“Stai con me” feat. Red Canzian: il tributo di Genise ai Pooh

Ci sono canzoni che raccontano la tua vita, canzoni nelle quali ti riconosci, fino al punto da credere che siano state scritte per te: “Stai con me” è una di queste.

La grandezza di un artista consiste proprio questo: raccontare la propria vita, i sogni, le speranze, facendone una canzone, che diventa qualcosa di “tuo”, di personale, di imprescindibile.

Canzoni che diventano così, la colonna sonora della tua vita, tanto da essere usata come marcia nuziale, il giorno del tuo matrimonio.

Se poi, col tuo lavoro, hai la possibilità di incontrarne l’autore, di raccontargli la tua storia, che è poi la sua storia, allora è davvero un sogno che va oltre la realtà.

Rimarrà per sempre nella mia memoria, una serata in pizzeria di undici anni fa, dove una cover band molto artigianale, propose, tra le altre, proprio “Stai con me”: da quella sera, dopo vent’anni di pausa forzata, la vita prese il suo istinto naturale, e un futuro da scrivere insieme, da sogno si trasformò in realtà.

Red & Stefano

Questa canzone, originariamente pubblicata nell’album “Cento di queste vite” (2000), amo inserirla in un ipotetico triangolo musicale, che racconta la storia personale e sentimentale di Red Canzian.

Storia che parte con “Stare senza di te” (“Il cielo è blu sopra le nuvole”, 1992), per proseguire con “Cercando di te” (“Amici per sempre”, 1996), e che si conclude proprio con “Stai con me”.

Può succederci di più, di questo amore clandestino, ma a decidere sei tu, la nostra storia che destino avrà”: i testi delle tre canzoni, scritti dall’indimenticabile e indimenticato Stefano D’Orazio, rappresentano un punto di altissima poesia, da parte di un artista che, come pochi altri, sapeva trascrivere in versi, emozioni, sensazioni, speranze e realtà.

Stai con me

Ho sempre pensato che certe canzoni, soprattutto quelle dei Pooh, siano “incoverizzabili”, se mi passate il neologismo: il rischio di brutta figura è dietro l’angolo, vedi esempi eclatanti come le cover dell’estate scorsa di “Centro di gravità permanente” di Biagio Antonacci, o di “Catch the fox” di El Tano Project.

Giancarlo Genise invece, supera brillantemente la prova, come in alte occasioni, del resto, senza scimmiottare l’originale, ma riarrangiando in chiave elettronica (molto anni ’80) e modernizzando i suoni, aggiungendo il featuring dell’interprete originale, che rende il piatto ancora più prelibato.

Un successo senza tempo, trasformato in una versione 2.0, come sottolinea lo stesso Red Canzian: “Un giorno sono entrato in sala d’incisione, nella nostra sala d’incisione, mia e di Giancarlo, e ho sentito che stavano facendo un pezzo mio… e ridendo gli ho detto: ‘guarda che non ti permetto di uscire con questo brano se non ne canto un pezzo anch’io’. Chiaramente scherzando perché è un caro amico e quindi ci siamo ritrovati a fare questo featuring di una canzone che amo, una canzone del 2000 che arrangiata in questo modo ha preso un’attualità assoluta e poi Giancarlo sappiamo come canta… andiamo sul sicuro!!!”

Social

Giancarlo Genise, tra l’altro, vocal coach di diversi big della canzone italiana, dopo aver pubblicato lo scorso anno “Ti sento” con Silvia Mezzanotte continua con questo brano la preparazione del suo concept album di cover/omaggi e featuring con alcuni degli artisti coi quali ha collaborato nella sua carriera.

Stai con me” (Hoop Music) è disponibile in digital download, in streaming e in rotazione radiofonica, dal 16 aprile

Potete seguire Giancarlo Senise su Facebook, Instagram, Twitter e sul canale YouTube.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.