Storie di Lucette. Una bambina in fuga dai nazisti, il libro di Rizzi Martini

Storie di Lucette, edizioni NEOS, è la biografia di Lucette Brytenyszok, che riesce a sfuggire alla deportazione rifugiandosi in un villaggio delle Ardenne partendo da Nancy, in Francia. Lucette, che oggi ha 80 anni e vive a Como, non aveva mai raccontato prima le vicende della sua famiglia. Questa dolorosa e drammatica testimonianza è stata raccolta dalla penna della scrittrice Franca Rizzi Martini.

Storie di Lucette: era il febbraio del 1944…

Quando i rastrellamenti si fecero più assidui e ormai molti membri della grande famiglia Goldberg erano scomparsi inghiottiti nel buio, Sarah e Pierre decisero che i due figli dovevano
lasciare la città e venne organizzata la loro fuga. Era il febbraio del 1944 e Lucette non aveva ancora compiuto dieci anni. Insieme al fratello venne portata fuori Nancy, presso un uomo fidato che Pierre conosceva bene. Lucette, lontano dai genitori e dalla sua casa, iniziò a rendersi veramente conto di che volto avesse la paura. … Qualche giorno dopo, però, il loro ospite fece i bagagli in tutta fretta: sapeva che stavano arrivando i tedeschi a rilevare braccia francesi da portare nelle loro fabbriche. «Mi dispiace, ma devo andarmene e voi non
potete più stare qui. – Disse loro un giorno – Questo è l’indirizzo che mi ha dato vostro padre se qualcosa fosse andato storto qui da me. Ė una famiglia di brava gente che lo conosce
bene ed è disposta a ospitarvi».  Da Storie  di Lucette- Neos Edizioni
arrivo dei bambini ebrei al porto di londra nei kindertransport
Großbritannien: Kinder polnischer Juden aus dem Gebiet zwischen Deutschland und Polen bei Ihrer Ankunft mit der “Warschau” in London. licenza CC

Una storia di ebrei polacchi emigrati in Occidente

 Una saga familiare di ampio respiro, che spazia dalla Polonia alla Francia, che illumina dei francesi i giusti e gli ingiusti, che ci descrive come una patria materna quale la Francia può trasformarsi in un mondo di orrore. E soprattutto ci racconta questo mondo di ebrei polacchi emigrati in Occidente, il passaggio dall’osservanza di stampo chassidico al laicismo francese. I legami famigliari che nemmeno la Shoah riesce a distruggere, il peso di unea liberazione ancora troppo carica di memorie rimosse, ma non cancellate. Come quelle di Lucette, riemerse, a chiudere il cerchio, solo oggi, nella sua vecchiaia.[…]. Lucette non legge libri sulla Shoah, non va a vedere la culla in Polonia della sua famiglia, non visita Auschwitz. Fino a che, con il volgere degli anni, Auschwitz la chiama” . Così scrive Anna Foà nella sua postfazione

cripta del memoriale della shoah a PArigi
Parigi cripta del memoriale della Shoah – licenza foto CC

Nella mia vita sono sempre scappata

Lucette Brytenyszok Testa, raggiunta la vecchiaia, si rende conto di dover tirar fuori un antico e doloroso passato accantonato in un angolo della memoria e racconta la storia della propria famiglia ebrea durante il nazismo e la guerra. “Nella mia vita sono sempre scappata. Non ho visto per moltissimi anni film relativi all’Olocausto e non sono mai riuscita a leggere un libro su quanto ho vissuto. Ho sempre ascoltato musica, parlato, incontrato persone, progettato viaggi, anche solo di pochi chilometri, guardato al futuro, ambito traguardi lontani; ho sempre pensato che tutto questo fosse la medicina per la mia sopravvivenza. A un certo punto, però, ho dovuto dare voce all’enorme sofferenza che era dentro di me, che ancora mi accompagna e che forse non mi abbandonerà mai. Ho capito di avere bisogno di tirare fuori un dolore che non ero mai riuscita a comunicare.”

vagoni al binario 21 torino memoriale della shoah – foto licenza CC

Storie di Lucette la trama

1923. La famiglia Goldberg – padre, madre e otto figli, alcuni adulti e sposati – si trasferisce da un paesino della Polonia a Nancy, in Francia. Mentre i due nonni sono ultraortodossi, i figli non seguono i dettami della religione ebraica e ciò rende loro più facile integrarsi fino a considerarsi francesi in tutto e per tutto. Questo non impedirà ai nazisti di perseguitarli. Nel febbraio del 1944, quando i rastrellamenti si fanno più assidui, Lucette, che non aveva ancora compiuto dieci anni, viene mandata a Verpel, un paesino delle Ardenne, insieme al fratello Alex di qualche anno più grande e qui vivono ospitati sotto mentite spoglie, riuscendo così a salvarsi. 

Suzanne e Albert Didier, i coniugi che li accolsero nella loro caffè-pensione salvandoli dalla deportazione, sono stati riconosciuti “Giusti fra le Nazioni” da Yad Vashem nel 2012. Altri membri di questa grande famiglia riusciranno a sfuggire alla scure nazista, ma ben diciassette persone del nucleo familiare verranno deportate ad Auschwitz e non faranno più ritorno. Quel periodo così buio e tragico, che accomunava i loro sentimenti e li univa intimamente, non veniva mai rievocato. Quei fatti erano così aberranti che non esistevano parole adeguate per poterne parlare e rimasero pertanto strettamente sotto silenzio, così come doveva essere.

Persecuzioni, deportazioni, fughe e avversità sono raccontate in queste pagine, ma sono i ricordi di una donna che li ha vissuti quando era bambina e l’autrice, Franca Rizzi Martini, che ha raccolto questa dolorosa testimonianza, l’ha messa su carta con affettuosa partecipazione e ha saputo offrircela con la delicatezza di quella bambina di un tempo, senza speculare sull’orrore, ma trasmettendo comunque il dramma vissuto dai protagonisti. 

babbini durante olocausto foto licenza CC

L’autrice Franca Rizzi Martini

Franca Rizzi Martini, nata a Milano, vive a Moncalieri (Torino). Laureata in Lettere, è appassionata di viaggi, teatro e arte. Con Neos edizioni ha pubblicato i due gialli storici, “Shakespeare in noir”, 2015 e 2023, e “Il fiume senza luna”, 2020. Molti suoi racconti sono compresi nelle antologie delle collane Natale a Torino, Natale a Milano, Pagine in viaggio, Tutto sotto. È curatrice della collana antologica “Di arte in arte”, di cui sono uscite quattro edizioni. È autrice di romanzi biografici, tra cui “Oltremare. Una donna in viaggio per la Malesia”, 2020. Sempre per Neos edizioni è conduttrice del programma La Libronauta, Letture, immagini e suggestioni dal mondo.

La presentazione al Circolo dei Lettori di Torino

Lucette  Brytenyszok sarà a Torino per presentare il libro mercoledì 24 gennaio 2024, alle ore 18.00, al Circolo dei Lettori.

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".