Dalì Atomicus, l’equilibrio atomico di Philippe Halsman

Uno scatto: “Dalì Atomicus” di Philippe Halsman, siamo nel 1948 e per quegli anni è un’immagine rivoluzionaria. Oggi con photoshop sarebbe uno scherzo da nulla produrlo. Ma questa foto non è un fotomontaggio, è incredibilmente reale.

Un’immagine che per nascere ha richiesto più di cinque ore di lavoro, circa trenta tentativi, tre assistenti e tre gatti. Il set fotografico è quindi composto da un Dalì che salta a comando, mentre la moglie di Halsman tiene una sedia in sospensione, contemporaneamente a un assistente che lancia dell’acqua, e ad altri due che lanciano i gatti.

Dalì Atomicus, l'equilibrio atomico di Philippe Halsman. Vari shot preparativi della foto finale con i gatti

Dalì Atomicus la vera essenza di Philippe Halsman

Partiamo dal presupposto che per Halsman il compito del fotografo era quello trovare la “vera essenza” dell’essere umano. A questo aggiungiamo la dichiarazione di Dalí. «Io sono un uomo dell’era atomica, e devo essere anche un pittore dell’era atomica». Per cui, nella sospensione degli equilibri incerti dell’ atomo e nella precarietà della sua era, Halsman crea il “Dalí atomico”.

E l’idea della sospensione erompe in modo fortissimo grazie all’idea geniale di Halsman. Una scena da teatro dell’ asurdo per uno scatto senza precedenti. I gatti “volanti”, l’ acqua che, lanciata da un secchiello, assume una curvatura parabolica perfetta, Dalì, il cavalletto e la sedia, sono tutti immobili in una contemporaneità di gesti e circostanze che danno luogo a un tempo sospeso. Uno spazio-tempo artistico che esiste solo in quel momento e in quella foto, ma che rimane fissato per sempre.

Dalì Atomicus, l'equilibrio atomico di Philippe Halsman

Il “set’

Il copione del set era dunque questo. A un cenno del fotografo, gli assistenti dovevano lanciare sulla scena i gatti e la secchiata d’acqua, mentre Dalí, con in mano i pennelli, doveva saltare più in alto che poteva. Presente in scena anche la figlia di Halsman, Irene, che doveva raccogliere i gatti dopo ciascuno scatto.

Un metodo che oggi avrebbe causato non pochi problemi al fotografo per maltrattamenti agli animali. Anche se Halsman precisò che non fu arrecato alcun danno ai gatti. Le fotografie venivano sviluppate subito, in modo da vedere dopo appena quindici minuti il risultato e decidere se ripetere la scena. 28 tentavi dopo il risultato era perfetto.

Leda Atomica

Lo scatto Dalí Atomicus è ispirato al famoso quadro di Dalí stesso: Leda Atomica. Il quadro si nota sulla destra della foto di Halsman e rappresenta Leda, regina di Sparta, con un cigno, dei libri, un uovo che, sospesi, galleggiano nello spazio. Sullo sfondo un mare, anch’esso sospeso sulla spiaggia.

Per realizzare l’opera , il quadro di “Leda atomica” e il cavalletto dietro al pittore, furono sospesi con corde da pianoforte. Nelle foto preparatorie qui sopra si notano le mani della moglie di Halsman e qualche assistente. Lo scatto si guadagnò immediatamente una pagina doppia di Life!

Dalì Atomicus, l'equilibrio atomico di Phillippe Halsman
Philippe Halsman

Philippe Halsman

Il fotografo Philippe Halsman è stato una personalità forse ancora più eccentrica di Dalí. Nasce a Riga nel 1906 e muore New York nel 1979. All’età di ventidue anni, viene condannato a quattro anni di carcere con l’accusa di aver ucciso il padre durante una gita in montagna. In seguito si sposta prima in Francia e poi negli USA. Qui , diventa un fotografo di divi e celebrità, tanto che nel 1958 fu dichiarato, dalla rivista Popular Photography, uno dei dieci migliori fotografi del mondo.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".