Carlo Rapp, un ecclettico e versatile artista biellese

Carlo Rapp, mancato ad 88 anni il 30 gennaio 2021, è stato un importante artista ecclettico contemporaneo. Di origini tedesche, nasce a Intra ma vive per molti anni a Biella, città nella quale si trasferisce a seguito del suo matrimonio.

Oltre alla lavorazione del vetro, Carlo si dedica anche alla scultura, all’incisione, alla pittura, alla scrittura e a tanto altro. Un artista completo a 360° gradi che opera in Italia e all’estero, come ad esempio in Medio Oriente, dove affresca la Cattedrale di Kuwait.

Lavora a progetti privati e pubblici, partecipa a mostre collettive in varie città italiane e collabora con molti artisti italiani.  

Carlo Rapp in questa fotografia a colori è un  signore anziano con gli occhiali e gli occhi azzurri che indossa camicia, giacca e cravatta. 
La camicia è azzurra con righe verdi, bianche e blu. La cravatta è nera mentre la giacca è verde con una trama a quadrati.
Carlo Rapp, un ecclettico e versatile artista biellese

LEGAME CON IL TERRITORIO

Carlo Rapp è molto legato ai territori italiani, primo fra tutti il Verbano, come si evince dai molti libri da lui scritti su questa terra. “Aria di lago. Lungo viaggio intorno al Lago Maggiore. Dipinti, disegni, incisioni” e “Crociera Minima” sono solo due dei titoli dedicati alla zona di Verbania dall’artista.

Carlo opera anche a Torino, dove realizza la vetrata dietro all’altare della cappella di Porta Nuova. Essa ritrae la Madonna con il Bambino ed è di enorme impatto, catalizza da subito gli sguardi degli osservatori.

Per la città di Biella invece, grazie alla collaborazione con l’architetto Mosso, contribuisce ad unire architettura e scultura nella Via Crucis del Duomo.

MAESTRO VETRAIO

Carlo si diploma all’Accademia Albertina di Torino come maestro vetraio. Questa professione unisce gusto estetico, manualità, creatività e fantasia.

Non solo è complessa dal punto di vista artistico, ma richiede anche una grande resistenza fisica. Lavorare il vetro significa infatti stare per tanto tempo davanti a forni caldissimi e fiamme ossidriche per poter scaldare e quindi modellare il vetro.

Inoltre implica l’utilizzo di attrezzi pericolosi per modellare il vetro bollente, come le pinze d’acciaio, o per tagliarlo in lastre. Un lavoro arduo che in pochi al giorno d’oggi sono disposti a fare.

Modellazione del vetro rovente ad opera di un maestro vetraio.

VETROCEMENTO

Carlo Rapp, oltre ad essere maestro vetraio è il primo in Italia ad introdurre il vetrocemento. Il vetrocemento inizia ad essere impiegato all’inizio del Novecento perché, come suggerisce il nome, permette di costruire pareti robuste come il cemento ma trasparenti come il vetro.

Così, all’inizio del secolo scorso, a causa dello sviluppo economico e la necessità crescente di costruire capannoni e fabbriche, il vetrocemento viene sempre più impiegato. Questo materiale è fatto di vetromattoni uniti tra loro dal cemento, così da permettere il passaggio di luce dall’esterno e altresì essere un elemento architettonico decorativo.

SIA LUCE A BIELLA

A un anno dalla sua morte, il progetto Sia Luce organizza una mostra all’interno del Duomo di Biella con le opere di Carlo Rapp. Sono esposti lavori a carattere religioso ma che, grazie alla loro diversità, mettono in risalto la versatilità dell’artista.

Ci saranno disegni a china, fotografie scattate dall’artista, sculture, bozzetti e immagini di sue produzioni artistiche. L’allestimento, inaugurato il 29 gennaio, sarà aperto fino al 20 marzo di quest’anno.

Bozzetto della Via Crucis del Duomo di Biella realizzato da Carlo Rapp.
Ambra Ciardulli
Ambra Ciardulli
Descrivere me stessa è arduo, non mi conosco abbastanza bene. Mille passioni, milioni di idee che nella mia mente viaggiano costantemente senza sosta e che si riflettono nel mio carattere sfaccettato. "Sei strana" mi dicono continuamente parenti, amici, conoscenti. L'unico modo per riordinare i miei pensieri è attraverso la scrittura, il minimo comune denominatore della mia vita. Un modo per condividere le mie esperienze, per non dimenticare e non essere dimenticata in un mondo dove ormai si sfreccia senza lasciare traccia del proprio passaggio.