Rapporto Censis, per 3 milioni di italiani il Covid non esiste.

É stato presentato agli inizi di dicembre il 55° rapporto Censis intitolato “La società italiana al 2021″. Il rapporto offre uno spaccato di una società incredula e di italiani vulnerabili. Sembrava quasi scontato che la diatriba pandemica ormai si dirigesse quasi esclusivamente sull’efficacia dei vaccini. Invece, da questo rapporto, emerge un dato allarmante:l’ irrazionalità ha infiltrato il tessuto sociale e infiammato le piazze.

All’allentarsi della pressione dell’emergenza, qualche mese fa, infatti, non si sono sentiti respiri di sollievo o echi di esultanza, ma mugugni, e risentimenti. Le aspettative tradite di ognuno di noi hanno provocato una fuga nel pensiero magico e irrazionale che va a intaccare sempre più il tessuto sociale.

Censis per il 5,9% degli italiani il Covid non esiste

Infatti, secondo il recente rapporto, per circa tre milioni di italiani (il 5,9%) il Covid non esiste, e per altri 6 milioni (10,9%), il vaccino è inutile. Ma la spia che fa capire come ormai siamo votati allo sciamanesimo è che ancora oggi, nel secondo millennio, il 5,8% della popolazione italiana è convinto che la Terra sia piatta. Fine? No, per il 10% l’uomo non è mai sbarcato sulla Luna e per quasi 12 milioni di persone il 5G è uno strumento sofisticato per controllare le persone.

Il 55°rapporto Censis definisce tutto questo come “un sonno fatuo della ragione, una fuga fatale nel pensiero magico, stregonesco, sciamanico, che pretende di decifrare il senso occulto della realtà”.

Un onda in piena di pregiudizi e superstizioni moderne

Accanto alla maggioranza ragionevole e saggia si leva un’onda di irrazionalità. Si osserva, infatti, una maggiore disponibilità a credere a superstizioni premoderne, pregiudizi antiscientifici, teorie infondate e speculazioni complottiste.Per il 31,4% dell’Italia il vaccino è un farmaco sperimentale e le persone che si vaccinano fanno da cavie. A braccetto con l’idea del 12,7%. secondo cui la scienza produce più danni che benefici.

L’irrazionale ritaglia, dunque, uno spazio tutt’altro che modesto nel discorso pubblico, conquistando i vertici dei social network, scalando le classifiche di vendita dei libri, occupando le ribalte televisive. In vetta alla top ten, scorrendo, il rapporto Censis figura La teoria cospirazionistica del «gran rimpiazzamento». Questa ha contagiato ben il 39,9% degli italiani, certi del pericolo della sostituzione etnica. L’opinione di più di un terzo degli italiani è che identità e cultura nazionali spariranno a causa dell’arrivo degli immigrati, “portatori di una demografia dinamica rispetto agli italiani che non fanno più figli, e tutto ciò accade per interesse e volontà di presunte opache élite globaliste” .

Insoddisfazione sociale e fuga nell’irrazionale

L’irrazionale – continua il 55°rapporto Censis – che oggi si manifesta nella nostra società non è semplicemente una distorsione legata alla pandemia, ma ha radici socio-economiche profonde. Seguendo una parabola che va dal rancore al sovranismo psichico, e che ora evolve diventando il gran rifiuto del discorso razionale. Vale a dire degli strumenti con cui in passato abbiamo costruito il progresso e il nostro benessere: la scienza, la medicina, i farmaci, le innovazioni tecnologiche.

Ciò dipende dal fatto che siamo entrati nel ciclo dei rendimenti decrescenti degli investimenti sociali. Questo determina un circolo vizioso: bassa crescita economica, quindi ridotti ritorni in termini di gettito fiscale. Conseguentemente l’innesco della spirale del debito pubblico, una diffusa insoddisfazione sociale e la ricusazione del paradigma razionale. La fuga nell’irrazionale è l’esito di aspettative soggettive insoddisfatte, pur essendo legittime in quanto alimentate dalle stesse promesse razionali.

Rapporto Censis, per 3 milioni di italiani il Covid non esiste.  Foto di una persona preoccupata con indosso la mascherina.

Gli italiani promuovono il Sistema sanitario nazionale per come ha reagito all’emergenza.

Ma, nonostante tutto, comunque ill 77% degli italiani valuta adeguato l’operato del Servizio sanitario nazionale da quando è iniziata l’emergenza. E, sempre secondo il rapporto Censis, “accanto al riconoscimento dell’eccezionale sforzo compiuto, stanno maturando le aspettative dei cittadini sulla sanità post-Covid”. Da qui la quasi totalità della popolazione, 94,0%, ritiene indispensabile avere sul territorio strutture sanitarie di prossimità.

Luoghi in cui medici di medicina generale, specialisti e infermieri siano presenti con continuità per potersi sempre rivolgere in caso di bisogno. Il 93,2% richiede un incremento stabile dei finanziamenti pubblici per la sanità e un altro 70,3% considera prioritario un più ampio ricorso al digitale e alla telemedicina per effettuare controlli, diagnosi e cure a distanza.

Salute fai da te durante la pandemia

Il rapporto con la salute, mette in evidenza il Censis, è uno dei fulcri del cambiamento che il Covid-19 ha innescato nelle nostre vite. A partire dal fenomeno dellla gestione in autonomia dei piccoli disturbi che hanno colpito, nell’ultimo anno, 46 milioni di italiani, come mal di stomaco, mal di schiena e mal di testa.

Rapporto Censis, per 3 milioni di italiani il Covid non esiste. Foto con stetoscopio e ricettario.

Come hanno reagito? Il 65,4% ha fatto ricorso almeno una volta a farmaci senza obbligo di ricetta, basandosi nella maggioranza dei casi su esperienze analoghe in cui erano ricorsi al supporto di un medico o di un farmacista.

Buona protezione cercasi

La pandemia, inoltre, rileva il rapporto Censis, ha accentuato il senso di vulnerabilità. Il 40,3% degli italiani si sente insicuro pensando alla propria salute e all’eventuale necessità di ricorrere a prestazioni medico-sanitarie. Così come il 33,9% nutre serie preoccupazioni rispetto a un’eventuale condizione di non autosufficienza. Il 27,4% teme la disoccupazione e le relative difficoltà reddituali. Il 27,4% è preoccupato dal tenore di vita che potrà permettersi nella vecchiaia.

Emerge dunque che il senso di protezione, per la maggioranza degli italiani, è il risultato di una serie di fonti di finanziamento e di soggetti cui rivolgersi. Partiamo dagli ottimisti. Per il 61,8% degli italiani lo Stato garantirà un pacchetto di bisogni essenziali, e i cittadini dovranno pagarsi da soli le prestazioni in più che vorranno. Secondo il 30,7% il welfare statale non coprirà l’essenziale, tanto che le persone dovranno pagarsi tutto da soli, inclusi i servizi a copertura dei bisogni essenziali. Dorme sonni sereni il 7,5% della popolazione per cui il Governo garantirà la copertura di tutti i bisogni, anche al di là di quelli essenziali.

… La situazione di qui a un anno, che speriamo di poter definire postpandemica, cambierà qualcosa in queste percezioni? Appuntamento per il 2022. Al 56°rapporto Censis.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".