Sanremo 2020 terza serata: cover e duetti

Sanremo 2020, terza serata. Tutti alla prova con cover e duetti.

E’ riuscito a tenerci svegli, praticamente tutti fino all’una e quaranta di notte, il buon Amadeus.

Un Festival infinito.

Terza serata: cover e duetti

A proposito: nell’articolo sulla prima serata, mi ero chiesto se Amadeus avrebbe dormito serenamente dopo l’esordio: “E’ stato un risveglio bellissimo, ma sto con i piedi per terra. Ci sono altre tre serate, mi lascerò andare domenica mattina”. Resti tra di noi, sono molto più sollevato.

Ma lo stesso presentatore, promette: «Stasera finiremo prima».

Sinceramente mi chiedo come, visto che per questa terza serata è prevista l’esibizione di tutti i ventiquattro big in gara, più naturalmente gli ospiti, Benigni, Tiziano Ferro e la pubblicità.

Preparatevi spiritualmente: la terza serata finirà alle calende greche.

Terza serata, però che si preannuncia molto, molto interessante: verranno presentate infatti cover di “canzoni che hanno fatto la storia del Festival”.

Dal mio modesto punto di vista, la puntata più intrigante.

Si comincia

Stasera non c’è Fiorello, e quindi si comincia immediatamente.

Michele Zarrillo con Fausto Leali – “Deborah” (di Fausto Leali, 1968). Migliore apertura non poteva esserci. Il poeta e il negro bianco. Scusate ma…minchia che inizio (se lo dice Emma dal palco…): il duetto dei duetti. #scossa

Serata duetti a Sanremo 2020 con Michele Zarrillo e Fausto Leali seduti in un saloto sorridenti con altri amici
duetti Sanremo2020: Michele Zarrillo e Fausto Leali

Junior Cally con i Viito – “Vado al massimo” (di Vasco Rossi, 1982). Chi sono questi? Come rovinare una pietra miliare con una cover. Lo so io dove dovete andare. Dell’altro non parlo, e sapete il perché.

Scende le scale Georgina Rodriguez, di mestiere fidanzata di #CR7+2. #rockmeamadeus per la maglia, ma #esumabincipà su Cristiana Ronalda.

Marco Masini con Arisa – “Vacanze romane” (dei Matia Bazar, 1983). Non è nelle corde di nessuno dei due. Delusione totale.

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Momento donne: sette grandi voci a Campovolo. “Uno, nessuno e centomila”: evento da non perdere.

Si riprende.

Riki con Ana Mena – “L’edera” (di Nilla Pizzi, 1958). Vale il discorso fatto prima: chi è questa? E chi è Riki? Se volete sentire una versione decente, guardatevi il film “Il vedovo”: la canta Alberto Rabagliati.

Raphael Gualazzi con Simona Molinari – “E se domani” (di Fausto Cigliano e Gene Pitney, 1964). Versione jazzata, lui sembra Silvio Berlusconi su una nave da crociera, lei Ombretta Colli. Decente.

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Anastasio con PFM– “Spalle al muro” (di Renato Zero, 1991). Cover difficile, quasi impossibile, duetto inedito. Amo troppo Di Cioccio & C, per criticarli. Odio troppo il rap, per parlarne. Come non detto.

Levante con Francesca Michielin e Maria Antonietta – “Si può dare di più” (di Umberto Tozzi, Enrico Ruggeri e Gianni Morandi, 1987). Versione al femminile del trio per eccellenza. Umberto, Enrico e Raf: perdonatele. Non sanno quello che fanno. Evvai di #stendiamounvelopietoso

Alberto Urso con Ornella Vanoni – “La voce del silenzio” (di Tony Del Monaco e Dionne Warwick, 1968). Il nipote che porta la nonna al parco. #stendiamounvelopietoso stasera a gògò.

Scende le scale Alketa Vejsiu star della TV albanese. Questa parla a raffica: se la rapissero, la restituirebbero per disperazione.

Elodie con Aeham Ahmad – “Adesso tu” (di Eros Ramazzotti, 1986). Il sogno erotico dei colleghi più giovani, qui in sala stampa. La canta bene, però…le avranno tolto le adenoidi.

Rancore con Dardust e La rappresentante di lista – “Luce (tramonti a nord est)” (di Elisa, 2001). Bellissima versione. Cover superba, detto da uno che non ama il rap. #scossa

Lewis Capaldi e Roberto Benigni

Non conosco il primo, non mi piace il secondo. Per quasi un’ora mi prendo la pausa sindacale.

Dico solo questo: domani vado a messa, che sarà celebrata da Frà Roberto da Manciano, e poi a fare l’amore, diretto dal M° Peppe Vessicchio.

Finalmente riprende la musica e i duetti.

Pinguini Tattici Nucleari – il medley: “Papaveri e papere“ (Nilla Pizzi, 1952), “Nessuno mi può giudicare” (Caterina Caselli, 1966), “Gianna” (Rino Gaetano, 1978), “Sarà perché ti amo” (Ricchi e Poveri, 1981), “Una musica può fare” (Max Gazzè, 1998), “Salirò” (Daniele Silvestri, 2002), “Sono solo parole” (Noemi, 2011) e “Rolls Royce” (Achille Lauro, 2019). #versaceonthefloor per i vestiti. Il medley è così così, giusto perchè il cantante non sa cantare.

Enrico Nigiotti con Simone Cristicchi – “Ti regalerò una rosa” (di Simone Cristicchi, 2007). Enrico, scrivi canzoni, ma evita di cantarle. Non è cosa. Simone semplicemente superbo.

Tango & Cash

Roxanne” in versione tango? Meglio Eddie Murphy nel film “Un piedipiatti a Beverly Hills”.

Di Mika per ora non dico niente, non voglio spoilerare l’articolo che pubblicherò a breve, come recap al tour mondiale, che lo ha visto toccare parecchie città italiane. Aspettatevi il peggio.

Comunque da dimenticare la cover di Faber.

Si riprende anche se per poco.

Giordana Angi – ”La nevicata del ’56” (di Mia Martini, 1990). Qui siamo nel difficile, anzi nell’impossibile.

Ci vuole del coraggio e lei ce l’ha. Dirò di più: interpreta, senza limitarsi a cantare. Promossa con #scossa.

#Sanremo70

Le vibrazioni con Canova – “Un’emozione da poco” (di Anna Oxa, 1978). Boato per il Maestro Peppe Vessicchio. Loro sono super qualcosa facciano. Francesco fa sua qualunque canzone, come già per “Mi ritorni in mente”, nel programma “Una storia da cantare”. Super #scossa.

Diodato – “24mila baci” (di Adriano Celentano e Little Tony, 1961). Non male i due ragazzi. Il molleggiato non si discute, ma sono passati quasi sessant’anni e si può riarrangiare anche il r’n’r.

Tosca con Silvia Perez Cruz – “Piazza grande” (di Lucio Dalla, 1972). Festival da dimenticare per la cantante romana. Stasera pare “tale e quale” a Orietta Berti, Gabriele Cirilli insegna.

Consigli per gli acquisti

Rita Pavone con Amedeo Minghi – “1950” (di Amedeo Minghi, 1983). 1950 in due e non sentirli. Giù il cappello. Brividi per due trottolini amorosi. Rita: orgoglio di Mirafiori sud.

Achille Lauro con Annalisa – “Gli uomini non cambiano” (di Mia Martini,1990). Passare da due fuoriclasse a due…non posso scrivere quello che penso. Mettete voi l’aggettivo che più vi aggrada.

Bugo e Morgan – “Canzone per te” (di Sergio Endrigo e Roberto Carlos, 1968). Suppergiù vale il discorso fatto sopra. La presenza di Morgan è stata in sospeso fino all’ultimo. Peccato abbia cambiato idea. Canta talmente male che coinvolge nello sfacelo pure l’altro.

Irene Grandi con Bobo Rondelli – “La musica è finita” (di Ornella Vanoni e Mario Guarnera, 1967). Niente di che, anche se almeno qui le voci ci sono. L’ora è tarda, e questi non mi fanno l’effetto caffè.

Gran finale

Piero Pelù – “Cuore matto” (di Little Tony e Mario Zelinotti, 1967). Chissà perché quando sento l’originale penso immediatamente a Marco “Baz” Bazzoni…dimmi la verituaaah…energico comunque.

Paolo Jannacci con Francesco Mandelli – “Se me lo dicevi prima” (di Enzo Jannacci, 1989). Versione riveduta e corretta. Figlio di cotanto padre, persona squisita. Bellissima, da #scossa.

Elettra Lamborghini con Myss Keta – “Non succederà più” (di Claudia Mori, 1982). Quella mascherata è l’equivalente femminile di Junior Cally, per tematiche e contenuti. L’altra, lasciamo perdere: neanche al karaoke. Ci sono tanti vocal coach disoccupati, oppure cercano personale al Mc Donald’s. Vergogna.

Elettra lamborghini terza serata cover duetti

Francesco Gabbani – “L’italiano” (di Toto Cutugno, 1983). Impresa titanica per il canappione toscano. La tuta da astronauta poteva pure evitarla. Ma da quando ha la esse serpentata? Problemi di dentiera?

Promossi e trombati

L’arduo compito di giudicare le ventiquattro performances e duetti, stasera spetta all’orchestra. Scelta saggia, perchè credo che nessuno meglio dei musicisti, possa esprimere un parere sulle varie cover. Verrà giudicata l’interpretazione, ma non la canzone. Sacrosanto.

Ultimi classificati: Bugo e Morgan. Ebbè…

Il podio: terzo posto PTN, secondo Piero Pelù, prima Tosca.

Abbiamo fatto le deu anche stasera. Buonanotte.




Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.