Trasformazioni dei ghiacciai: raccontate in foto al Forte di Bard.

Dal 2020 il Forte di Bard racconta, in un viaggio iconografico e scientifico, la storia delle trasformazioni dei ghiacciai della Valle d’Aosta. Il nome del progetto è quanto mai attuale: L’Adieu des glaciers. Un approfondito studio di ricerca scientifica e fotografica attorno al Monte Rosa, al Monte Cervino, al Gran Paradiso e al Monte Bianco.

Il focus del 2022 è interamente dedicato al Gran Paradiso, proprio nell’anno in cui si celebrano i cento anni dall’istituzione del Parco Nazionale.
La mostra, allestita al Forte di Bard dal 9 luglio al 13 novembre 2022, ha come principale oggetto di indagine l’area glaciale e periglaciale compresa tra le valli di Cogne, Valsavarenche, Valle di Rhêmes, Valgrisenche, Valle Soana e Valle Orco. Curatori del progetto Enrico Peyrot, fotografo e storico della
fotografia e Michele Freppaz, professore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali eAlimentari dell’Università di Torino.

Trasfromazioni dei ghiacciai: 80 autori per le ricerche climatologiche

Più di 80 autori hanno risposto all’invito lanciato dal Comitato Glaciologico Italiano (CGI) e dalla Cabina di Regia dei Ghiacciai Valdostani. Risultato una raccolta incredibile di dati inerenti alle ricerche condotte prevalentemente nei gruppi del Gran Paradiso, ma anche del Grande Sassière-Rutor. Dati che forniscono un’analisi dettagliata delle caratteristiche ambientali di questi territori, costituiti da ghiacciai, praterie, laghi e da una straordinaria biodiversità.

foto bianco nero die persone inizi ottocento su un ghiacciaio
VITTORIO SELLA Cogne, Valnontey; sul ghiacciaio Dzasset. Agosto 1894 Aristotipo/ carta Torino, Archivio Ente Parco Nazionale Gran Paradiso.

Nel massiccio del Gran Paradiso si contano più di 60 ghiacciai che coprono una superficie di circa 29 km 2. Tre quarti della quale sul versante valdostano. Anche questi ambienti subiscono gli effetti del riscaldamento globale. Un’accurata analisi climatologica condotta da Luca Mercalli e collaboratori evidenzia come nel Gruppo del Gran Paradiso le temperature siano aumentate di 1,5 °C dal 1994 in poi. Pari a uno spostamento delle fasce climatiche di quasi 300 metri verso l’alto. I ghiacciai rispondono a questa alterazione del clima arretrando e perdendo volume, fenomeni percepibili a occhio nudo, con i confronti fotografici e grazie alle preziose serie storiche di misure prese sul terreno.

Dal 1993 il Corpo di Sorveglianza del Parco Nazionale del Gran Paradiso collabora con il Comitato Glaciologico Italiano nel monitoraggio e nelle misurazioni frontali della maggior parte dei ghiacciai dell’area protetta. La serie storica quasi trentennale di osservazioni evidenzia l’inarrestabile processo di arretramento di tutte le fronti glaciali misurate, con una media di -12,8 m/anno dal 1993 (-13,1 m nel 2021).

Due “sorvegliati speciali” per le trasformazioni dei ghiacciai

Il Ghiacciaio del Grand Etrèt rappresenta il “sorvegliato speciale” del Parco. Dal 1999, infatti, alla misurazione frontale si affianca l’esecuzione del bilancio di massa. I 20 anni di bilanci di massa negativi su 22 destano preoccupazione per la salute del ghiacciaio, che dal 1999 ha perso per fusione uno spessore
medio di 22 m di ghiaccio, vedendone dimezzata la superficie.

Altro sorvegliato speciale è il Ghiacciaio Ciardoney. Dopo le prime osservazioni negli anni ’70 del Novecento, viene monitorato dalla Società Meteorologica Italiana dal 1986 per le variazioni frontali, e dal 1992 per il bilancio di massa. La fronte si è ritirata di circa 350 m dal 1986 e di 500 m dal 1971.
Altri ghiacciai oggetto di studio ad opera dell’ARPA Valle d’Aosta sono il Timorion e il Rutor, anch’essi interessati da uno stato di generale, progressiva e intensa riduzione della massa glaciale.

bianco e nero tre persone nel prato due con ombrello ai piedi di un ghiacciaio una foto depoca
ANNIBAL OTTINO Cogne, prati di Sant’Orso. Fine anni ’60, primi ‘70 dell’Ottocento Lastra al collodio umido Aosta, coll. privata G. Fedele

In mostra anche foto d’archivio e fine art

Anche l’edizione 2022 del progetto L’Adieu des glaciers è frutto di ricerche volte a promuovere il patrimonio fotografico custodito presso archivi pubblici, associazioni e privati in ambito valdostano. In Piemonte presso il CGI-Comitato Glaciologico Italiano, la GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e
il Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi, di Torino. In mostra un ‘paradiso’fotografico nel quale immergersi e smarrirsi tra stampe originali e fine art.
Una serie di conferenze di approfondimento sulla mostra verranno programmate sul territorio.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".