“Ionùda”, l’opera prima della poetessa Mariangela Maio

“La mia scrittura è sempre dettata da un impulso, l’unico spazio che ha il testo per funzionare è quello emozionale. In ‘Ionùda’ ho cercato di ricreare un meccanismo, un ingranaggio il più simile possibile a quello di un corpo umano, che poi tanto perfetto non è. Ogni lirica si incastra con l’altra divenendo unità corporale, la cui vitalità risiede nella capacità della scrittura di autorigenerarsi”.

Così Mariangela Maio ci introduce alla lettura del suo lavoro letterario. Una raccolta di liriche, edita nel 2020 per Dialoghi Edizioni, che vanta di essere stata tradotta presso l’Università di Oxford e ripubblicata sul “Volume XV, Number 2, Fall 2020” del Journal of Italian Translation, rivista accademica internazionale del dipartimento di Lettere Moderne dell’Università di Brooklyn (NY), nella sezione “Voices in English from Europe to New Zealand” a cura di Marco Sonzogni.

Ed ora, inizia la collaborazione artistica fra la poetessa Mariangela Maio e la WOMEN LABEL- Female Label & Arts, la prima etichetta discografica italiana tutta al femminile. Woman Label ha trovato nelle parole dell’opera prima dell’artista, un’esplosione di emozioni e tensioni legate alla femminilità, così vicine al concept dell’etichetta.

Questa collaborazione vuol mettere in luce le doti autorali della poetessa, portando di nuovo all’attenzione dei media la sua opera prima, pubblicata nell’estate del 2020.

Ionùda

Il titolo dell’opera, pur essendo un neologismo che rimanda all’atto proprio di chi scrive, è stato in realtà concepito come nome proprio di donna o meglio di un’entità femminile primordiale che attinge le sue sembianze dalla cultura popolare meridionale, alla quale s’intrecciano elementi di contemporaneità, riferimenti alla mitologia greca e sfumature noir.

Ionùda è l’archetipo della donna amputata. Ogni lirica è una radiografia dell’Io dopo la perdita dell’altro o di sé, sentita a livello emotivo come abbandono e a livello fisico come amputazione. L’opera si sviluppa nel suo dinamismo, attraverso l’evoluzione fisiologica della parola che si autorigenera. Sono tangibili, infatti, le varie fasi di questa evoluzione: l’amputazione, la ferita, la cicatrizzazione. Ma un corpo non investe soltanto in dolore. La riscoperta di sé conduce a forme e sensi nuovi, esplorazione che si spinge oltre, fino a raggiungere l’incorporeità intesa come libertà totalizzante. Quella totalità perduta e, in uno stato di grazia, ritrovata. La scrittura è intensa, febbrile, un investimento del corpo in ogni singolo istante.

ionùda - un particolare della copertina del libro. Su uno sfondo rosa fuxia due profili disegnati in modo surrealista con trinagoli blu e neri

Mariangela Maio

Mariangela Maio, di Capaccio Paestum, studia Giurisprudenza all’Università degli Studi di Salerno. È curatrice della rubrica musicale “L’indipendente”, in collaborazione con Il Commendatore Magazine.

Ionùda, (Gruppo Editoriale Utterson), è la sua prima raccolta di poesie.

Mariagela Maio seduta su dei gradini di pietra, indossa un vestito bianco girocollo con maniche corte, guarda verso l'obiettivo sorridente e tiene in mano il suo libro

Nel luglio 2021 Ionùda II, lirica che ha dato il nome alla raccolta, è arrivata terza al Premio Internazionale di Poesia Poseidonia Paestum.

La raccolta vanta la collaborazione del poeta Pasquale Quaglia, che ne ha curato la prefazione e dell’artista Marco Vecchio, che ha prestato alla copertina l’opera d’arte “Totemica”.

Rubrica Libri on the road -Zetatielle Magazine

quando l'arte incontra la lettura - la locandina di libri on the road con dei libri appoggiati uno sull'altro e un carrozzone tipo antica roulotte appoggiato sulla destra
Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.