L’orso M49: l’animale che ama la libertà.

Da Baloo a Ted, passando per Yoghi e Koda, senza dimenticare Winnie the Pooh, l’orso nei cartoni animati è sempre buono, giuggerellone e tanto, tanto coccoloso. Nella realtà, non so quanti bambini abbraccerebbero fiduciosi un orso bruno, ne quanti genitori li invoglierebbero a farlo. E’grande, possente. Una solitaria figura dei boschi e delle foreste che se si incontra non ispira propriamente tenerezza, ma timore, se non paura.

L’orso bruno, o comunemente orso, è un animale con un rischio minimo di estinzione. E’ conosciuto da sempre come l’animale che, nel periodo invernale, va in letargo. Ma scopriamo alcune curiosità e caratteristiche su questo possente animale.

Lo sapevi che?

Continuando a parlare di letargo, lo sapevi che il sonno dell’orso bruno può durare fino a 6 mesi? Bisogna, però, precisare che non si tratta di un vero e proprio letargo perchè nel corso della giornata, quando la temperatura è più calda, l’animale esce per procurarsi il cibo.

Dietro l’Ursus arctos, nome latino dell’orso bruno, si nasconde una piccola curiosità. Il nome è in realtà composto da una parola in latina e l’altra in greco e il significato è semplicemente “orso orso”.
L’orso bruno rappresenta fin da sempre una delle specie più grandi di esemplari ed è quella maggiormente distribuita nel mondo. Per riconosce questo possente animale non bisogna fare altro che guardare la gobba che è presente sulla schiena. Si dice, infatti, che l’animale la usi per scavarsi la tana.

Possiamo trovare l’orso bruno negli Stati Uniti, in Asia Centrale, in Russia e in Canada. In Europa lo troviamo soprattutto nei boschi. L’unico requisito per il suo habitat, infatti, deve essere una folta coltura che gli possa consentire di rifugiarsi durante il giorno.

Un paio di curiosità: nei cartoni animati va sempre a caccia di miele, ma in realtà non mangia miele, bensì le larve di api. Infine, dovete sapere che corre quattro volte più veloce di un uomo quindi, se lo incontrate, non tentate di scappare, vi raggiungerebbe in un battibaleno. Cercate piuttosto di non fare movimenti bruschi, tornate sui vostri passi e lasciategli una via di fuga.

Orso M49 in libertà

Si tratta dell’orso M49, un esemplare ormai famoso. E’ infatti noto per le sue fughe. Questa non è la prima volta che scappa. L’onnivoro si era già dato alla fuga nell’estate del 2019 dal recinto del Casteller, alle porte di Trento. Dopo questo episodio, l’intervento è stato tempestivo. Dopo la cattura, per tenerlo sotto controllo gli è stato applicato un collare che segnala qualsiasi suo spostamento. Ma all’orso M49, non è bastato neanche questo ed è fuggito una seconda volta. Da luglio, infatti, è di nuovo ricercato.

Ma grazie al collare, che possiede un sistema di geolocalizzazione, è stato possibile vedere ogni suo spostamento. Ma M49 è furbo, sagace e troppo ghiotto di libertà. Infatti, il 21 agosto, diverse verifiche hanno rilevato che il sistema emetteva dei segnali di mortalità, che ha dato atto ad una immediata ricerca sul posto ma i sorveglianti hanno avuto un’amara sorpresa. L’orso si era staccato il collare e lo aveva lasciato a terra, in perfette condizioni.

La speranza ora è di ritrovarlo seguendo le sue tracce biologiche e i segni del suo passaggio. Ce la farà il nostro eroe a mantenere la latitanza?

Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.