In viaggio nei siti archeologici italiani patrimonio dell’UNESCO, oggi andiamo alla scoperta delle incisioni rupestri della Valcamonica
Oltre i siti “Palafitticoli preistorici dell’arco alpino”, di cui raccontato nel precedente articolo (leggi qui), l’Italia possiede anche altri due siti preistorici patrimonio dell’Umanità, addirittura più antichi, e per alcuni aspetti molto suggestivi e anche misteriosi.
Il primo in Sardegna, il sito archeologico di “Su Nuraxi” vicino al piccolo paesino di Barumini (CA), risalente a circa 3500 anni fa, e di cui abbiamo già parlato nel nostro articolo (leggi qui).
Il secondo risalente invece ad almeno 10.000 anni prima di Cristo, una vera perla storica dell’Umanità, presente in Italia come tante altre, ma non così valorizzata e pubblicizzata.
Comunque, si tratta del sito Unesco di “Arte rupestre della Valcamonica” in Lombardia, e vale davvero la pena riscoprirlo e visitarlo.
Arte rupestre della Valcamonica
Un sito antichissimo, scoperto però solo nel secolo scorso.
Tenete conto che la sua scoperta risale solo al 1909, quando un alpinista bresciano, Whalther Laeng, scopri per caso delle incisioni rupestri nella località di Cemmo, in Val Camonica.
Passarono diversi anni prima che degli studiosi si occupassero di questa sensazionale scoperta.
Fu così che verso gli anni trenta vennero trovate altre incisioni nei luoghi circostanti, sempre nella stessa valle.
Sarà comunque Laeng, insieme ad altri studiosi internazionali, solo dopo la seconda guerra mondiale, a guidare la grande spedizione del Museo di Scienze Naturali di Brescia, che riuscì a mappare la maggior parte delle incisioni rupestri di questa area archeologica, divenuta poi nel 1979 patrimonio dell’umanità Unesco, tra l’altro il primo sito riconosciuto Unesco per l’Italia.
L’evoluzione dell’uomo incisa su pietra
Un patrimonio straordinario risalente a 10.000 anni fa.
La particolarità straordinaria di queste incisioni, le prime (rarissime) del Mesolitico (VIII-VI millennio a.C), altre risalenti al Neolitico (V-VI millennio a.C.), la maggior parte dell’età del Ferro (I millennio a.C.), risiede nel fatto che, studiandole e ammirandole in ordine cronologico, raccontano l’evoluzione dell’uomo attraverso il passaggio dallo stato nomade a quello agricolo prima, e poi verso l’età del Rame e del Bronzo con i primi disegni di carri con ruote, utensili e armi in metallo per la caccia.
Un percorso di circa 8000 anni impresso nelle rocce con le incisioni di uomini che raccontano spaccati della loro vita, la loro evoluzione socio-culturale-tecnologica, e che neppure il tempo è riuscito a cancellare.
Troverete scene di aratura, di caccia, di duelli, ma anche di feste danzanti o preghiere ai propri dei.
Quest’ultime sono tra le incisioni più suggestive e in parte ancora non completamente svelate, come per esempio, quelle dedicate al Dio Cervo, idolatrato dai Camuni (gli antichi abitanti di questa zona nell’ultimo millennio a.C.) ma che probabilmente è da intendersi come la divinità celtica della caccia.
Un libro di storia fatto di pietra
Un libro di storia inciso sulle rocce del parco Nazionale di Naquane (BS).
Sta di fatto che sono un vero e proprio libro di storia che vi invito a visitare raggiungendo il Parco Nazionale di Naquane a Capo di Ponte in provincia di Brescia, in Lombardia.
Qui troverete il sito archeologico di incisioni rupestri più importante d’Europa, con oltre 300.000 mila figure scolpite sulle pareti rocciose, un altro primato italiano nel mondo.
E siamo solo all’inizio del nostro viaggio alla riscoperta della storia d’Italia attraverso le sue bellezze patrimonio dell’umanità Unesco.
Intanto scarica la mappa del parco e riscopri la storia d’Italia.