Posillipo, il quartiere di Napoli che fa cessare il dolore.

Dal Parco Sommerso di Gaiola al Parco Virgiliano, scopriamo insieme le bellezze di Posillipo (Na)

Posillipo deriva dal greco Pausilypon e significa “che fa cessare il dolore” oppure “tregua dal pericolo”.

Posillipo è un quartiere di Napoli ricco, fin dall’antichità, di bellezze naturali. In questo periodo, in cui #iorestoacasa è la parola d’ordine, un tour virtuale per scoprire tutti questi meravigliosi posti.

Parco Sommerso di Gaiola

Il Parco Sommerso di Gaiola è una piccola area protetta. Prende il nome da due isolotti che nascono a pochi metri di distanza dalla costa di Posillipo. Il Parco deve la sua bellezza a diversi aspetti, ovvero quelli vulcanologici, biologici e storico-archeologici.

Nel corso degli anni, a causa del bradisismo, molte bellezze sono scomparse. Ma nel Parco, invece, possiamo ammirare i ninfei, i porti e le pescherie che sono state costruite nell’antichità.

Posillipo, il quartiere che fa cessare il dolore.Nella foto il Parco Sommerso di Gaiola due enormi scogli uniti da un ponte con sopra dei locali
Parco Sommerso di Gaiola, Posillipo.

Parco Virgiliano

Il Parco Virgiliano, costruito tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso, è un luogo incantevole. Assume il nome di Virgiliano in onore del poeta romano. Non è, però, da confondere con il Parco Vergiliano di Piedigrotta chiamato anche “Parco della tomba di Virgilio”.

Il Virgiliano è stato considerato “il parco letterario” che, con l’affissione di brani e pensieri scritti dai viaggiatori del Settecento, dovrebbe richiamare impressioni e sensazioni espresse dagli artisti di quell’epoca.
Il parco, che si affaccia sul golfo di Napoli, è strutturato in una serie di terrazze digradanti, da cui è possibile ammirare Procida, Ischia, Capri, Nisida, Pozzuoli, il Golfo di Bacoli e l’imponente Vesuvio.

La vista del Parco Virgiliano è consigliata al tramonto, perché sarà in grado di offrire uno splendido paesaggio.

Parco Virgiliano  E' un parco in mezzo al mare attaccato alla terra ferma da un pontile
Parco Virgiliano, Posillipo.

Borgo Marechiaro

Non molto distante dal Parco Virgiliano, ci troviamo dinanzi al Borgo Marechiaro. Il nome di questo borgo risale al periodo svevo. Alcuni documenti antichi parlano infatti di “mare planum” che in lingua napoletana assume la traduzione di “mare chianu”, da cui deriva appunto l’odierno nome.

Il bellissimo borgo a Posillipo è famoso in tutto il mondo per la “Fenestrella” del poeta e scrittore napoletano Salvatore Di Giacomo. Una leggenda narra infatti che il paesaggio mozzafiato abbia ispirato Di Giacomo a comporre una delle sue più celebri canzoni.

“Quanno sponta ‘a luna à Marechiare, pure li pisce ‘nce fanno a ll’ammore … “
(Salvatore di Giacomo, Marechiare)

 il parco sommerso di gaiola non è l'unica bellezza, anche Borgo Marechiaro. Nella foto la scogliera con delle barche sul mare al tramonto
Borgo Marechiaro, Posillipo.

Palazzo Donn’Anna

Il Palazzo Donn’Anna è un palazzo incompiuto che si affaccia sul mare, nel cuore di Posillipo. E’ divenuto famoso per la leggenda sui fantasmi, che si narra sembrano vivere all’interno dell’edificio. Purtroppo, non è possibile visitare lo stabile al suo interno, ma la sua visione dall’esterno regala comunque una vista mozzafiato.

Palazzo Donn’Anna è il posto perfetto per chi è appassionato di fantasmi che, come racconta la leggenda, iniziano a farsi sentire dopo il tramonto del sole.

Palazzo Donn'Anna,
Palazzo Donn’Anna, Posillipo.
Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.