Banche e IA: ecco come l’ RPD Protegge la Privacy

Banche e IA: quali sono i rischi derivanti dalla tecnologia IA applicata al sistema bancario? Chi è l’RPD e quali sono i suoi compiti? Dal Garante della Privacy e ABI, la prima “fotografia” sul responsabile della protezione dei dati personali in ambito bancari.

Nel panorama sempre più digitale e interconnesso delle operazioni bancarie, la protezione dei dati personali dei clienti assume un’importanza fondamentale. In questo contesto, il ruolo del Responsabile della protezione dei dati personali (RPD) riveste un’importanza crescente nel garantire la sicurezza e la conformità alle normative sulla privacy. Inoltre, con l’ampia diffusione dell’intelligenza artificiale (IA) nel settore bancario, sorgono nuove sfide e rischi che richiedono un’attenzione particolare da parte del RPD e delle istituzioni finanziarie.

Chi è l’RPD e quali sono i suoi ruoli e responsabilità

Il RPD è una figura chiave all’interno delle banche, responsabile della supervisione e della gestione dei dati personali dei clienti in conformità con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione Europea. Questa figura svolge un ruolo strategico nell’elaborare politiche interne, monitorare la conformità normativa, gestire le richieste dei clienti in merito alla privacy e fornire consulenza in materia di sicurezza dei dati.

Le responsabilità del RPD includono la definizione di politiche e procedure per la gestione dei dati personali, l’identificazione e la mitigazione dei rischi per la privacy, la supervisione dell’implementazione di misure di sicurezza informatica e la collaborazione con le autorità di regolamentazione e di vigilanza.

L’Associazione Bancaria Italiana (ABI) e il Garante della Privacy hanno presentato i risultati di una ricerca sul ruolo del Responsabile della protezione dei dati personali (RPD) nel settore bancario in conformità con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione Europea.

La ricerca offre una panoramica sulle responsabilità del RPD, inclusa la sua collocazione all’interno delle strutture aziendali, la sua indipendenza nel svolgere i compiti assegnati e l’allocazione di risorse adeguate. Si sottolinea l’importanza di principi etici, trasparenza e responsabilità sociale nel contesto della protezione dei dati, specialmente con il crescente utilizzo di tecnologie come l’intelligenza artificiale nel settore bancario.

L’importanza della tutela dei dati personali

Nella ricerca si evidenzia l’importanza della protezione dei dati personali nell’era dell’intelligenza artificiale e propone misure di protezione per gestire i rischi derivanti dall’utilizzo di questa tecnologia nel settore bancario. Un’analisi che sottolinea l’impegno delle banche italiane nell’innovazione tecnologica e nella promozione di una cultura della protezione dei dati, nonché l’importanza della collaborazione tra il settore bancario, il Garante della Privacy e le autorità regolatorie per garantire la conformità normativa e la protezione dei dati personali dei clienti.

“Nella  prospettiva dell’intelligenza artificiale occorrono principi etici, trasparenza, responsabilità sociale per la sicurezza e la protezione dei dati – afferma il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli –  Le banche italiane sono fortemente impegnate in continue innovazioni tecnologiche, investendo nella creazione e diffusione di una cultura della protezione dei dati. Il progetto che ci vede coinvolti è il primo esempio della costituzione di una ‘Rete’ dei Responsabili della protezione dei dati nel settore privato e ciò rappresenta per ABI un segnale di forte riconoscimento dell’impegno delle banche. La creazione delle Rete è quindi per tutto il mondo bancario occasione per affrontare e approfondire tematiche su cui è sempre più indispensabile ottenere indirizzi chiari, che possano facilitare la conformità alle norme”.

Rischi Derivanti dall’IA nel Settore Bancario

L’implementazione dell’intelligenza artificiale nel settore bancario offre numerosi vantaggi, ma comporta anche rischi significativi. Tra questi vi sono il rischio di sicurezza informatica, la possibilità di frodi finanziarie, la manipolazione dei mercati finanziari e il rischio di violazione della privacy dei dati personali dei clienti.

L’IA, infatti, può essere utilizzata da criminali informatici per sviluppare algoritmi sofisticati che mirano a violare la sicurezza delle reti bancarie, rubare dati sensibili dei clienti o effettuare frodi finanziarie. Gli algoritmi di IA possono essere addestrati per identificare modelli di comportamento dei clienti e individuare vulnerabilità nei sistemi di sicurezza delle banche al fine di perpetrare frodi finanziarie, come furti di identità o transazioni fraudolente.

L’IA può essere utilizzata anche per analizzare grandi quantità di dati di mercato e prendere decisioni di trading in modo autonomo. Tuttavia, ciò potrebbe anche portare a manipolazioni dei mercati finanziari se gli algoritmi vengono utilizzati per diffondere informazioni false o per eseguire operazioni speculative su larga scala. Inoltre, con l’intelligenza artificiale si possono analizzare enormi quantità di dati personali dei clienti al fine di fornire servizi personalizzati o valutare il rischio di credito.

Tuttavia, ciò solleva preoccupazioni sulla privacy dei dati e sulla possibilità che tali informazioni vengano utilizzate in modo improprio o violato da terze parti non autorizzate. Senza contare che se gli algoritmi di IA vengono addestrati su dati inaccurati o incompleti, possono produrre risultati distorti o errati, che potrebbero influenzare le decisioni finanziarie delle banche e dei loro clienti.

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La Ricerca dell’Associazione Bancaria Italiana

Mentre l’IA offre molteplici vantaggi nel settore bancario, come l’automazione dei processi, l’ottimizzazione del rischio e la personalizzazione dei servizi, è essenziale gestire attentamente i rischi associati all’uso di questa tecnologia e implementare robuste misure di sicurezza e protezione dei dati per mitigare eventuali minacce.

L’attività è il primo risultato del progetto, messo in campo da Garante e ABI, di costituzione di una “Rete dei Responsabili della protezione dati nel settore bancario”, un gruppo di lavoro permanente, finalizzato al confronto e interscambio informativo tra l’Autorità e i RPD coinvolti nella gestione di trattamenti così complessi.

“Iniziative simili – afferma il Presidente del Garante Privacy, Pasquale Stanzione – sono estremamente importanti non soltanto perché rappresentano un’occasione di confronto sull’importanza di una tutela effettiva dei dati personali, ma anche perché consentono di comprendere l’importanza della protezione dei dati per lo sviluppo armonico della nostra società.

Il Gdpr – continua Stanzione – nel tentativo di coniugare sviluppo economico, innovazione e dignità umana detta le condizioni per il lecito trattamento dei dati, a tutela della persona ma anche per la libera circolazione dei dati stessi, necessaria per promuovere economia e innovazione. Allo sviluppo crescente di sistemi sempre più avanzati di analisi ed elaborazione di dati personali nel settore bancario si deve quindi accompagna­re il potenziamento del ruolo e dei compiti del RPD”.

I risultati della verifica dell’attuale ruolo del’RPD

In sintesi, la protezione dai rischi associati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel settore bancario richiede un approccio olistico e proattivo che combini tecnologie avanzate, formazione del personale, trasparenza e collaborazione con le autorità competenti.

Per questi motivi, tornando all’azione condivisa, il Garante ha suggerito al gruppo di lavoro di avviare l’attività facendo una verifica dello stato di radicamento della funzione di RPD all’interno delle banche a distanza di cinque anni dalla sua istituzione. Mediante un questionario ad hoc, al quale hanno risposto 87 tra banche individuali e capogruppo di gruppi bancari. Sono state proposte domande sulle modalità di designazione, sui requisiti necessari per svolgere i compiti previsti, sulle risorse assegnate, sul suo ruolo e sulla sua posizione nell’ambito dell’organizzazione societaria.

Dal questionario emerge, tra l’altro, che i RPD sono nominati con un atto di designazione, hanno un’esperienza principalmente di area giuridica, economica e tecnica e un’esperienza tra i 3 e gli 8 anni o più.

Particolarmente interessante la parte del questionario dedicata a osservazioni e suggerimenti. Da questo blocco emergono l’attenzione per i rischi collegati all’intelligenza artificiale e l’esigenza forte di un costante coordinamento tra le Autorità e le normative nazionali ed europee del settore finanziario.

Il Garante ha da sempre posto particolare attenzione alla funzione strategica del RPD, nel favorire l’osservanza della disciplina privacy all’interno delle organizzazioni, e sulla capacità di essere un vero e proprio valore aggiunto all’interno dell’organizzazione aziendale.

L’Autorità ha, infatti, dedicato agli RPD numerose iniziative informative, a partire dal progetto T4Data, promuovendo anche la creazione di “reti di RPD” per settori omogenei, di cui l’iniziativa in ambito bancario rappresenta un significativo esempio.

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