Remake di ieri e oggi – Ne abbiamo davvero bisogno?

I remake non sono certo una novità dei nostri giorni, essendo sempre esistito il riciclo di film nella storia cinematografica.

Tuttavia alcuni sono solo soltanto inutili, mentre altri a volte riescono ad essere perfino migliori dell’originale.

Recentemente ho scritto riguardo Denis Villeneuve ed il suo rifacimento in due episodi di Dune, un classico di fantascienza del 1984.

Altri tentativi magari sono dei reboot o dei seguiti inaspettati, come Ghostbusters Legacy o Matrix Resurrections, ma nascono sempre con l’intento di scatenare la nostalgia.

L’obiettivo è chiaro: mungere il più possibile la fama di un brand anche quando magari non ci sono più idee e si è andati ben oltre la data di scadenza.

Cosa distingue un buon remake dal semplice copia/incolla di un altro film che non vale neppure un minuto del nostro tempo?

Oggi cercheremo di guardare qualcosa che, pur prendendo spunto da una storia originale, va oltre l’esercizio sterile di ripetezione scena per scena.

Come dico sempre, ciò che più conta in un film è il regista, perciò parleremo di tre grandi maestri del cinema che capiscono davvero cosa voglia dire fare un remake.

Jonathan Demme

Iniziamo parlando di Jonathan Demme, uno degli autori americani più importanti degli anni 80 e 90.

Non che dopo abbia smesso di fare film, ma la sua fama presso il grande pubblico è andata tristemente scemando poco a poco.

Tuttavia molti conoscono ancora alcuni dei suoi capolavori come Il silenzio degli innocenti e Philadelphia.

Il regista però non era bravo soltanto con i drammi o thriller, dirigendo anche ottime commedie come Una vedova allegra… ma non troppo e Qualcosa di travolgente.

Inoltre si lanciò nel rifacimento di alcuni cult degli anni 60, aggiornandoli ai tempi moderni senza essere ben accolto dal pubblico e la critica.

Ma erano due remake cosi pessimi oppure c’è stata troppa leggerezza nel dimenticare così in fretta questi film?

The Truth About Charlie (2002)

The Truth About Charlie 2002 remake film

La storia riguarda una giovane americana che, dopo il matrimonio con un mercante d’arte a Parigi, si trasferisce definitivamente a vivere in Francia.

Tuttavia il rapporto col marito diventa sempre più distante e difficile, cosi la ragazza si prende una vacanza per schiarirsi le idee lontano da lui.

Nella atmosfera paradisiaca dei Caraibi, inizia seriamente a pensare di troncare con lui.

Purtroppo, al suo ritorno troverà una terribile sorpresa: qualcuno ha completamente distrutto e svaligiato il loro appartamento.

Inoltre, controllando con la banca, scopre che tutti i suoi conti sono stati prosciugati fino all’ultimo centesimo.

Infine, la polizia francese la preleva per strada portandola alla centrale per identificare il cadavere di suo marito.

A quel punto scopre che l’uomo non era affatto un mercante di opere d’arte, ma un agente segreto che lavorava per gli americani.

Il capo dei Servizi Segreti la contatta subito dopo, spiegandole il pericolo che sta correndo senza neppure rendersene conto.

Nella sua ultima missione, suo marito infatti doveva occuparsi del delicato rapimento del figlio di un importante mecenate russo.

Ma il pagamento del riscatto era andato terribilmente storto e un membro della sua squadra era rimasto ucciso.

Nella confusione della battaglia, inoltre, i milioni di dollari per rilasciare l’ostaggio erano scomparsi senza lasciare traccia.

L’uomo è certo che sia stata la stessa squadra a uccidere suo marito, cercando di farsi dire con la forza dove avesse nascosto i soldi.

A quel punto, i mercenari iniziano a tormentarla senza tregua in un triplo gioco con la polizia e un affascinante americano che cerca di aiutarla.

The Manchurian Candidate (2004)

The Manchurian Candidate 2004 remake film

Passiamo ora un thriller di cospirazione che è un remake di un ottimo movie degli anni 60 con protagonista il mitico Frank Sinatra.

A prendere il suo posto c’è Denzel Washington, nel ruolo di un ex soldato ormai ritiratosi dopo la Guerra del Golfo.

L’uomo è un militare decorato in quanto nella sua ultima missione salvò coraggiosamente tutti i suoi uomini, dopo essere finiti in un imboscata del nemico.

Ma ogni notte gli stessi strani incubi continuano ad ossessionarlo, riguardo ad alcuni scienziati che torturano lui e i membri della sua squadra.

Lentamente inizia a convincersi che quella sia la realtà di quanto successo in Medio Oriente, mentre i suoi ricordi siano solo una manipolazione.

Quando poi incontra un vecchio commilitone che gli confessa di fare gli stessi sogni, si convince sempre più che il suo caso sia qualcosa di più dello stress post traumatico.

A quel punto decide di andare a Washington per incontrare uno dei suoi soldati più giovani, che ora è un importante politico che corre per la vicepresidenza con i conservatori.

Nonostante la stretta sorveglianza, lui riesce a parlarci ma finisce per aggredirlo mentre cerca di provare le sue ragioni.

Infatti, mordendolo alla schiena, trova un minuscolo chip che un amico ricercatore riconosce come tecnologia della Manchurian Global.

La grande corporazione sembra legata indissolubilmente con la madre del politico, cercando di infiltrare un amico della causa alla Casa Bianca.

Mentre gli indizi spariscono e i pochi testimoni muoiono uno dopo l’altro in strani incidenti, il soldato inizia a temere per la sua vita.

Ma anche il giovane politico inizia a sospettare di essere una marionetta controllata con l’ipnosi, cercando quindi di ribellarsi ai suoi padroni.

Martin Scorsese

Un regista che non credo abbia bisogno di presentazioni, dominando la scena internazionale da oltre 50 anni.

Tuttavia fa sempre bene spendere due parole per un maestro in vetta tra i migliori per due generazioni di amanti del cinema.

Davvero non ricordo un suo film che non mi sia piaciuto o dove non abbia proposto una storia e dei personaggi degni di nota.

Dai vecchi classici come Toro Scatenato e Taxi Driver fino agli ultimi The Irishman e The Wolf of Wall Street, consiglio senza riserve tutta la sua filmografia.

Perfino questi remake di cui parlerò hanno qualcosa da insegnare, ovvero come copiare un film del passato portandolo nel futuro con il suo grande stile e senso narrativo.

Perciò guardiamo da vicino due cult che sono tra i miei lavori favoriti di Scorsese, oltre che da tutto il pubblico mondiale.

Cape Fear – Il promontorio della paura (1991)

Cape Fear 1991 remake film

Questo remake dell’omonimo film degli anni 60 riguarda un avvocato di successo e la sua famiglia al centro di una terribile avventura.

Sebbene sembrino apparentemente la perfetta realizzazione del sogno americano, anche loro nascondono dei problemi.

La figlia è profondamente infelice mentre i genitori litigano continuamente e il marito cornifica la moglie con una sua collega.

Ma tutto ciò è niente confronto all’uragano di guai che sta per abbattersi sulle loro vite.

Un pericoloso criminale è infatti appena uscito dopo 14 anni di galera, ancora furioso con l’avvocato per non averlo adeguatamente difeso.

Purtroppo per loro, l’uomo non è soltanto estremamente violento e minaccioso, ma anche molto furbo e paziente.

Lentamente riesce a metterli uno contro l’altro, denunciandoli inoltre quando il marito paga dei teppisti per picchiarlo.

Ma il criminale ha tutte altre intenzioni che risolvere la faccenda in tribunale, preferendo farsi giustizia con le proprie mani.

Robert De Niro incarna una persofinicazione perfetta del male puro, con una interpretazione da incubo per ogni padre e marito.

Altrettanto valido il trio familiare composto dal sempre ottimo Nick Nolte, l’ammaliante e gelosa Jessica Lange assieme una giovanissima Juliette Lewis.

Scorsese riprende quasi completamente il famoso film del 1962, dove l’avvocato bugiardo era Gregory Peck e il criminale era un terrificante Robert Mitchum.

Vista la censura dell’epoca, la violenza era ovviamente per lo più psicologica, supportata dagli ottimi attori e la splendida regia di J. Lee Thompson.

Il remake è invece molto più oscuro e violento, forse anche troppo in certe scene dove il film sfiora quasi l’horror, quindi decisamente sconsigliato ai più suggestionabili.

Tuttavia lo stile del regista prende il sopravvento dando una personalità completamente differente e imperdibile a tutta la storia.

The Departed – Il bene e il male (2006)

The Departed 2006 movie

Dal di un classico del cinema americano passiamo ora a una trilogia di film cinesi che Scorsese riassume in un unico remake.

I protagonisti sono due poliziotti che, per vie e motivazioni differenti, dedicano le loro vite all’inganno e il tradimento.

Uno di loro si fa incarcerare per passare da criminale, per poi infiltrarsi nel suo vecchio quartiere e guadagnare la fiducia del boss locale.

L’altro invece è al servizio dello stesso boss, passandogli informazioni da dentro il Distretto di Polizia per aiutarlo nei suoi numerosi traffici.

Senza neppure conoscersi ma lavorando uno sul fronte opposto all’altro, i due uomini condivideranno senza saperlo anche la stessa donna.

Questa infatti è una psichiatra che lavora con i poliziotti e gli ex detenuti, dividendo il suo tempo e il suo amore tra loro senza riuscire a decidersi.

Ma quando il delirio di onnipotenza del boss supera la capacità dei suoi uomini di coprirgli le spalle, la giustizia arriva per tutti in un sanguinoso epilogo finale.

Rispetto alla trilogia originale, la figura del boss è molto più importante e ingombrante, grazie anche alla superba interpretazione di Jack Nicholson.

Le due talpe che giocano a guardie e ladri sono invece Leonardo DiCaprio e Matt Damon, altrettanto bravi nei rispettivi ruoli.

Tra loro si frappone la bellissima Vera Farmiga, ironica e sensibile dottoressa della mente che sarà la gioia e la rovina di entrambi.

Scorsese porta la splendida epopea thriller noir dalla Cina all’America nel suo inconfondibile stile alla Quei Bravi Ragazzi.

Lavorando moltissimo sui dialoghi e cambiando gran parte della sceneggiatura, forse non raggiunge la tensione narrativa della coppia orientale Andrew Lau e Alan Mak.

Tuttavia sfido chiunque a dire che The Departed non sia originale e unico, pagando finalmente anche il regista con un meritato Premio Oscar dopo una lunga carriera di capolavori.

John Carpenter

Infine parliamo di tre film di uno dei registi più amati della mia generazione.

Assieme a Walter Hill e James Cameron, John Carpenter è uno dei migliori nel sapere unire grande intrattenimento e intelligenza.

Purtroppo molti delle nuove generazioni non ricordano il suo nome, non avendo quasi più lavorato come regista dal 2000 a oggi.

Tuttavia la fama di alcuni suoi capolavori è ancora intatta, come Distretto 13 – Le brigate della morte, Fuga da New York o Halloween.

I remake che andiamo a guardare adesso sono la migliore dimostrazione di come si possa prendere un vecchio film e renderlo completamente nuovo e diverso.

Infatti, quando un autore ha una firma cinematografica diretta e riconoscibile, difficilmente manca il bersaglio quando si mette dietro la telecamera.

La cosa (1982)

The Thing 1982 movie

Cominciamo con un remake di un classico film diretto, seppure non riconosciuto, dal superbo Howard Hawks.

Passando dal basso budget anni 50 a un progetto in grande stile della Universal Pictures, a oggi La Cosa è ancora la più costosa produzione di Carpenter.

La storia si svolge completamente in un remota e isolata base di ricerca scientifica in Antartide, dove un giorno avvistano in lontananza un elicottero dirigersi verso di loro.

Dal mezzo scendono alcuni uomini armati sparando all’impazzata all’inseguimento di un cane.

Trovandosi improvvisamente sotto il fuoco nemico, il personale della base risponde uccidendoli tutti.

Portano quindi il cane nei loro alloggi, cercando di capire perchè gli stranieri stessero cercando di ucciderlo.

Quando però si recano all’avamposto da cui arrivava l’elicottero, trovano la struttura distrutta e tutto il personale morto nei modi più strani e orribili.

Presto scoprono infatti che il cane non è affatto un cane, ma una creatura di un altro mondo capace di mutare in qualsiasi forma voglia.

A quel punto nessuno di loro saprà più di chi fidarsi, ognuno sospettando dell’altro mentre il pericoloso alieno cerca di fuggire in ogni modo.

In questo caso possiamo parlare senza dubbio di un remake estremamente superiore al film originale, seppur anche quello per l’epoca fosse molto intrigante.

Abbandonando il tema dominante della fine della grande guerra, il regista si concentra sulla psicologia di gruppo dei personaggi.

Carpenter usa il suo horror lento ed estremamente narrativo, sottolineando l’ostilità crescente tra quelli che erano fino a poco prima buoni amici.

La sua musica evocativa sottolinea con cupezza l’horrore del corpo e della mente, benchè ufficialmente la colonna sonora sia firmata da Ennio Morricone.

In poche parole La Cosa è un capolavoro senza tempo, di cui è stato poi realizzato un gradevole (seppure inferiore) prequel nel 2011.

Villaggio dei dannati (1995)

Village of the Damned 1995 movie

Altro remake che stavolta arriva dall’omonimo film horror degli anni 60, ambientato però in Inghilterra.

Tutto inizia con una piccola cittadina americana che viene improvvisamente avvolta da una bolla invisibile di energia che fa perdere i sensi a tutti gli abitanti.

Le autorità circondano immediatamente l’area stabilendo un cordone di sicurezza, ma non riescono a entrare per aiutare nessuno.

Infatti, chiunque provi ad avvicinarsi alla città sviene a sua volta restando a terra al di là della portata dei soccorsi.

Cosi come è cominciato, il misterioso fenomeno smette altrettanto improvvisamente senza apparente causa alcuna.

Successivamente, quando i medici visitano chiunque sia rimasto intrappolato nella bolla, scoprono che dieci donne sono rimaste contemporaneamente incinte.

I loro bambini cresceranno in modo inquietantemente simile, molto taciturni e tutti con la stessa capigliatura chiara.

Ma questo sarà niente a confronto delle loro potenti capacità psichiche con cui possono costringere la gente a fare ciò che vogliono.

Il primo a intuire il potenziale pericolo sarà il piccolo dottore locale, che presto diventerà l’unica speranza di sopravvivenza di tutta la città.

Grande performance di Christopher Reeve, in uno degli ultimi film prima del drammatico incidente a cavallo che lo paralizzò su una sedia a rotelle.

Altrettanto brava Kirstie Alley, finalmente in un ruolo drammatico dopo le molte commedie romantiche come Senti Chi Parla.

Sicuramente non ricorderemo mai Villaggio dei dannati come il miglior lavoro di John Carpenter, ma credo anche sia stato eccessivamente criticato.

La trama non ha perso nulla del suo inquietante fascino negli anni, guadagnando invece stile e ritmo narrativo del grande regista americano.

Per quanto mi riguarda è un ottimo remake, forse meno fantasioso del movie del 1960, ma resta una gradevole riproposizione moderna dello stesso.

Fantasmi da Marte (2001)

Ghosts of Mars 2001 movie

Per concludere in bellezza, parliamo del remake di uno tra i miei film action preferiti di sempre.

In questo caso John Carpenter clona sè stesso, ricostruendo in chiave horror fantascientifica il suo primo grande successo: Distretto 13 – Le brigate della morte.

Se nell’originale un gruppo di poliziotti scortava un pericoloso prigioniero verso la condanna a morte, qui succede lo stesso con un gruppo di soldati su Marte.

Invece di restare bloccati in un distretto di polizia, il gruppo deve barricarsi vicino a una miniera che ha portato alla luce una antica civiltà aliena.

Questi alieni non sono completamente morti, influenzando le menti dei minatori ad atti di mutilazione raccapriccianti verso se stessi e gli altri.

Come al solito, a fare da padrone sono le idee nel delineare i vari personaggi e l’evoluzione dei loro rapporti.

Natasha Henstridge è la bellissima e tostissima Capitana in una società del futuro di stampo matriarcale.

In tutte le posizioni di comando politiche e militari ci sono le donne, che democraticamente dimostrano di essere altrettanto stronze e opportuniste dei loro colleghi maschietti.

Ice Cube sostituisce l’iconico Napoleone del Distretto 13, diventando il criminale antieroe Desolazione Williams.

Il famoso rapper interpreta probabilmente il ruolo della vita, seppure in un remake fallimentare al box office e ormai dimenticato negli anni.

Piccolo ruolo anche per Jason Statham, reduce dal buon Snatch di Guy Ritchie ma ancora lontano da diventare una star d’azione internazionale.

Carpenter si affida al suo stile inossidabile creando quello che sembra quasi un western di fantascienza con venature horror sanguinolente.

Per me è uno dei suoi film più divertenti e frenetici, pieno di azione e combattimenti in uno dei remake più originali e sottovalutati di sempre.

Sperando di avere suggerito qualche film di ieri o di oggi che possa destare il vostro interesse, come al solito vi invito a leggere i consigli cinematografici quotidiani sul mio blog:

logo di fabioemme
Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!