Commedia Nera – Quanto ci piace essere cattivi!

La commedia nera è la casa di chi detesta l’insopportabile politically correct, spesso inserito a forza nei film cercando di non offendere mai nessuno.

Tuttavia il vero umorismo nasce sempre dalla provocazione e a volte anche, perchè no, dalla volgarità inaccettabile dai costumi della normale quotidianità.

Colpendo in faccia lo spettatore con scherzi e battute fuori dagli schemi, inoltre, possiamo riflettere seriamente sui profondi problemi della società mentre ci facciamo due risate.

Possiamo ricordare ad esempio il mitico Animal House di John Landis, lontana ma ancora attuale caposaldo della commedia nera dai lontani anni 70.

I disgraziati studenti della confraternita Delta Tau Chi facevano a pezzi tutte le regole della società americana, sotto la guida di un indimenticabile John Belushi.

Il film portava avanti la geniale cattiveria di autori come John Waters, ispirò un genere che portò a numerosi emulazioni e tentativi di copia. Molti di essi, purtroppo, erano spesso di scarso valore, come i vari Porky’s o American Pie.

Ma il capolavoro di Landis ispirerà a sua volta tanti comici dei nostri giorni, come Seth Rogen, Jonah Hill e James Franco.

Oggi diamo una occhiata a qualche commedia con quello spirito nero dalla risata cattiva, che è il migliore toccasana per le nostre anime inquiete.

Perciò mettiamoci comodi e che il divertimento cominci, ma se avete dei bambini vicino forse vi conviene coprire loro gli occhi e le orecchie.

Ladri di cadaveri – Burke & Hare (2010)

Ladri di cadaveri - Burke & Hare Commedia Nera

Avendo nominato John Landis, cominciamo proprio dall’ultima commedia nera che finora ci ha regalato il grandissimo regista americano.

La storia si svolge nella Edimburgo del 1800, partendo dalla reale vicenda di due criminali irlandesi che finirono sulle cronache nazionali dell’epoca.

Questi amici vivevano alla giornata di piccoli furti e truffe senza senso ai danni degli avventori di una piccola locanda.

Oltre a non avere molta fortuna nei loro imbrogli, una sera un cadavere gli cade tra le mani e devono farlo sparire alla svelta.

Per pura coincidenza lungo la strada incontrano un famoso medico che ha sempre bisogno di corpi freschi per le sue lezioni di anatomia all’università.

Scoprono così una vera miniera d’oro per i loro affari, diventando i principali fornitori di cadaveri per le autopsie del dottore.

Ma il loro successo non passa a lungo inosservato e quando le sparizioni di gente in città aumentano a dismisura, la polizia inizia ovviamente ad indagare.

Inoltre, una pericolosa banda di criminali li minaccia pretendendo una lauta fetta dei loro guadagni.

Tutto precipita, infine, quando anche la moglie di uno di loro inizia ad essere sospettosa.

La donna non si spiega da dove arrivino tutti quei soldi, oltre che essere gelosa della tresca del marito con una giovane attrice.

Perciò è solo una questione di tempo prima che il cappio del destino (e non solo) si stringa intorno alla gola dei due sventurati criminali.

Le ultime risate di un grande autore anti-Hollywoodiano

Per chi cerca una commedia con gag e battute in continuazione, questo gioiello di ironia nera non è il posto giusto dove guardare.

Burke and Hare è un film con un umorismo sottile e raffinato, una metafora sociale derivante da un reale episodio di cronaca.

John Landis dimostra di essere ancora un pioniere della comicità moderna, restando fedele allo stile che lo ha reso famoso dai tempi dei Blues Brothers.

Il suo amore per questi perdenti è tanto lampante quanto tristemente rassegnato alla loro inevitabile sconfitta finale.

Inutile discutere il lato tecnico, la sontuosa ma sobria regia, i magnifici costumi e scenografie di una seppur modesta produzione di soli 10 milioni di dollari.

I due attori protagonisti sono il mitico Simon Pegg, che stavolta però è senza il solito compare Nick Frost.

Al posto del suo storico compagno di avventure della Trilogia del Cornetto c’è la famosa star internazionale Andy Serkis.

Non tutti lo riconoscete a prima vista, ma conoscerete i personaggi cui ha interpretato con il motion-capture, come il terribile Gollum del Signore degli Anelli.

Questi personaggi sono la migliore incarnazione dell’essenza di una commedia nera. Pur essendo ingenui quasi come bambini, sono altrettanto implacabili nella loro mattanza urbana alla ricerca di cadaveri freschi.

Nonostante siano assassini, però, capiamo anche il loro difficile bisogno di sicurezza in una società dal capitalismo implacabile.

Landis firma quello che per ora è il punto finale della sua filmografia, tristemente, nell’indifferenza del pubblico e fallendo al box office.

Ma fortunatamente, noi possiamo andare oltre le logiche commerciali, godendoci le ultime pennellate di uno tra i più importanti autori comici della sua generazione.

7 psicopatici (2012)

7 psicopatici Commedia Nera
Amazon Prime Video

Il secondo film ha una impostazione meno classica ed è una commedia nera di chiara ispirazione pulp Tarantiniana.

Tutto comincia con un misterioso giustiziere che fa fuori uno dopo l’altro una serie di pericolosi criminali a Los Angeles.

Ispirandosi a questi violenti omicidi, uno scrittore riprende una sceneggiatura che era a un punto morto da molto tempo, dal titolo 7 Psicopatici.

I personaggi sono una serie di assassini, uno più folle dell’altro, che per sfortuna e coincidenza convergono tutti sullo stesso percorso di massacro.

Molto presto la storia scivola fuori dalle pagine nel mondo reale, quando un suo amico rapisce il cane di un pericoloso gangster.

Infatti, lo scrittore aveva basato alcuni dei personaggi su aneddoti che aveva sentito in giro, che però risultano essere poi fatti veramente accaduti.

A peggiorare tutto, il suo amico pubblica un annuncio su una rivista, invitando psicopatici da tutta l’America per raccontare le loro esperienze.

Mentre il gangster semina terrore lungo la città cercando il suo cane, lo scrittore si ritrova dei pazzi scatenati alla porta che vogliono partecipare alla sceneggiatura.

In un crescendo di follia senza controllo, lui e i suoi amici fuggiranno nel deserto per cercare di tirarsi fuori da quell’inestricabile casino.

Ma purtroppo per loro, finiranno proprio nel cuore di un groviglio di vendette che sembrano doversi risolvere nello stesso momento.

Uno splendido arazzo di folle umorismo e umanità

7 Psicopatici è una commedia nera altalenante, instabile e imprevedibile come lo è la fragile psiche dei suoi protagonisti.

Cominciando con un brillante ritmo forsennato, la storia tira il freno a mano per descrivere con cura il background di ogni filone narrativo.

Seppure ci siano numerosi personaggi, la solida sceneggiatura e regia di Martin McDonagh non perde mai di vista lo spirito di follia pulp a cui ambisce.

Ogni dialogo diventa una opportunità per creare un nuovo capitolo con un nuovo personaggio ancora più fuori di testa dei precedenti.

In questo contesto, Los Angeles è un manicomio a cielo aperto dove questi psicopatici vagano senza paura né controllo dandosi la caccia a vicenda.

Colin Farrell è forse l’unico sano di mente del gruppo, interpretando uno scrittore alcoolizzato con la sindrome della pagina bianca.

Da tempo è fermo su un romanzo che non riesce a completare. ma trova ad aiutarlo il suo fedele amico Sam Rockwell.

Questo rapitore di animali domestici per sua sfortuna si frega il cane sbagliato, facendo infuriare i peggiori criminali di tutta la città.

Assieme a loro rimane coinvolto il complice Christopher Walken. Questo vecchietto, dietro il suo sguardo mite e tranquillo, nasconde però un passato assolutamente incredibile.

Infine abbiamo Woody Harrelson, attore che di solito è un simpatico mattatore in ruoli comici e romantici.

In questo caso invece è uno psicopatico che non prova emozioni verso nessuno. Eccetto, ovviamente, il suo amato cagnolino, per ritrovare il quale metterà sottosopra tutta la città.

7 Psicopatici è una violenta commedia per tutti, moderato con intelligenza e ironia nera da un impeccabile regista che non fallisce mai un colpo.

Se amate le commedie intelligenti dove lo stile è importante quanto la trama stessa, allora vi troverete a casa vostra come mi ci sono trovato io.

L’arte della difesa personale (2019)

arte della difesa personale Commedia Nera

Concludiamo con una commedia nera che è tra le migliori del cinema recente con una storia tanto assurda quanto perfida e divertente.

Il protagonista è il classico uomo qualunque che cammina invisibile per le strade di Louisville, nel Kentucky.

Fa un comune lavoro da impiegato, senza particolari aspirazioni di carriera, venendo inoltre infastidito continuamente dai suoi colleghi.

La sua vita cambia per sempre quando una sera esce per fare compere come al solito e viene brutalmente aggredito da un branco di teppisti.

A quel punto capisce che deve fare qualcosa per difendersi e si reca al più vicino negozio di armi per comprare una pistola.

Ma i lunghi tempi di attesa lo fanno esasperare, così decide di fare qualcosa nel frattempo, iscrivendosi a un corso per la difesa personale.

Nel piccolo dojo non ci sono molti allievi, ma sono tutti fedeli al sensei che è anche un maestro di vita per ognuno di loro.

Quando fa amicizia con l’unica ragazza del gruppo, lei gli racconta una verità che è molto diversa dalla semplice apparenza.

Infatti presto scopre quel luogo è un vero e proprio culto, in cui i membri fanno qualsiasi cosa per assecondare il maestro.

Il timido impiegato capisce di essere in trappola a quel punto, in quanto non può più ritirarsi dal dojo senza gravi conseguenze personali.

Decide quindi di stare al gioco per tutto il tempo che sarà necessario, per ribaltare l’equilibrio di potere in quella piccola dittatura marziale.

Contorto, divertente e intelligente

Prima di tutto, non pensate che questo sia a uno show di arti marziali come quelli con Jean-Claude Van Damme o Steven Seagal.

Il film parte come la noiosa cronaca mondana di un uomo qualunque, ma diventa presto un grottesco thriller psicologico grondante di umorismo nero.

Riley Stearns dirige una produzione indipendente che esaspera l’individualismo come metafora del raggiungimento di una supposta consapevolezza superiore ad ogni costo.

Questo regista ha un brillante futuro davanti, come dimostrerà poi con Dual – IL clone, intrigante storia di fantascienza e umanità.

In questo assurdo dojo, la stupidità degli insegnamenti del maestro è superiore a quella dei suoi studenti.

Iniziando dalle arti marziali, il gruppo diventa un Fight Club demenziale che va a caccia delle sue vittime setacciando le strade.

Jesse Eisenberg è l’allievo preferito del suo maestro. Lui se ne approfitta senza riserve, gestendo ogni aspetto della sua vita, come cosa deve mangiare e come deve comportarsi con gli altri.

L’attore è sempre perfetto a interpretare questi emarginati, come nel Lovecraftiano The Double di cui sicuramente parleremo ancora, prima o poi.

In questo caso è un deviato Karate Kid che, invece del saggio e paziente “MiyagiPat Morita, incontra il folle sensei Alessandro Nivola.

L’attore si impegna in una grande interpretazione dalla recitazione fissa, spenta e senza vita quasi fosse un robot.

Tanto divertenti quanto tristi sono le sue convinzioni simil-naziste, come la supposta inferiorità della donna che in questo caso è la splendida Imogen Poots.

L’attrice tornerà poi a recitare con Eisenberg nel fantascientifico Vivarium, dove ancora una volta userà il cervello contro uomini spenti e privi di immaginazione.

In conclusione, questo è un film unico in un modo che raramente avevo mai visto prima, nonostante su Internet molti lo considerino soltanto stupido e noioso.

Sperando che apprezziate la comicita’ introversa ma innegabile di questi film, vi invito come sempre a visitare il mio sito per altri consigli cinematografici:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!