Una pubblicità molto famosa un tempo aveva uno slogan decisamente accattivante: “Lo zucchero è pieno di vita, lo zucchero al cervello…”. Ricavato dalla barbabietola o dalla canna da zucchero, il saccarosio, è formato da due molecole: una di glucosio ed una di fruttosio. Quest’ultimo viene immediatamente metabolizzato dal fegato, l’altro no, è stato il primo glicide usato per dolcificare gli alimenti.
Le trasformazioni dello Zucchero
Prima di essere messo in commercio, subisce un trattamento alcalino con latte di calcio e poi con calce viva, poi con acido carbonico ed anidride solforosa. Poi viene cotto ripetute volte, raffreddato, cristallizzato e centrifugato.
A questo punto, privato dei minerali che originariamente possedeva, è grezzo ed ha un colore bruno e prima di essere commercializzato candido come la neve, deve subire ancora processi di lavorazione con carbone animale, con acido solforoso, con blu indantrene, una sostanza colorante del catrame, e con blu oltremare.
Che cosa succede quando mangiamo un pasto ricco di zuccheri?
Il pancreas produce insulina che permette allo zucchero di entrare nelle cellule.
Ma se l’apporto di zucchero è stato massivo, il pancreas è stato costretto a produrre molta insulina, la quale finisce col causare uno stato di ipoglicemia. E qui si determina il paradosso che, a parte i disturbi compulsivi, più se ne mangia, più viene fame di zucchero!
Dipendenza da zucchero
Uno studio dell’Oregon Research Institute e pubblicato su “The American Journal of Clinical Nutrition”, ha riportato il referto della risonanza magnetica funzionale di cento volontari a cui era stato offerto un frappè al cioccolato fatto con differenti concentrazioni di grassi e zuccheri.
Erano proprio questi ultimi più che i grassi a determinare segnali di dipendenza!
Zucchero o cocaina
Altri studi confermano la dipendenza indotta da zucchero.
Infatti in Florida i ricercatori hanno condizionato i ratti inducendoli ad aspettarsi una scossa elettrica quando mangiano una torta al formaggio, ma questo non li trattiene dal divorarla. Allo stesso tempo, a Princeton gli scienziati hanno scoperto che i ratti privati di una dieta zuccherina mostrano inequivocabili segni di astinenza.
Un incredibile studio francese afferma che le cavie, potendo scegliere tra la cocaina e lo zucchero, sceglievano quest’ultimo, anche nei casi in cui fosse stata già instaurata una dipendenza da stupefacente!
Ipoglicemia
Sapendo tutto ciò, daremo ancora le varie merendine ai nostri figli?
E’ questo il motivo per il quale arrivano a metà mattinata distratti, svogliati, stanchi?
Certo: è l’“ipoglicemia da zucchero”!
Senza aggiungere che quei tipi di prodotto sono anche molto più calorici. Contengono più proteine e più grassi saturi rispetto ad un sacchetto di frutta secca a guscio che contiene anche meno della metà di zucchero.
Zucchero e memoria
Uno studio pubblicato sulla rivista Neurology ha indagato sulle reazioni ad alti livelli di zucchero nel sangue di 249 volontari per quattro anni, evidenziando che tale apporto nutrizionale determinava restringimenti dell’amigdala e dell’ippocampo, a livello cerebrale. Stiamo parlando di aree associate alla memoria e alle funzioni cognitive.
Ma qual è la razione raccomandata?
Per un uomo 7,5 cucchiai e 6,5 per una donna, ma soltanto in un soft drink, una comune e diffusissima bibita all’arancia o alla cola da 500 ml, ne troviamo dai dodici ai quattordici!
Ma allora lo zucchero è pieno di vita: sì o no?
I danni da zucchero
Molti studi evidenziano come possa determinare un’acidificazione della matrice extracellulare e determinare una riduzione delle difese immunitarie. Aggravare l’asma, determinare peggioramento delle malattie croniche, dell’ipertensione, dell’artrite, delle malattie epatiche.
Secondo una ricerca svolta presso l’Università di Cambridge, andrebbe ad inibire l’azione dell’orexina, l’ormone responsabile dei sentimenti, della veglia e capace di regolare la capacità di bruciare calorie.
Invecchiamento
Un recente studio olandese del Leden University Medical Center, condotto su seicento persone, ha dimostrato che lo zucchero è responsabile di un invecchiamento precoce. Secondo i ricercatori, per la precisione, ogni 180 grammi equivalgono a cinque mesi in più. Questo perché sembra che quando il nostro corpo scompone lo zucchero, rallenti anche la produzione di collagene ed elastina, le componenti che conferiscono luminosità ed elasticità alla pelle.
Pensiamoci quando saremo avanti ad una zuccheriera!
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