Combattimento senza regole – Mazzate da orbi nei film

Mazzate da orbi in un film non significa necessariamente scene girate male come fosse un combattimento clandestino senza regole tra cani.

Tutt’altro nelle mani giuste invece il genere action può tirare fuori il meglio dell’istrionismo e la verve creativa di un regista.

E visto che l’action è anche il genere più abusato dell’industria cinematografica è bene farsi aiutare per scegliere con cura questi film.

La mia selezione di oggi cerca di coprire gusti molto diversi.

Abbiamo quindi un film degli anni 90 che arriva niente meno che dalla Mecca del cinema action di Hong Kong.

Restando sempre in oriente ci spostiamo poi in Indonesia osservando da vicino uno dei migliori registi del genere spaccaculi.

Infine arriviamo anche a Hollywood, patria di tanta immondizia ma anche ottimi film come i recenti John Wick.

Ed è proprio uno dei due registi della famosa saga d’azione l’autore del nostro ultimo film.

Perciò sedetevi comodi e copritevi gli occhi per ripararvi dai denti che saltano e gli schizzi di sangue, il pestaggio sta per cominciare.

1- The legend of Drunken Master (1994)

Uomo con pugno

Il giovane Hung ritorna nel suo paese natale dove il padre dirige una famosa scuola di arti marziali.

Esiliato tempo addietro per le sue intemperanze, il ragazzo si era poi redento imparando lo Stile dell’Ubriaco da un vecchio maestro.

Uno stile multiforma che lo rende un guerriero invincibile, ma solo quando è sotto l’effetto dell’alcool.

Abbandonati i tempi delle battaglie, Hung vorrebbe solo vivere in pace assieme al padre e la bisbetica matrigna.

Ma un imprenditore britannico e la sua marmaglia di scagnozzi maltrattano e umiliano di continuo i suoi concittadini.

In più dietro gli affari di una comune acciaieria si nasconde un traffico di reperti storici dell’Antica Cina.

Nascosti nella sicurezza dell’Ambasciata Inglese, i criminali contrabbandano i preziosi manufatti per poi spedirli al British Museum.

Assieme a un piccolo manipolo di coraggiosi, Hung lotterà per difendere l’onore e la memoria della sua nazione.

Mazzate da orbi al teatro dell’opera

The legend of Drunken Master è il seguito del famoso Drunken Master di quasi vent’anni prima.

Il film all’epoca aveva lanciato la carriera di Jackie Chan, imponendo il suo mix unico di comicità teatrale e abilità di stuntman.

Inizialmente provando a essere uno dei tanti emuli di Bruce Lee, decide poi saggiamente di cambiare totalmente strada.

Trasforma cosi il suo stile imponendo poche ma fondamentali regole specifiche di combattimento.

Nonostante l’abbondanza di scene di lotta nei suoi film, queste non sono mai votate alla violenza o la cattiveria.

L’attore attinge a piene mani dalla sua esperienza giovanile al Teatro dell’Opera di Pechino.

Le sue coreografie diventano cosi dei balletti dove unisce grazia e velocità nei movimenti ad una spassosa ironia infantile.

Dalla Cina con furore… e tante risate

Oltre alle mazzate da orbi che rifila ai suoi nemici il film funziona alla grande anche sotto il profilo comico.

Semplicemente fantastiche le varie gag in città dove il protagonista viene sfidato in continuazione e la sua precaria situazione familiare.

Da una parte il ragazzo cerca ancora il rispetto del padre, l’arcigno e serioso Ti Lung.

Dall’altra deve però anche coprire le piccole follie della matrigna, l’ irrefrenabile e bisbetica Anita Mui.

Il poveretto saltella quindi da una situazione all’altra, unendosi inoltre alla missione dell’ufficiale Lau Kar Leung.

Inizialmente non sopportandosi l’un l’altro, si fronteggiano in divertenti duelli per stabilire quale dei due sia un maestro migliore.

Ma alla fine i due faranno causa comune nella guerra contro gli inglesi, difendendo i cittadini dai soprusi e le umiliazioni.

Una guerra senza regole che culminerà con il combattimento ormai di culto contro il temibile Ken Lo nel cuore dell’acciaieria.

The legend of Drunken Master sbancò il cinema orientale per poi arrivare anche in occidente pochi anni più tardi.

Gli incassi non furono fenomenali ma è diventato subito una leggenda venendo acclamato come uno dei migliori film di Kung Fu della storia del cinema.

2- The Raid – Redenzione (2011)

Uomo con arma

Una squadra scelta della polizia indonesiana si reca in missione nel cuore dei quartieri malfamati di Giacarta.

L’obiettivo di questi uomini è semplice: eliminare con qualsiasi mezzo il boss più pazzo e pericoloso di tutta la città.

Ma l’uomo vive rintanato come un re in cima a un condominio gestito come una caserma di cui è signore e padrone incontrastato.

Ogni piano dell’edificio è stracolmo di folli criminali pronti a combattere fino alla morte pur di proteggerlo.

La missione va subito per il verso sbagliato e gran parte della squadra finisce massacrata.

Inoltre, il loro comandante confessa che l’operazione è una sua idea e non era mai stata approvata ufficialmente.

Quindi nessuno sa dove si trovino e non arriverà alcun rinforzo dall’esterno in loro aiuto.

Non potendo più tornare indietro, i pochi superstiti decidono di continuare cercando di arrivare fino al boss.

Ma sulla loro strada dozzine di agguerriti criminali tenteranno di ucciderli senza tregua.

Pugni, calci e pallottole a volontà

The Raid è uno dei migliori action del terzo millennio per un’ora e mezza di frenetico combattimento senza regole.

Le sequenze di sparatorie e combattimenti sono girate con uno stile, una passione e una forza incredibile.

La violenza e le mazzate da orbi sono piene di originalità nella scelta delle inquadrature e i movimenti di macchina.

Le scene sono composti di lunghi piano sequenza coreografati con grande maestria da una troupe di stuntman competenti ed affiatati.

Alternati a un montaggio frenetico ma non incomprensibile, il ritmo è intelligente e non esaspera mai inutilmente lo spettatore.

Il film poi non si limita al genere action, ma è anche un ottimo noir poliziesco sui generis.

A un certo punto, presi nel vortice della lotta per la mera sopravvivenza, diventa impossibile distinguere i buoni dai cattivi.

Ogni personaggio ha il suo lato ombra e un segreto inconfessabile che tiene nascosto agli altri.

Giusto o sbagliato diventa quindi irrilevante e conta solo chi picchia più duro e non ha nessuna pietà per i suoi nemici.

Un gallese alla conquista dell’Indonesia

Gareth Evans è un regista che si è imposto come uno dei migliori autori action degli ultimi 20 anni.

Pur avendo girato ancora pochissimi film, il gallese trapiantato in Indonesia si distingue in fretta dai suoi colleghi per il suo stile inimitabile.

Il protagonista è il suo attore di fiducia Iko Uwais, esperto nell’arte marziale Silat, uno stile di combattimento ispirato alle regole della natura.

L’attore non ha di certo la verve recitativa di Marlon Brando, ma è una macchina instancabile nelle lunghe e complesse battaglie del film.

Ancora più fenomenale è poi Yayan Ruhian, indistruttibile braccio destro e capoguerra del boss Ray Sahetapy.

Il suo personaggio ripudia l’uso delle armi preferendo brutalmente uccidere a mani nude i suoi nemici.

Lo scontro finale tra questo villain con un suo codice morale contro i due fratelli anti-eroi è da incorniciare.

Uno dei momenti più incredibili della storia del cinema di arti marziali, teso e violento dal primo all’ultimo pugno.

Il film ha incassato discretamente ai box office di tutto il mondo, specie contando il suo budget estremamente ridotto.

Un buon successo che ha portato a un seguito pochi anni più tardi, ancora più frenetico e pieno zeppo di mazzate da orbi.

3- Atomica bionda (2017)

Donna con arma

All’apice della Guerra Fredda una affascinante agente dei Servizi Segreti britannici si reca in missione a Berlino.

Ufficialmente il suo compito è quello di prelevare la salma di un collega ucciso in azione da una spia nemica.

Arrivata in città, immediatamente un giovane e subdolo agente sotto copertura la aiuta nel suo lavoro.

Ma in realtà i suoi superiori le hanno affidato un incarico estremamente delicato per l’equilibrio politico della nazione.

Il suo vero compito è infatti recuperare una lista contenente i dettagli di tutti gli agenti segreti a ovest del muro.

Il documento segreto scatena una spietata caccia al tesoro tra i peggiori tagliagole e sciacalli di tutta la città.

La vita della donna diventa subito dura schivando i colpi e i tradimenti che arrivano senza preavviso da ogni lato.

Un combattimento senza regole tra i pesi massimi delle agenzie governative di tutto il mondo, pronte a tutto per avere la lista.

La bellissima bionda dovrà quindi lottare alla morte sullo sfondo di una città in rivolta pronta ad esplodere definitivamente.

I giorni più freddi della grande Guerra fredda

Atomica bionda è un raffinato e spettacolare spy movie con tanta azione girata con classe e gusto sopraffini.

Un gioco al massacro tra spie nei giorni a cavallo del crollo del Muro di Berlino e la morte definitiva degli anni 80.

Lo spirito, la moda e la musica di quell’epoca sono parte integrante del fascino del film.

Impossibile non provare un brivido di nostalgia per quell’epoca di cambiamenti culturali ed economici.

La fine della guerra fredda segnò la definitiva apertura del blocco sovietico al capitalismo occidentale.

In un certo senso quindi è la fine stessa dell’illusione del modello comunista che aveva resistito con destini alterni per oltre 60 anni.

David Leitch rende omaggio a quegli anni con passione ed esordisce in solitaria alla regia.

Un assoluto successo dopo il famoso John Wick, girato in tandem con Chad Stahelski, il quale proseguirà poi da solo la saga del famoso killer.

Incassando oltre 100 milioni di dollari in giro per il mondo, il regista approda poi a Hollywood per dirigere il divertente Deadpool 2.

Un destino luminoso per lui e il suo collega, entrambi ex stuntman che portano nei loro film tutta la loro esperienza e sapienza cinematografica.

La bellezza fatale di una grande attrice action

Charlize Theron domina la scena con fascino e carisma, cavandosela egregiamente anche nelle numerose scene d’azione.

Un altro ruolo di donna forte e indipendente dopo essere già stata la cazzutissima protagonista in Mad Max: Fury Road.

L’ex fotomodella sudafricana si conferma una delle donne più toste del circuito cinematografico, dispensando mazzate da orbi a pioggia per tutto il film.

Al suo fianco sul campo di combattimento c’è l’altrettanto fascinoso e ambiguo James McAvoy, ufficiale inglese poco ligio alle regole e la forma.

Doppiogiochista dal sorriso falso e i modi affabili, l’agente segreto sarà sia il migliore amico che il peggior nemico della protagonista.

Tra loro si mette poi la sexy spia del governo francese Sofia Boutella, con la quale la bionda ha una breve love story bollente ed elegante.

Infine menzione merita il sempre grande John Goodman, distaccato capoccia dell’intelligence americana che la sa più lunga di quanto la racconti.

Tutti questi personaggi e altri ancora orbitano attorno alla protagonista come pericolosi satelliti pronti all’impatto in qualsiasi momento.

La tensione narrativa e l’atmosfera dei vecchi film di spionaggio alla 007 si unisce perfettamente alle mazzate da orbi dei momenti action.

Ma Atomica bionda riesce anche a essere originale nella sua assoluta perfezione estetica, ritagliandosi uno spazio inesplorato completamente suo.

Come al solito mi auguro di esservi stato d’aiuto nella scelta per il vostro intrattenimento quotidiano e per altri consigli e articoli di cinema vi rimando al mio sito:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!