oZZo DeeJay & Producer: “Hello” il nuovo singolo tra Milano e Los Angeles

oZZo, scritto rigorosamente così, axa Ivano Tomba, è per sua stessa definizione: “una faccia elettronica con l’attitudine rock”. Musicista, compositore, strumentista, arrangiatore, DeeJay, producer: partenza da Milano, destinazione Los Angeles. Il sogno americano, un “american dream” sotto la Madonnina. Tutto, cioè questo articolo -intervista, nasce dalla pubblicazione del video “Hello”.

“Hello” single & video

Il brano nasce dalla collaborazione col DJ/Producer milanese, ma californiano d’adozione, 7skies.

Contaminazioni rock su una base elettronica, o “viceversa” (riecheggiamento sanremese): ritmica martellante, un ritornello vocalizzato che entra immediatamente in testa, atmosfere molto anni ’90, che però mantengono una propria originalità. Dance, sì, ma non solo.

E anche il remix non scherza: ascoltare per credere.

Il video poi, passatemi il termine non propriamente giornalistico, è una figata: una telecamera, un club privè, una gabbia, un palo per la lap-dance, e tanta sensualità. Sexy senza essere volgare, ambiguo al punto giusto, e la storia che si sposa perfettamente con la musica. Perfetto. Assolutamente da vedere.

Video credits: Produzione: oZZo, Kodobeat – Director : Helena Gudkova.

Music credits: Produzione: oZZo e Jacopo Festa. Hanno suonato: oZZo (chitarre, synth e sequenze), Alessio Corradi (voce), Riccardo Ierardi (batteria).

Intervista

In tempi di lockdown, ci si arrangia come si può, con i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione.

Sono sincero, il video e la canzone mi hanno davvero incuriosito ed entusiasmato, così ho colto al volo l’occasione per scambiare quattro (facciamo cinque o sei), chiacchiere con Ivano, axa oZZo.

“oZZo non è un progetto solista, ma neanche una band. E’ un concetto, una storia fatta di sentimenti, musica e passione”, leggo nelle tue note biografiche. Vuoi raccontarci un po’ di te?

Ciao ragazzi e ben trovati. Allora cercherò di essere il più stringato possibile cosa che per me è davvero difficile, ma promesso ci proverò.

Nasco artisticamente nella prima metà degli anni 90, in quel calderone musicale in fermento chiamata “Milano Hardcore”, la scena punk hardcore che insieme a Torino e Roma vantava il più alto numero di band in attività. Fondo i PHP e inizio a girare un po’ di Italia e Europa col nostro furgone. Calpesto i palchi dei più grossi e famosi centri sociali e squot facendomi davvero le ossa, musicalmente parlando.

In quel periodo suonare era sempre una festa, molta sostanza e molta attività live.

Col passare degli anni e il cambio di varie band (ho suonato nei Mellowtoy) fondo gli Audrey e siamo intorno al 2014, e inizia cosi il mio primo avvicinamento e le prime contaminazioni del genere metalcore con suoni più elettronici, che ci porta a Ri-scrivere la cover di “It’s no good” dei Depeche Mode.

Da li a poco, dopo aver girato mezza Europa, la band arriva al suo capolinea e dopo 2 anni di stop senza musica si fa strada il progetto “oZZo”, che come dicevamo prima è nato come necessità primaria e personale più che artistica, io senza musica non vivo.

Come nasce il nickname oZZo?

So che potrà far ridere, ridere ma nessuno lo sa e tanto meno io. Da quando suono e ho memoria, in pochi mi chiamano Ivano, lascio il privilegio a mia mamma che ancora oggi quando combino qualcosa mi chiama per nome.

Posso supporre e sorridere con voi, che derivi da un vezzeggiativo del mio periodo punk ,che da Ivanozzo si è poi trasformato in oZZo; per me poi oZZo è diventato sempre più una caratteristica, più che un nome, spesso nell’ambiente musicale mi dicono “si sente che c’è il tocco di oZZo”.

ozzo "Hello" nuovo singolo del deejay producer milanese. nella foto ozzo che indossa un giubbotto di pelle nera, una t-shirt biance con impressa una faccia di donna, e le cuffie che coprono gli occhi
Parlaci del tuo primo Ep “#Pastislost”.

Risale al 2018 (aprile), l’usicita di “#pastislost” il mio primo EP con 6 brani al suo interno, trainato dal singolo “As fast as you can”, reo di essere diventato la colonna sonora di uno spot televisivo, di una azienda energetica italo francese.

“#pastislost” è la sintesi del concetto oZZo: una faccia elettronica con l’attitudine rock. Ormai da un paio d’anni stavo sperimentando nuovi linguaggi e mi ero spinto ben oltre il linguaggio metal – rock alternative, e avevo aggiunto sempre più elementi molto vicini alla musica dance, malgrado i brani dell’ep fossero tutti composti e arrangiati per una band (basso chitarra voce batteria synth).

Si va da tracce piu vecchio stile come “Change” fino a contaminazioni dubstep come in “As fast as you can”, per passare ad episodi totalmente elettronici come in “Crazy”, cover e rivisitazione del singolo di Seal.

#Pastislost” due anni dopo?

Se dovessi dire chi è oZZo a due anni di distanza direi ancora “#pastislost”: un connubio di elettronica e rock. Ne fa da testimone la voce di Alessio Corrado, conosciuto ai più come cantante dei Jellygoat, band dalle sonorità di Seattle. Ed è stata proprio la sua voce a dare il la all’evoluzione di oZZo (sia come band che come progetto). Uscire totalmente dagli schemi che avevano caratterizzato la mia precedente esperienza musicale, sempre chiusa in dogmi dettati dal genere che andavo a suonare.

Io sono sempre stato un curioso di natura (sarà la deformazione professionale, sono un fotografo e art director), e quello che mi andava sempre più stretto era la monotonia del linguaggio musicale e l’impossibilità di contaminare fino in fondo.

Ora con oZZo la colpa è solo mia e sono finalmente libero.

La collaborazione con i californiani: Los Angeles e Milano sono così vicine, o non sono poi così lontane?

Eheh…guarda in questa situazione di lockdown mi voglio guardare indietro e a stento credo a quello che ho combinato, nel mio piccolo, nel 2019.

Tutto parte sempre dalla curiosità artistica, e la mia voglia di esplorare nuovi linguaggi e sonorità, e perché no, mischiarle. Quasi per scherzo ho preso un brano del mio Ep (la cover “Crazy”), e ne ho fatto un remix a tutti gli effetti. Cassa in quattro, sub e sound design, che più lontano dal mondo rock non poteva essere. L’esperimento devo dire che mi ha aperto sia gli occhi che il cuore.

E poi?

Da quel brano edito e uscito per Smillax Record è nata poi una sfida e per me una nuova direzione artistica; ho preso un altro brano del disco (“Change”) che era il pezzo diciamo più metal/attitude e ne ho fatto un remix tra l’electropop e la dubstep.

Non mi sono fermato e ancora un brano del mio Ep (“Choices”) è diventato un nuovo remix dalle chiare sonorità future house.

Insomma senza volerlo, e per graduale e normale evoluzione artistica, mi sono spostato verso il modo del dj/producer prendendo a tutti gli effetti i miei pezzi e portarli “altri” palchi, in questo caso in consolle come dj.

E qui arrivano i californiani…

Esatto. Inizia cosi la mia collaborazione con il consorzio di artisti/dj e producer Standalone-music, che vede al posto di comando un grande dj/producer italiano, ma di adozione californiano 7skies, e che annovera nella sua scuderia artisti del calibro di KHSMR , Steve Aoki, Garrix.

Per questo “club esclusivo” e con immenso onore e timore reverenziale ho iniziato a collaborare, con la creazione di sound pack per gli addetti ai lavori per le piattaforme, e i daw più famosi nell’ambiente dei producer. Insomma un cerchio che si chiudeva; partito dalla chitarra (anche se punk hardcore), arrivo all’elettronica per dare poi il mio contributo a questo mondo con il mio sound di chitarra.

Le distanze si annullano e Milano (Italia) o Los Angeles (California, USA), diventa solo una geolocalizzazione che perde piano piano la sua distanza e sono sicuro che sarà sempre cosi e speriamo che l’Italia possa diventare lentamente la nuova California (eheheh).

Ti senti più musicista o Deejay?

Dalla mia storia puoi immaginare che mai domanda fu più opportuna.

Il curriculum direbbe più musicista che dj/producer, ma che è vero anche che il mio approccio al dj setting e alla produzione elettronica è da musicista, e gli addetti ai lavori con cui collaboro se ne sono accorti.

Nei remix che ho citato sopra compaiono senza discriminazione di sorta insert di chitarre distorte e droppate nascoste nei meandri delle frequenze dei synth, e soprattutto nelle mie performance da dj non mi vergogno a dirti che ho inserito senza problemi la batteria acustica (a livello visual ti posso citare i Chainsmokers).

Producer e arrangiatore

Posso dirti che però, soprattutto nell’ultimo anno, il fatto di essere nato come musicista in senso classico del termine, mi sta aiutando tantissimo nell’attività di producer e mi permette di spaziare in vari e diversi tra loro generi.

Esempio pratico, il progetto Wolf Theory, nel quale sono entrato a gamba tesa come producer e arrangiatore, e poi sono diventato membro ufficiale della band perché la parte elettronica stava diventando preponderante (e stiamo parlando di un progetto che vede al suo interno membri di Exilia e Mellowtoy, quindi metal),

Ho notato, ascoltando alcune tuoi brani, una “similitudine” con Daniel Powter. Te l’ha mai fatto notare nessuno?

Devo ammetterlo non hai fatto proprio un paragone da poco, credo che tutti ricordino il suo brano più celebre “Bad day”, però lo ammetto, no non me lo hanno mai fatto notare, ma adesso che mi hai messo la pulce nell’orecchio andrò a riascoltarlo e magari non solo il singolo, eheheheeh.

Parlaci del tuo nuovo single “Hello”.

Il singolo “Hello” e il suo remix sempre prodotto e scritto da me, è il frutto e anche galeotto della collaborazione con 7skies.

Infatti il mix e il mastering del singolo, e qua e là qualche spunto di additional production, sono frutto proprio del producer italo/californiano.

Lavorando a stretto contatto con lui e il suo assistente (XWARE, che vi suggerisco di andare a sbirciare on line), ho avuto la possibilità di entrare da un portone gigantesco nel mondo della elettronica, scoprendo i dietro le quinte e i tricks di produzione. Insomma linfa vitale per il vecchio oZZo curioso e vorace di contaminazioni.

la copertina di hello, nuovo singolo di ozzo, che ritrae dei grattacieli di una città americana
Contaminazioni?

Certo! Musicalmente, il brano sancisce l’ennesimo mio passo di avvicinamento del vecchio mondo rock a quello electro; infatti la distanza che c’è tra la versione originale e il suo remix non è cosi abissale come poteva essere in brani come “Change” / “Change rmx”.

Il titolo non è un caso che sia Hello, “Ciao”, una sorta di presentazione, “I wanna introduce me“: ecco ci sono e continuo sulla mia strada.

Purtroppo, e qui parlo per il mercato italiano, è difficile capire come per quanto riguarda oZZo non ci sia differenza tra performer – dj – producer – set band – perché fanno parte del mio show e “Hello“, musicalmente vuole proprio rappresentare questo, l’azzeramento delle distanze.

Solo mercato italiano?

Dico mercato italiano anche se non è, come il mio sound lo suggerisce, l’unico mercato a cui mi rivolgo, perché in questi due anni mi sono sentito spesso fare la domanda, come è il mondo del djset oppure come è la scena rock, ma poche volte la domanda è stata “come vivi il tuo progetto nella scena musicale attuale”, la risposta sarebbe stata, “come un pesce fuor d’acqua ;)”.

Il video è davvero super: sensuale, provocatorio, ambiguo al punto giusto. Come è nata la sceneggiatura.

Si, hai detto bene: ambiguo al punto giusto e non oltre. La regia del video è stata come sempre  affidata a Helena Gudkova (cameragirlhelena), mia compagna di video e visual fin dai tempi degli Audrey. Di lei mi fido e so che sa leggere bene nella mia testa, senza bisogno di perdere tempo in chiacchiere.

L’idea della sceneggiatura quindi è un mix della mia, embrionale e molto semplice, con gli innesti geniali della regista.

La storia apparentemente banale del video di “Hello“, esprime il concetto del: nella vita siamo il risultato delle nostre scelte e da quelle spesso dipende la nostra storia.

Ho voluto inserire come protagonista principale Elisa, la mia nipotina che ai tempi delle riprese aveva 2 anni e attraverso lei abbiamo raccontato le paure e i ricordi di una bambina che cresce e fa i conti col suo essere e diventare donna.

Il fatto che cinematograficamente ci siano dei riferimenti più o meno espliciti a mondi come Madonna (“Frozen”) e a film come “Dal tramonto all’alba”, fa parte della mia deformazione professionale che cerca sempre di posizionare un prodotto anche sul mercato.

Quale sarà il seguito di “Hello”?

In questi due mesi di Lockdown sto scrivendo e producendo molto; sto lavorando in particolare su due brani che ovviamente sono uno agli antipodi dell’altro, esattamente come è il mio mood in questi giorni di incertezza.

Questa mia schizofrenia artistica mi ha permesso di produrre sempre le due facce della stessa medaglia, ma in questo caso (spoiler)…non si tratta di un brano e il suo remix, ma due brani diversi uno più suonato e uno più prodotto. Vedremo se poi a bocce ferme saranno solo il frutto del momento, oppure ascoltati con un po’ di distacco, faranno parte del follow up di “Hello“.

Difficile ora pensare a come promuovere, se non on line, i propri prodotti, cosi per il momento ho deciso di mettere da parte il tour (non italiano), che avevo messo in pista per l’estate, con lo show mix di live-set e dj-set, con i miei compagni di viaggio (Alessio Corrado alla voce e Riccardo Ierardi alla batteria), e pensare a nuove modalità per portare al pubblico il concetto di oZZo.

Non può piovere per sempre

oZZo, grazie per questa interessante chiacchierata. Mi hai messo una grande curiosià: non può piovere per sempre, e mi sa che ci vedremo sicuramente…live! Per il momento ti dico: “Hello”!

Grazie a te e grazie prima di tutto dello spazio che per noi artisti in questo momento è oro e linfa vitale, per poter continuare a far parlare di noi e delle nostre produzioni, e se siete curiosi di seguire la mia evoluzione sui social cercate ozzosound mentre sulle piattaforme di streaming trovate la mia schizofrenia artistica sotto il nome di oZZo e oZZo Dj. Ciao e a presto! Hello!

Hello” (compreso “Hello RMX”), è disponibile in digital download, in streaming e in rotazione radiofonica dal 28 febbraio.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.