“Breakfast in America”: il punto più alto della storia dei Supertramp

Per la rubrica “33 giri di ricordi”: recensione e retrospettiva dell’album “Breakfast in america” dei Supertramp.

La Storia non è solo quella che si studia sui libri di scuola. E’ storia tutto ciò che ha contribuito al nostro sviluppo sociologico e che ha segnato gli eventi culturali. Ogni contesto storico è stato accompagnato dalla musica, colonna sonora che ha “battuto il tempo” e raccontato in modo indelebile la storia, fissandola a colpi di note nella nostra memoria. Nasce così la rubrica “33 giri di ricordi”, la musica che ha fatto la storia.

Proseguono gli appuntamenti con i 33 giri di ricordi, quelli che hanno segnato un’epoca: oggi parliamo del capolavoro assoluto dei Supertramp, “Breakfast in America”.

1979

Iran: dopo mesi di proteste popolari, lo Shāh Mohammad Reza Pahlavi lascia il paese. Al suo posto, assumerà il potere l’āyatollāh Ruhollah Khomeyni, tornato dall’esilio in Francia.

La sonda della NASA Voyager fotografa per la prima volta il pianeta Giove da una distanza di 32,7 milioni di chilometri.

New York: il bassista dei Sex Pistols, Sid Vicious, viene trovato morto per overdose.

13 marzo: entra in vigore il Sistema Monetario Europeo.

Roma: il giornalista Mino Pecorelli direttore del settimanale “OP”, è assassinato a colpi d’arma da fuoco.

Regno Unito: vittoria elettorale dei Conservatori di Margareth Thatcher, prima donna ad occupare la carica di primo ministro.

Viene immesso in vendita in Giappone dalla Sony il primo lettore stereo portatile a cassette, il Walkman.

Iraq: Saddam Hussein diventa Presidente della Repubblica.

27 agosto: in Sardegna vengono rapiti Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi.

Roma: approvata al Senato l’installazione su territorio italiano di missili Pershing e Cruise.

Mino Vergnaghi con “Amare” vince il Festival di Sanremo.

breakfast in america supertramp - nella foto il pianeta giove inquadrato di notte

Pietro Mennea orgoglio italiano

Città del Messico: durante le Universiadi, Pietro Mennea stabilisce il record mondiale sui 200 metri piani, cl tempo di 19”72.

Il Milan vince il decimo scudetto, capocannoniere del torneo Bruno Giordano (Lazio) con 19 reti.

I Seattle Supersonics vincono il titolo NBA, battendo ai play off i Washington Bullets.

Even in the Quietest Moments…

Dividendo il tempo tra il Colorado e la California, la band inglese ha trascorso oltreoceano gli ultimi cinque anni, e realizzato due dischi: una full immersion nella realtà “Made in USA”, che volente o nolente, influenzerà tutto il nuovo album. Parecchi critici musicali, hanno individuato nei testi una satira, a volte pesante, verso la cultura americana, anche se la band ha sempre negato questa circostanza. Dirà Roger Hodgson al riguardo: “Scegliemmo quel titolo perché era divertente. Era appropriato all’animo divertente dell’album“.

Satira o divertimento che sia, ci troviamo davanti, ad uno dei pochi, veri “masterpiece” della storia della musica contemporanea; un album senza tempo, etichettato forse frettolosamente come “art rock”, che racchiude le anime dei due autori principali, lo stesso Roger Hodgson, e Rick Davies, una progr, l’altra pop.

Breakfast in America” può tranquillamente considerarsi un disco progressive, alla portata di tutti: suoni aperti e caldi, arrangiamenti raffinati, voci gioiose e soprattutto il suono del piano elettrico Wurlitzer, che si rivelerà un vero e proprio marchio di fabbrica.

Nove mesi di gestazione, missaggi fatti e rifatti, demo su demo, e litigi di vario genere, sono serviti per partorire un album stellare: dieci tracce di altissimo livello, quattro singoli estratti, milioni di copie vendute.

Il punto più alto della storia dei Supertramp.

Cover

La copertina dell’album presenta un panorama d New York, visto dal finestrino di un aereo. L’immagine mostra l’attrice Kate Murtagh, nei panni di una cameriera chiamata “Libby”, nella caratteristica posa della Statua della Libertà, che regge con una mano un piattino con un bicchiere di succo d’arancia (al posto della torcia della statua), e con l’altra mano un menù pieghevole del ristorante su cui è scritto “Breakfast in America”. Sullo sfondo si vede una città composta da una scatola di cornflake, posacenere, posate (per i pontili), tazzine da caffè, cassette per le uova, aceto, ketchup e bottiglie di senape, tutte con vernice bianca.

Le torri gemelle del World Trade Center sono disegnate come due pile di scatole e il piatto della colazione rappresenta Battery Park, il terminal di partenza dello Staten Island Ferry. La foto posteriore, raffigura i membri della band mentre fanno colazione e leggono i rispettivi giornali (inglesi), ed è stata scattata in un ristorante chiamato Bert’s Mad House.

breakfast in america supertramp - La copertina dell'album presenta un panorama d New York, visto dal finestrino di un aereo. L'immagine mostra l'attrice Kate Murtagh, nei panni di una cameriera chiamata "Libby", nella caratteristica posa della Statua della Libertà, che regge con una mano un piattino con un bicchiere di succo d'arancia (al posto della torcia della statua), e con l'altra mano un menù pieghevole del ristorante su cui è scritto “Breakfast in America”. Sullo sfondo si vede una città composta da una scatola di cornflake, posacenere, posate (per i pontili), cassette per le uova, aceto, ketchup e bottiglie di senape, tutte con vernice bianca. Le torri gemelle del World Trade Center sono disegnate come due pile di scatole e il piatto della colazione rappresenta Battery Park, il terminal di partenza dello Staten Island Ferry. La foto posteriore, raffigura i membri della band mentre fanno colazione e leggono i rispettivi giornali (inglesi), ed è stata scattata in un ristorante chiamato Bert's Mad House.
La copertina di “Breakfast in america” dei Supertramp

Almost true

Ma c’è di più, e questa teoria farebbe la felicità di Carlo Lucarelli. La copertina dell’album, preconizzerebbe l’attacco alle Torri Gemelle, ben 22 anni prima.

Se si posiziona l’album dabvanti ad uno specchio (pratica davvero usuale…) si può notare “chiaramente” che la U e la P di Supertramp, nascoste dietro il disegno delle torri, diventano la tragica data dell’11/9, mentre il bicchiere di succo d’arancia, diventerebbe la palla di fuoco che attraversa le torri stesse. Almost true.

Breakfast in America

Un album senza un attimo di tregua, dove parlare di una canzone, piuttosto che di un’altra, sarebbe quasi irrispettoso.

Dieci tracce, tutte da ascoltare, dove, a parte la maestria dei due fondatori, Rick Davies e Roger Hodgson, che si dividono equamente pianoforte, chitarre e voci, è da segnalare la prova superba di John Helliwell, mai abbastanza celebrato, polistrumentista e fiatista sopraffino, il vero “collante” tra i membri della band, e una sezione ritmica da paura, ovvero Dougie Thomson al basso e Bob Siebenberg alla batteria, capaci come pochi di scandire ritmi e battute, anche nei giri più complicati.

Canzoni come la title track, piuttosto che “The logical song”, o “Child of vision” (riconoscibile fin dal primo accordo di piano), sono entrate a far parte della storia della musica, e non c’è film, ambientato in quegli anni, che sistematicamente non ne proponga qualcuna, come soundtrack.

Giochi di voce, armonie tra il melodico e il progressive, lunghe, ma compatibili col contesto “canzone”, digressioni strumentali: quando si dice, la ricetta vincente.

…famous last words…

Gli anni ’80 sono ormai alle porte, David Bowie ha già pubblicato “Heroes” facendo praticamente nascere la “New Wave”, e i tempi sono maturi per il cambiamento, e niente sarà più come prima.

Breakfast in America” dei Supertramp, rimane l’ultimo baluardo della musica pop intesa come tale, dove la parola “elettronica” risultava quasi una bestemmia.

Purtroppo, le incomprensioni, i litigi e le baruffe fra i due fondatori, porteranno pian piano la band allo scioglimento, nonostante almeno un paio di album di buon livello.

Livello comunque mai più raggiunto rispetto a “Brakfast in America”, che rappresenta la cima più alta mai toccata dalla band inglese. La cima più alta e insuperata.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.