Accesso a ristoranti e alberghi con green pass base: via libera ma solo agli stranieri.
Se questo articolo avesse una colonna sonora, sarebbe sicuramente “vesti la giubba” di Leoncavallo, meglio conosciuta come “Ridi, Pagliaccio”.
Da “fruitrice di musica” quale sono, mi lascio ispirare da tali versi per commentare l’ennesimo paradosso tutto italiano.
Andiamo con i fatti.
Il decreto del 4 febbraio 2021 recita più o meno così:”visto, visto, visto, ritenuta, ravvisavisata, visto visto, ritenuto conto (blablabla…), sentito la Direzione Generale, sentito i Ministri….”.
Metto un punto e vado a capo tanto per creare una suspance degna del parente misterioso dei Soliti Ignoti.
E poi sentenzia:
“A coloro che provengono da uno Stato estero e sono in possesso di un certificato di avvenuta guarigione o avvenuta vaccinazione con un vaccino autorizzato o riconosciuto come equivalente in Italia, nel caso in cui siano trascorsi più di sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale o dalla guarigione, è consentito l’accesso ai servizi e alle attività per i quali è previsto il Green Pass Rafforzato previa effettuazione di un test antigenico rapido (validità 48 ore) o molecolare (validità 72 ore). Ciò vale anche per coloro che hanno effettuato vaccinazioni con vaccini non autorizzati o non riconosciuti come equivalenti in Italia, sempre previa effettuazione di un tampone”.
Tradotto significa:
Gli stranieri in Italia, compresi quelli provenienti dal extra UE, “vaccinati e guariti da meno di sei mesi potranno alloggiare con il green pass base in hotel o mangiare al ristorante o accedere a tutte quelle attività per le quali è previsto il pass rafforzato, che all’estero non esiste” (fonte Confcommercio.it).
“Ciò vale anche per coloro che hanno effettuato vaccinazioni con vaccini non autorizzati o non riconosciuti come equivalenti in Italia, sempre previa effettuazione di un tampone” (Comunicato stampa del governo)
in pratica, se sei un italiano non puoi consumare un pasto nei ristoranti, né soggiornare negli alberghi se non hai un green pass superminkiapower, ma un tailandese, un francese, un inglese, un marocchino, un cinese, un australiano, un tedesco o un venezuelano si.
Come dire: l’italiano contagia, lo straniero no.
Il virus col passaporto
Un virus davvero unico nel suo genere questo Covid. Un virus che nel momento dell’attacco, ora riconosce il cittadino italiano dal semplice turista straniero in visita nel nostro Bel Paese.
Come tutti i virus, anche questo si evolve, si trasforma per sopravvivere e sceglie l’organismo giusto dove albergare. E a proposito di alberghi, il virus sa.
E’ lì, in agguato alla reception e lui lo sa chi è straniero e chi no. Li riconosce, forse dai calzini bianchi con i sandali a strisce marroni, o dalla macchina fotografica che hanno attaccato al collo. Se hanno il telefonino in mano sono italiani e…taaàc! Agisce!
Per questo siori e siore, è necessario un green pass superrafforzato per gli uni e non per gli altri.
Non c’entra la mega figura di emme all’Emilio Fede che facciamo all’estero dicendo agli stranieri che da noi senza Crin Pazz ( i piemontesi capiranno – Grazie Giovanni!) non si può mangiare una pizza da “Bella Napoli”.
E non c’entra che senza di loro a Venezia i gondolieri si sono inventati una promozione smart per trasportare piccioni.
Quello che consola è che ora i turisti hanno una curiosità in più da fotografare tra le bellezze italiane: gli italiani con la sveglia al collo.