Ristrutturazioni Superbonus 110%: pioggia di truffe in Lombardia

Il Superbonus 110% per le ristrutturazioni, la misura introdotta dal governo Conte II, mal sopportata da Mario Draghi e sostanzialmente abolita ora dal governo Meloni, è destinato a diventare un precedente ingombrante nella storia degli interventi pubblici in economia.

Ora che la misura è stata sostanzialmente bloccata, le imprese del settore sono, giustamente, contrarie alla decisione di fermare tale meccanismo, in quanto rischiano di perdere tanto denaro e anche di fallire.
Ci sono tuttavia tanti casi di truffe e tante operazioni illegali.

Corsa record per superbonus ristrutturazioni in Lombardia: attenti alle truffe

Un intervento su sei coperto dal Superbonus 110% arriva dalla Lombardia. Secondo l’Osservatorio Superbonus (elaborazione Smart Land su dati Enea), al 31 ottobre sono 50.160 sulle 326.813 le asseverazioni ricevute. 
La corsa nell’accaparrarsi il superbonus, tuttavia, rileva casi di persone raggirate da finti esperti dell’agevolazione al 110% che si facevano anticipare parte delle spese come caparra o a titolo di acconto per lo studio di fattibilità e poi sparivano senza iniziare i lavori. Non è un caso che dall’introduzione della misura siano nate migliaia di nuove imprese non sempre in grado di garantire affidabilità ed efficienza nell’esecuzione delle ristrutturazioni previste. Diventa sempre più importante prestare attenzione al momento della conclusione del contratto, per non incappare in brutte sorprese.

Sono ormai di dominio pubblico le innumerevoli operazioni della Guardia di Finanza ove sono statti accertati casi di plurime cessioni di crediti d’imposta, maturati nell’ambito delle misure di sostegno all’economia denominate superbonus 110%. Gli indagati avrebbero fatturato lavori edili per un ammontare complessivo di oltre milioni di euro che, verosimilmente, non hanno mai eseguito, e avrebbero rivenduto i relativi crediti fiscali fittizi a società compiacenti e, infine, monetizzati.

I consigli di Codacons

Codacons: “Ecco alcuni semplici consigli per evitare di cadere vittime dei raggiri.
1 Non abboccare a contratti procacciati da venditori porta a porta.
2 Verificare la storia della società diffidando da quelle nate dopo il 2019 e sorte da quando nel 2020 è stata emanata la normativa sul Superbonus. Rivolgetevi a realtà già referenziate e con esperienza, possibilmente del territorio al fine di avere un contatto più diretto e che si avvalgono di professionisti e aziende che operano nella zona.
3 Pretendete di conoscere sin da subito quali saranno i professionisti e le aziende che interverranno e se possibile nominate un professionista (per esempio il direttore dei lavori) di fiducia.
4 Leggete bene il capitolato dei lavori prima di sottoscrivere il contratto di appalto.
5 Leggete le condizioni del contratto.
6 Non firmate contratti non compilati in tutte le loro parti, privi dell’indicazione del costo degli interventi e di quanto sarà coperto dal Superbonus.
7 Non firmate contratti che prevedano penali in caso di recesso.
8 Diffidate da contratti che non prevedano la data di fine lavori e che non prevedano penali in caso di ritardo nella consegna dell’opera.
9 Non accettate di dover pagare caparre o acconti per l’avvio della pratica.
10 Ricordate che tutte le spese per la gestione della pratica richieste dall’amministratore di condominio e dal general contractor non potranno rientrare nel Superbonus
.”

Codacons inoltre invita tutti colori i quali dovessero aver riscontrato un problema legato al Superbonus 110% a sottoporci la loro problematica mediante l’apposita pagina dedicata

ristrutturazioni - dei ponteggi montati sulla facciata di una casa in pietra
Ristrutturazioni con Superbonus 110%: pioggia di truffe in Lombardia

Il caso Cremona Casa Zero

Secondo quanto si apprende da fonti di stampa, si allarga il caso del general contractor Casa Zero che coinvolge numerosissimi consumatori del cremonese e del cremasco. A luglio dello scorso anno, come da contratto, è stato montato il ponteggio ma le ristrutturazioni non sono mai iniziate. Nonostante ciò c’è il rischio che adesso l’Agenzia delle Entrate chieda alle vittime di questo grave inadempimento conto della movimentazione del cassetto fiscale dato che il primo stato avanzamento lavori al 30 settembre è stato presentato ugualmente e l’importo relativo al 30% è stato prelevato.

Codacons: “I casi in materia sono in costante aumento e lo scandalo Casa zero è solo l’ultimo di una lunga serie sul territorio provinciale. Abbiamo già ottenuto numerosi successi giudiziari sul punto con condanne delle società inadempienti dato che seguiamo la vicenda degli scandali legati al superbonus 110% già da qualche anno, per questo invitiamo le vittime a contattare il nostro Sportello. Per informazioni sul tema, segnalazioni e per ricevere assistenza legale contattare il Codacons all’indirizzo codacons.cremona@gmail.com o al recapito 347.9619322”.

Oltre al danno, la beffa

C’è chi però ha utilizzato onestamente questo incentivo ma ora si ritrova con seri problemi per via del blocco della cessione dei crediti.

Non è stato proprio un progetto riuscito, quello del superbonus 110%, né per i privati che hanno aderito all’incentivo statale, né per le imprese edilizie. Il sistema burocratico e finanziario è collassato implodendo su se stesso ed ora le macerie intasano i cantieri fermi da mesi. Alla fine del 2022, il bilancio di questa esperienza registra un negativo importante: più di un miliardo di crediti bloccati e oltre 3 mila cantieri al palo.

A fare il punto della situazione sul Superbonus è Silvi Costruzioni Edili, azienda dal 1970 leader a Roma e nel Lazio nella progettazione, costruzione, ristrutturazioni e manutenzione di fabbricati, includendo immobili sottoposti a tutela delle Belle Arti.

Crisi di liquidità

L’anno che si è da poco concluso ha marcato la fine del Superbonus 110%, sostituito oggi dal Superbonus 90%, salvo l’eccezione per i soggetti del terzo settore che esercitano servizi socio-sanitari e assistenziali e i cui membri del consiglio di amministrazione non percepiscano alcun compenso, per i quali rimane l’agevolazione nella sua impostazione originaria. Nel 2023 sui lavori di efficientamento energetico degli edifici si passa dunque ad uno sconto del 90%. «Un cambiamento significativo che rischia di penalizzare fortemente il settore delle costruzioni e non solo per la notevole riduzione della percentuale che già come era prevista inizialmente non consentiva di compensare adeguatamente gli oneri finanziari applicati dal sistema bancario» sottolinea Gianni Silvi, CEO di Silvi Costruzioni Edili.

La riduzione della percentuale non è infatti l’unica criticità da affrontare quest’anno. «Le imprese edili — prosegue Gianni Silvi stanno continuando a scontrarsi contro il blocco della cessione dei crediti, con la conseguente crisi di liquidità». Eppure la misura è stata epocale ed avrebbe potuto portare ad un cambiamento. «Eravamo davvero sulla buona strada per realizzare una Green Revolution e ridurre sensibilmente le emissioni di gas climalteranti, l’80% dei quali ha origine proprio nelle grandi metropoli, con una quota pari al 36% della CO2 è determinato dall’inefficienza energetica dei nostri edifici» puntualizza Silvia Silvi, General Manager della Silvi Costruzioni.

Un pò di numeri

«A livello nazionale il totale degli investimenti ammessi a detrazione ha sfiorato i 63 miliardi di euro, di cui 29 miliardi hanno interessato i condomini, 24 miliardi gli edifici unifamiliari e 10 miliardi le unità immobiliari funzionalmente indipendenti, per un totale di 360 mila cantieri aperti, di cui 48 mila nei condomini, 209 negli edifici unifamiliari e 103 mila nelle costruzioni indipendenti» mettono in evidenza gli analisti di Silvi Costruzioni Edili basandosi su dati ENEA e CNA.

Il valore medio dell’investimento è stato pari a 599 mila euro per gli interventi in condominio, 114 mila euro per gli edifici unifamiliari e 97 mila euro per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti. Certo la misura se fosse stata meglio concepita e fosse stata prorogata avrebbe consentito di arrivare alle emissioni quasi-zero al 2050.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”