territorio nazionale, con una maggiore concentrazione nelle isole maggiori e con due sole province escluse: Bolzano e Trento.

Sicilia e Sardegna nelle prime posizioni

Al primo posto dello spreco infrastrutturale si classifica la Sicilia con 138 opere incompiute ed uno spreco di 401,9 milioni di euro, pari al 22,1% del dato nazionale che somma appunto 1,82 miliardi di euro.

Escludendo però il dato sovra-nazionale, il peso della Sicilia rispetto alle altre regioni sale addirittura al 34,6%, mentre la Sardegna si colloca al secondo posto con il 20,8% seguita da Molise (11,5%), Lombardia (9,2%) e Calabria (5,9%). Insomma queste 5 regioni insieme pesano per l’82%.

In quanto al valore economico, la Sardegna con 47 opere incompiute totalizza uno sperpero di 241,4 milioni di euro e —sempre sul podio— il Molise ne somma 133,7 con appena 11 opere.

Seguono Lombardia con 107,5 milioni per un totale di 19 opere, Calabria con 68,4 milioni per un totale di 20 opere, Basilicata con 39,9 milioni per un totale di 11 opere e Puglia con 35,4 milioni per un totale di 27 opere.

Poi ancora troviamo il Lazio con 29,6 milioni (26 opere), le Marche con 29,5 milioni (12 opere), il Veneto con 14,2 milioni (8 opere), la Toscana con 14,1 milioni (13 opere), la Liguria con 14 milioni (2 opere), il Piemonte con 8,5 milioni (3 opere), l’Emilia Romagna con 8 milioni (6 opere), l’Umbria con 5,1 milioni (8 opere), la Campania con 4,2 milioni (5 opere), l’Abruzzo con 4,1 milioni (5 opere), la Valle d’Aosta con 2,7 milioni (1 opera) ed il Friuli Venezia Giulia con 914 mila euro (2 opere).

Zero spreco invece nella Provincia Autonoma di Bolzano ed in quella di Trento dove non è stata segnalata alcuna opera incompiuta.

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Almadarte esprime la mia passione per tutto il bello che la vita ci regala. L’arte, il teatro, la musica, il cibo, la poesia. La bellezza è una qualità che diventa sensibile alla prima impressione, l’anima l’apprende e riconosciutala, l’accoglie e in un certo modo le si accorda. 43 anni studi classici, amante dell’arte figurativa in modo particolare, desiderosa di apprendere e curiosa di ogni forma di cultura, osservatrice attenta dell’arte culinaria fa suo il motto di George Bernard Shaw “non c’è amore più sincero di quello per il cibo”