Rabarama, artista controversa di sculture ibride e codici linguistici

Rabarama presenta la sua visione del mondo attraverso creature particolari: sculture ibride. Una raffigurazione che esprime un linguaggio di incertezza moderna tramite lettere, forme, geroglifici. Sono figure che recano tatuate sulla pelle puzzle, codici, nidi d’ape. Le opere appaiono in costante mutamento proprio attraverso questa “muta” della pelle che le riveste come un mantello. All’apparenza quasi squame, in realtà seguono un linguaggio ispirato alla libertà, base del codice dei sogni.

Rabarama artista controversa

Il suo lavoro è controverso. Da molti considerato suggestivo ed emozionante, subisce feroci critiche nel mondo dell’arte “L’arte di Rabarama è spesso molto aggressiva, non solo per lo spettatore, ma anche per il creatore “, ha dichiarato Bolge, direttore esecutivo del Museum of Art di Boca Raton, Miami Ed è del 2011 la bagarre con il Comune di Firenze. L’ allora assessore alla cultura Giuliano da Empoli dichiarò che la mostra di Rabarama a Palazzo Pitti, di Firenze Giardino di Boboli e dintorni, non era nient’altro che “una marchetta”. Un favore “agli amici degli amici”.

In realtà pare fosse tutto in regola. La richiesta era stata validata perchè l’artista si era impegnata a pagare tutte le spese, compresi gli straordinari del personale. Insomma l’annosa disquisizione. Divento un artista quotato perché posso permettermi investimenti per allestire le mie opere in luoghi museali importanti, o sono famoso perché valgo? Una questione che ancora l’arte non ha risolto e vede contendere ogni giorno le opposte fazioni.

Contorsioni di volumi

Rabarama deriva dal sanscrito Raba, che significa segno, tatuaggio e Rama che vuol dire divinità. E nelle sue sculture ibride, plastiche, dense di contorsioni e di volumi, ritroviamo infatti incisioni, tatuaggi, codici. Gli ominidi di Rabarama, sono esseri rivestiti da fantasie, ideogrammi, micro caratteri, a volte trame di tessuti damascati. Anche Rabarama alla fine è un codice, una muta del suo nome anagrafico: Paola Epifani.

Rabarama e la comunicazione

In un momento in cui i rapporti interpersonali avvengono soprattutto a distanza tramite i mezzi di comunicazione (a maggior ragione ora in epoca covid), le opere di Rabarama ci ricordano la quantità di informazioni che perdiamo evitando il contatto diretto.

Mancano infatti elementi fondamentali della comunicazione quali la prossemica, cioè la distanza fisica fra gli interlocutori, il linguaggio del corpo, il contesto, la coerenza fra messaggi verbali e non verbali….
Un oggetto inanimato come una statua in questo caso riesce ad ammonirci sul progressivo impoverimento del nostro modo di comunicare.

Interprete di sistemi comunicativi

Rabarama si fa interprete, con i suoi codici linguistici riprodotti sulle sue sculture ibridre, dei sistemi finalizzati alla comunicazione. Privilegia i codici visivi come gesti e posizioni del corpo oppure segni colorati organizzati in sistemi. Studiosi come A.Mehrabian affermano che la ricezione di un messaggio da parte di un destinatario dipende per il 7% dal linguaggio verbale, per il 38% dal linguaggio paraverbale (tono, volume, pause, ritmo) e per il 55% dal linguaggio non verbale.

Anche se ci sono discussioni su queste percentuali, è inequivocabile che stiamo sacrificando una parte importante della comunicazione. Ad avvalorare questa rappresentazione di codici, spesso le mostre delle opere di Rabarama sono presentate in collaborazione con interpreti di pittura del corpo, danza, acrobazie. IIndimenticabile la collaborazione con le Cirque du Soleil.

Creature che riflettono sul significato

La scultura è il mio personale linguaggio per trasmettere messaggi legati alla ricerca personale, verso la consapevolezza del sé – spiega l’ artista in una recente intervista -. Il mio è stato un percorso artistico intrecciato, come spesso accade agli artisti, con esperienze vissute. Le mie creature sono raccolte, pensanti, colte mentre riflettono su loro stesse e sul significato della loro esistenza, domanda che credo si sia posto ognuno di noi almeno una volta nella vita.

Inizialmente credevo non ci fosse un modo di sfuggire alla predestinazione insista in ognuno di noi, generata da due elementi: dal DNA, che ho voluto rappresentare ed incidere sulla pelle delle mie opere attraverso puzzle e nidi d’ape, e dall’ambiente in cui cresciamo, rappresentato da labirinti.

Riconoscere le potenzialità tramite la consapevolezza

Successivamente, i viaggi in Oriente mi hanno insegnato, tramite l’approccio con antiche culture, che una scelta è possibile, sta a noi trovarla raggiungendo prima la consapevolezza – e sarà poi quest’ultima che ci permetterà di riconoscere e coltivare le nostre potenzialità per poi interagire con gli altri ed il mondo che ci circonda.

Sperimentazioni materiche

Le sue sculture ibride abbracciano vari materiali e sperimentazioni. Terracotta, bronzi, marmo, vetro e pietre. Monotipi in resina siliconica, dipinti e serigrafie.

Tre sculture : Trans-lettera, Labirintite e Co-stell-azione, sono state acquistate e posizionate sul lungomare Falcomatà di Reggio Calabria. Ha esposto presso im Museo d’Arte della Biennale di Pechino, lo Sculpture Space di Shanghai e il Copelouzos Museum di Atene. Dal 2014 è madrina ed ispiratrice dello Skin Art Festival di Merano.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".