Dirette, socials e bimbe di Conte, ma qualcosa non sta più funzionando

Quanto sono efficaci e quanto incidono le strategie e i canali scelti per gestire la comunicazione del Premier? Si è impostato tutto sulla tecnologia: dirette, socials e arriva anche il supporto del gruppo “le bimbe di Giuseppe Conte”, ma qualcosa non sta più funzionando.

Sta cambiando il vento e purtroppo non promette niente di buono. Eppure tutto era partito bene (nel male).

Anticipando tutti i governi europei, l’Italia ha dichiarato lo stato di emergenza il giorno dopo stesso la comunicazione dell’OMS. Addì 31 gennaio dell’anno del Signore 2020.

Il decreto era perfetto. Una comunicazione chiara e semplice, comprensibile anche da chi non ha frequentato le scuole alte e aveva la classe al primo piano. “E’ necessario provvedere tempestivamente a porre in essere tutte le iniziative di carattere straordinario sia sul territorio nazionale che internazionale, finalizzate a fronteggiare la grave situazione internazionale determinatasi“. Tutto chiaro? Cristallino, come direbbe il tenente Kaffee al colonnello Jessup. Un codice d’onore, un codice rosso, in questo caso diverso, ma necessario.

#iorestoacasa

Infatti, tempestivamente, un mese e mezzo dopo, arriva il lockdown con il decreto #iorestoacasa. Misura straordinaria, ma indispensabile. Fuori c’è una pandemia, che ad oggi non è affatto passata, un rischio di contagio altissimo e negli ospedali la gente muore a migliaia. Una vera strage. E non c’è da scherzare.

Il Primo Ministro sceglie una comunicazione semplice, vicina ai cittadini. Per la prima volta nella storia la conferenza stampa si può seguire su facebook, direttamente sul profilo del Premier e si può anche commentare. Scrivere apprezzamenti o lamentele, vendere una motozappa, sostenere il governo. Un successo.

Soprattutto azzeccato il nome del decreto. Chiaro, efficace. Cristallino!

La gente chiusa in casa, accetta di buon grado la quarantena e si fida. Si fida di questa restrizione che tocca i diritti costituzionali dell’essere umano. Comprende che è per la sicurezza e la salute degli italiani. Ma soprattutto si fida di uno Stato che impone una quarantena ma che promette di prendersi carico della situazione. Confida e si fida delle istituzioni. Ci prenderanno in braccio e come Mosè ci guideranno fuori da questa piaga, verso la terra promessa.

Una strategia di comunicazione diretta, vincente. Del resto, siamo nel 2020, l’era dei social.

E Conte diventa papà. Nascono le bimbe di Conte su Instagram e su Facebook.

Nella casa del Grande Fratello

Il supporto al colossale cantiere di riforme e decreti non manca. Lo dicono le TV, i media, la stampa, lo gridano dai balconi gli italiani. I social sono pieni di post, di video “home made”. L’ hastag #iorestoacasa funziona e il flash mob del canto dell’inno nazionale fa il giro del mondo. L’orgoglio italiano si solleva.

L’Italia in quarantena diventa un enorme Grande Fratello che interagisce da stanza a stanza, da casa a casa, da città a città. Dal nord al sud seguiamo in diretta sui social le vite di tutti, dal caffè al pranzetto cucinato secondo la ricetta esclusiva della nonna. La gente si mostra sul grande palcoscenico del web.

E c’è pure il confessionale. Almeno una volta tutti fanno una diretta per dire la propria. Attestazioni di sostegno al governo italiano, disquisizioni in merito alla necessità di restare a casa. Addirittura c’è chi si improvvisa paladino della giustizia e fa le ronde in città per vedere chi si muove (ma non c’è il divieto di uscire di casa?)

Le bimbe crescono e papà è felice, in mezzo a cuoricini e coroncine di fiori che gli cingono il capo.

Forza Conte, siamo tutti con-te.

#CuraItalia

L’emergenza non è solo sanitaria, ma anche economica. Ma anche qui la tempestività del nostro governo sbaraglia ogni dubbio. Il 17 marzo, quattro giorni dopo il decreto #iorestoacasa, arriva il “Cura Italia“.

3 miliardi di euro… Un’altra bella iniezione di fiducia. Buoni spesa per tutti gli indigenti (ma i soldi finiscono dopo un quarto d’ora dal via in tutti i comuni) e reddito di cittadinanza per chi ha perso il lavoro (io ce stò a provà da giorni ma il sito dell’INPS è morto e il telefono è sempre occupato). Sospensione dei contributi previdenziali e delle tasse (perchè solo sospensione e non annullamento?…Conte, eh so’ chiuso!), credito di imposta del 60% sugli affitti di marzo dei bottegari, (quindi pago meno? Ah no…me lo rimborsi poi sulla dichiarazione dei redditi…), 600 euro alle partite IVA (600…e che ci faccio…boh, ascolto e vedo). Ma si…mal comune mezzo gaudio…facciamoci un altro flash mob. Accendiamo i telefonini che ci vedono dalla Luna ( ma chi ci deve vedere…?)

Beppe I love you

Intanto, la sofferenza tricolore è tra le braccia amorevoli degli eroi del paese in camice bianco e mascherina che, mentre la gente canta dai balconi, si sta facendo un mazzo tanto per contenere un’emergenza sanitaria mai vista. La scena però è quella della falla d’acqua nel muro che cerchi di chiudere con un dito, ma poi spunta un altro buco ed esce altra acqua, un altro e un altro ancora, finche le dita non bastano più.

Ma non ci preoccupiamo perchè abbiamo fiducia. C’è chi ci pensa. Conte c’è.

Le sue bimbe lo adorano gli dedicano post a più non posso e commentano le dirette su facebook. “Grande Presidente! Bravo Presidente!”

Lui ci mette la faccia, dirette ogni due giorni alle dieci di sera. Poi la stampa lo bacchetta perchè i quotidiani devono uscire, e allora la sit com “Casa Conte” cambia orario, va in onda alle 18 e Giuseppe diventa l’uomo dell’happy hour. Tanto per farci passare l’appetito. Gli studi di marketing ne prendono atto e cambiano ancora. Adesso l’ora Conte è alle 20 e 30, così ci rovina la digestione. Un paese di mai cuntent, insomma!

#Liquidità

Potenza di fuoco! Non vi sembrano abbastanza 3 miliardi di euro? Avete ragione! E allora, potenza di fuoco! Lame rotanti e alabarda spaziale! 400 miliardi alle imprese, prestiti senza burocrazia, garanzia dello Stato e chiu pilu pe tutti!

Accadde il 6 Aprile 2020 Anno Domini.

Dopodicchè: il nulla.

Le bimbe (minkia) impazziscono ancora per lui; un pò meno le milf che commentavano le dirette, perchè anche se le estetiste riaprissero domani, non avrebbero i soldi per farsi le unghie. I balconi tacciono e i salotti televisivi che tanto rassicuravano sulle riforme economiche cominciano a ospitare dibattiti roventi. Finalmente stiamo tornando alla normalità. C’eravano un pò stufati di vedere tutti d’accordo, tutti buoni e contenti di un’Italia che funziona.

I conti correnti tacciono e l’INPS pure. Sarà perchè in un mese ha fatto un lavoro che normalmente fa in cinque anni? Sicuramente è colpa del fatto che con lo smart working il cartellino lo devi timbrare personalmente. Comunque, nel frattempo, le banche temporeggiano e si organizzano, e come i venditori della Folletto riconsiderano anche il porta a porta per vendere prodotti interni e salvare gli italiani dalla crisi. Alla fine, è sempre così: tra i due litiganti il terzo gode.

Chi non tace invece è l’italiano, alto, medio e basso. Da Briatore a Zzzio Michele, uniti in un solo grido:”Ah Conte!!! Dacce i soldi!“. Lo dicono in TV, lo dice la stampa e anche i social. Conte si scusa in diretta TV e le bimbe non parlano più.

Si capisce che le cose si mettono male nel momento in cui spunta l’hastag #contevattene. Chissà perchè lo associo al Torino FC…

Non è colpa di Conte

Ma non è colpa di Conte. Quest’uomo, con le occhiaie, emaciato dalle fatiche di stare tutto il giorno nel suo gessato doppio petto blu, non ce la fa più. Sono mesi che va avanti così. Trùccati, strùccati, prendi il microfono, parla in diretta, vai alla Camera, poi al Senato, un salto a Bruxelles e poi Genova Piacenza, Lodi e Cremona. C’è un limite umano anche per SuperBeppe. E poi ci sono le bimbe. Non si possono deludere.

E poi, lui manco le voleva fare le dirette. Come tutti i grandi statisti, anche lui voleva apparire cinque minuti a Lourdes e cinque a Madjugorie e poi lasciare l’altare ai sottoposti.

Così fan tutti, ma non Conte. Ma a lui sono capitati i millenials, l’era dei socials e il coronavirus. E soprattutto un ex G.F. come capo della comunicazione.

L’Italia non è così. L’Italia vive di contradditori e di contraddizioni. Di promesse mai mantenute, di soldi che appaiono e scompaiono. L’italiano non si aspetta nulla di regalato. I fondi perduti…ma quando mai? Siamo mica in America, dove quel pazzo di Trump in una notte si è fatto Babbo Natale e ha distribuito mille dollari ad ogni americano. Siamo mica in Inghilterra, dove gli universal credits hanno subito riequilibrato le paghe dei giovani lavoratori. E non siamo neanche in Francia, dove la cassa in deroga è partita nello stesso mese del lockdown.

Siamo in Italia, e non siamo abituati a fare come i barbari. Noi siamo abituati a stare sulla riva del fiume e aspettiamo il cadavere del vicino passare, sperando di non cadere nell’acqua anche noi.

Ed ora, finalmente ci sentiamo di nuovo italiani.

Foto copertina da Yahoo Style

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”