Voglio una vita colorata, come le ragazze di Hulya

“Mi capita spesso di essere violenta con le mie figlie, e poi me ne pento…” Luisa affonda il capo tra le mani e piange. E’ da una vita che piange, mentre una disperata paura di restare sola le prende la gola e la fa respirare a stento.

E’ seduta davanti a me in un discreto abito nero, che la rende ancora più magra, poi si asciuga gli occhi e balbetta appena:  “Voglio una vita colorata, come le ragazze di Hulya”.

Hullya Ozdemir

Hullya Ozdemir è un’artista turca che realizza coloratissimi quadri in cui ritrae donne bellissime, che emergono da uno sfondo astratto, fluido come solo un acquarello riesce a rendere.

Ne parlo spesso durante i colloqui, indicando quelle ragazze come obiettivi da raggiungere e modelli da imitare, perché la gioia di quei colori è contagiosa, ed aiuta l’Anima a liberarsi dai pesi della quotidianità

Storia di Luisa

Ma chi è Luisa? E’ una donna come tante, la fotografia di una vita buttata via tra molte speranze deluse e poche responsabilità sopportate male.

Per sfuggire ad un padre oppressivo e maschilista, salta sul primo treno che passa e si trova a Piacenza, in giornate corte e nebbiose, lei che amava il mare e il cielo azzurro. Trova lavoro come cameriera in un ristorante, lei che voleva viaggiare e fare l’hostess di voli intercontinentali.

Un treno chiamato Federico

Il suo treno si chiama Federico, fa il muratore ed ha il cuore più ruvido delle mani.

A prima vista, Luisa aveva sentito un battito d’ali nel petto e mi dice credevo fosse amore. “Una sensazione bellissima si era impossessata di me e aspettavo con impazienza di rincontrarlo” Tutto questo era dovuto alla produzione di feniletilamina, una molecola che il nostro cervello produce nella prima fase dell’innamoramento.

L’innamoramento

Da qui partono una serie di sensazioni legate anche alla dopamina che viene stimolata nel nostro corpo, e quindi benvenuti nel meraviglioso mondo dell’innamoramento: pensieri concentrati quasi esclusivamente nei confronti del partner, senso di appagamento, mancanza di appetito, voglia di fare qualsiasi cosa e percezione di onnipotenza.

Ma questo stato è transitorio ben presto compaiono altri ormoni, che trasformeranno il tutto in qualcosa di stabile, di più duraturo, saranno la base per la creazione di un progetto di vita.

Una questione di ormoni

L’ormone responsabile di questo cambiamento è l’ossitocina. Ben presto sostituisce la feniletilamina, che se proprio vogliamo ritrovare, dobbiamo andare a cercare in una tavoletta di cioccolato, ma in concentrazione nettamente inferiore.

L’ossitocina viene prodotta in maniera abbondante per mezzo del contatto fisico e della stimolazione tattile, per esempio attraverso una carezza o un abbraccio; ma questo è fondamentalmente l’ormone che lega la mamma al neonato, infatti durante l’allattamento verrà prodotto un effluvio di ossitocina e la donna si sentirà soddisfatta e realizzata. In una parola sarà felice.

Mamma & moglie

Ma Luisa ben presto ha smesso di essere abbracciata e carezzata dalle mani grosse e forti di Federico, e due parti cesarei senza montata lattea hanno ridotto al minimo la sua produzione di ossitocina. Continua il suo viaggio nel buio di giorni sempre uguali, alternando il ruolo di mamma a quello di moglie, senza provare nessuna gratificazione, ma sentendo sempre più il peso delle responsabilità. Le sue giornate sono fatte da camice da stirare nell’intervallo che intercorre tra l’accompagnare una ragazza a danza e l’altra alla scuola d’inglese!…

Sos omeopatia

Nella storia di Luisa compare l’omeopatia a salvarle la vita. Due medicinali assunti con costanza le hanno riacceso la voglia di guardare al domani, e chissà se un giorno non inizierà veramente a volare sui voli intercontinentali.

Per ora continua ad assumere quotidianamente sepia ed ignatia: la prima ad azione espressamente antidepressiva, la seconda per le somatizzazioni ansiose accompagnate da sbalzi d’umore. Quel senso di angoscia, di pesantezza, di tristezza infinita, è gradualmente svanito e  presto anche lei avrà una vita colorata come le ragazze di Hulya.

Dr. Rocco Berloco
Dr. Rocco Berloco
Rocco Berloco, medico chirurgo, specializzato in Medicina Generale, esperto in Omeopatia con iscrizione presso l’Albo dell’Ordine dei Medici di Bari. In quanto omeopata tratto i disturbi pediatrici, le allergie, le problematiche ginecologiche, tutte le patologie funzionali dell'intestino, ma in special modo mi occupo di ansia, di depressione, di attacchi di panico, ma anche di supportare il soggetto oncologico con medicinali omeopatici, per antagonizzare gli effetti collaterali della chemio e radioterapia. Da sempre mi piace pensare che basta poco per trasformare la sofferenza in un sorriso, che la Medicina sia Una e comprenda varie sfaccettature e che la sua Mission sia quella di aiutare le persone a Cambiare, a diventare migliori, a lasciarsi alle spalle sofferenze e traumi, perchè non si deve curare la Malattia, ma guarire l'Uomo. Cerco di avvicinarmi alle emozioni, di riuscire a parlare loro e farle fluire in modo da rendere le persone libere da quegli schemi e da quelle convinzioni limitanti che ne bloccano i comportamenti. Lavorare per il cambiamento significa scrollarsi di dosso pattern negativi ed abitudine non ecologiche. E tutto questo si può fare attraverso i medicinali omeopatici, attraverso i fiori di Bach (ma anche altre essenze floreali) e i fitoterapici. Ma non solo. A volte non basta, bisogna scendere in profondità, scrostare la rabbia, vivere diversamente il Tempo, il passato di cui non ci si riesce a liberare ed il futuro che è sempre un passo davanti. Bisogna imparare a restare nell'attimo, nel qui ed ora, nel hic et nunc, bisogna fermarsi semplicemente nel Presente. A volte è fondamentale il lavoro profondo con la pnl (programmazione neurolinguistica) per prendere finalmente consapevolezza dei propri Talenti, per far riaffiorare la propria autostima. Ma a volte c'è bisogno anche creare un percorso, trovare la strada, fissare gli obiettivi, identificare la propria Mission, attraverso una Vision personalizzata. Ecco perchè diventa fondamentale il coaching! Ma spesso il tassello decisivo è nel nostro intestino, perchè l'asse intestino-cervello muove tanti neurotrasmettitori, tante citochine, tante endorfine, e perchè andando a ritroso la stragrande maggioranza delle patologie si struttura su quella che gli anglosassoni chiamano "leaky gut syndrom" in Italia meglio conosciuta come permeabilità intestinale. E allora prendiamo coscienza del ruolo fondamentale del microbiota, e che i probiotici non sono tutti uguali, e che un intestino sano fa persone sane.