“Boston”: l’album che ha riscritto il Rock degli Anni ’70

Proseguono gli appuntamenti con i 33 giri di ricordi, quelli che hanno segnato un’epoca: oggi parliamo di “Bostondisco d’esordio dell’omonima band statunitense, del 1976.

1976

Viene lanciato sul mercato il primo supercomputer commerciale, il Cray-1, realizzato da Seymour Cray. L’IBM introduce il primo tipo di stampante laser, l’IBM 3800.

Il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ammette, con undici voti favorevoli e uno contrario, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP).

Il 14 gennaio esce il primo numero del quotidiano La Repubblica.

Milano, dopo un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine, vengono arrestati i brigatisti Renato Curcio e Nadia Mantovani.  

Roma: scoppia lo scandalo Lockeed: vengono inquisiti gli ex ministri Mario Tanassi e Luigi Gui e il più volte presidente del Consiglio, Mariano Rumor.

Argentina: colpo di Stato militare; destituita Isabel Peròn, al potere il generale Jorge Rafael Videla.  

Seveso: una nube tossica crea vittime e rende inagibile per anni una vasta area attorno all’industria ICMESA.

Roma: viene emessa la sentenza di primo grado nel processo per il massacro del Circeo: ergastolo per Gianni Guido e Angelo Izzo, ergastolo in contumacia per Andrea Ghira.  

Peppino Di Capri, vince il 26° Festival di Sanremo con “Non lo faccio più”.

Anno d’oro per il tennis italiano: Adriano Panatta vince a Roma gli Internazionali d’Italia e il Roland Garros a Parigi. La Nazionale Italiana di tennis, capitano non giocatore Nicola Pietrangeli, conquista per la prima (ed unica) volta la Coppa Davis, battendo il Cile 4-1. Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, sono i quattro moschettieri azzurri.

L’AC Torino vince lo scudetto, il settimo, ventisette anni dopo la tragedia di Superga. Capocannoniere, per la seconda volta consecutiva, Paolino Pulici, con 21 reti.

Lucio Battisti - Nella foto Gigi Radice, portato in trionfo dai giocatori del Toro, il giorno dello scudetto, il 24 maggio 1976

More than a feeling

Nel panorama musicale degli anni ’70, pochi album hanno lasciato un’impronta così profonda e duratura quanto l’omonimo album di debutto della band Boston, uscito nel 1976. Questo capolavoro musicale ha ridefinito il rock, portando una fresca ventata di innovazione e melodia che ha catturato l’attenzione di milioni di fan in tutto il mondo.

All’inizio degli anni ’70, la scena musicale americana era dominata da generi come il rock progressivo e il glam rock. “Boston” è stato pubblicato in un momento in cui la musica aveva bisogno di una svolta, e l’album omonimo ha fatto proprio questo. L’album si è distinto per il suo suono unico e per l’uso pionieristico delle nuove tecnologie musicali.

L’album esce quasi in concomitanza con altre tre pietre miliari del nuovo rock americano: “Bat out of hell” di Meat Loaf, con cui nasce l’arena rock, “Toto” primo album della super band californiana e “Molly Hatchet” disco d’esordio del gruppo southern rock, formatosi in Florida.

Guai a chi non ascolta rock” era lo slogan del nuovo rock made in USA, usato per pubblicizzare i quattro nuovi progetti. Un poker di dischi davvero imperdibili.

Boston

L’album “Boston” ha presentato un suono che era all’avanguardia per l’epoca. Il chitarrista e cantante principale della band, Tom Scholz, era un genio ingegneristico e aveva sviluppato molte delle proprie attrezzature musicali, inclusi amplificatori e effetti personalizzati. Questa dedizione alla perfezione tecnica si è tradotta in una qualità audio impeccabile che ha reso ogni nota e ogni riff di chitarra cristallini e potenti.

Un altro elemento chiave del suono dell’album è stata la fusione tra rock duro e melodie orecchiabili. Brani come “More Than a Feeling“, “Peace of Mind” e “Foreplay/Long Time” hanno combinato chitarre elettriche potenti con armonie vocali impeccabili, creando un’esperienza musicale avvincente che ha colpito il pubblico in modo viscerale.

Nonostante le difficoltà iniziali per ottenere un contratto discografico, la band firma con la Epic Records e pubblica l’album di debutto nel 1976. Il successo è stato immediato, con il disco che raggiunge il numero 3 nella classifica Billboard 200 e venduto oltre 17 milioni di copie solo negli Stati Uniti. È stato certificato disco di diamante, confermando il suo status di classico intramontabile.

Inoltre, l’album ha ricevuto elogi unanimi dalla critica musicale. La combinazione di eccezionale abilità musicale, produzione innovativa e melodie accattivanti ha catturato l’attenzione di tutti, dai fan del rock ai critici più esigenti.

Don’t look back

L’album “Boston” non è solo un classico del rock degli anni ’70; ha anche influenzato generazioni successive di musicisti. Il suono distintivo della band, caratterizzato dalle chitarre di Tom Scholz e dalla voce potente di Brad Delp, è stato una fonte di ispirazione per molte band rock e alternative.

Inoltre, le canzoni dell’album continuano a essere amate e suonate in tutto il mondo. Brani come “More Than a Feeling” sono diventati veri e propri inno del rock classico e sono spesso presenti nelle playlist radiofoniche e nei film.

L’album “Boston” è un’icona nella storia della musica rock. Il suo suono rivoluzionario, la qualità audio impeccabile e le melodie memorabili hanno catturato il cuore di milioni di fan e hanno influenzato in modo duraturo il panorama musicale.

A oltre 45 anni dalla sua uscita, “Boston” continua a essere un punto di riferimento per gli amanti della musica rock di tutto il mondo e una testimonianza del talento straordinario dei suoi creatori.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.