“Donna amante mia”: Umberto Tozzi e Giuliano Sangiorgi insieme in una emozionante new version

Donna Amante mia”, uscita nel 1976 come primo singolo dall’album omonimo, è la canzone che ha segnato l’inizio della carriera da solista di Umberto Tozzi. In vista del suo ultimo tour prima del ritiro dalle scene, l’artista torinese ha pubblicato una nuova versione della canzone in duetto con Giuliano Sangiorgi, vocalist e fondatore dei Negramaro, in veste anche di produttore del progetto.

1976

La canzone segna, come già sottolineato, l’esordio solista di Umberto, dopo essersi “fatto le ossa” come autore per conto terzi e come chitarrista, per un breve periodo, ne La Strana Società. Il ruolo di “comprimario” probabilmente gli va stretto, anche perché nella band torinese il cantante c’è già (Celestino Scaringella), e probabilmente non gli garba più di tanto di far cantare le “sue” canzoni ad altri.

La pietra dello scandalo è probabilmente, proprio “Donna amante mia” che, presentata come solista, lo lancia nell’olimpo della musica italiana, sia come singolo che come album. Album che, tra l’altro, contiene altre due chicche: “Tu sei di me” e soprattutto “Io camminerò”, che ha fatto la fortuna di Fausto Leali, negli anni seguenti.

Donna amante mia”, nella versione originale del 1976, è caratterizzata da cori ampi che abbracciano l’intero orizzonte sonoro, e da un modo di suonare la batteria tipico degli anni ’70, con rullate e splash che creano un’atmosfera misteriosa e coinvolgente. Gli autori e i musicisti di quelle sessions forse non si sono resi conto dell’impatto che stavano creando e di quanto fossero “avanti” per quei tempi, e neanche delle emozioni che stavano creando nel pubblico. Emozioni tangibili e durature.

donna mante mia - lo spartito

2024

Nel 1976 avevo 15 anni, mi stavo affacciando alla vita, al mondo delle “radio libere”, e conoscevo di vista Umberto Tozzi, per via di amicizie musicali in comune. Mi innamorai di questa canzone fin dal primo ascolto.

Oggi, a 63 anni, dopo aver ascoltato, per lavoro e per passione, tonnellate di musica, il mio cuore continua a battere forte per una poesia musicale come questa.

La reinterpretazione è semplicemente stupenda, e le voci di Umberto e Giuliano catturano ancora la mia anima. Sento brividi e nostalgia per un passato che sembra così lontano, ma che grazie a queste voci torna in modo quasi autoritario al presente.

Il tempo passa, gli anni volano, e Umberto continua a possedere una voce ancora unica e suadente, che accarezza dolcemente questo evergreen. La vocalità di Giuliano in questa hit è davvero fantastica e quanto mai azzeccata. Un “duetto” che ti porta a chiudere gli occhi e ti regala sensazioni intense.

L’arrangiamento “strings orchestra” arricchisce ulteriormente la sonorità e il pathos, donando una dolcezza ineguagliabile.

Mi chiedo, da addetto ai lavori, ma soprattutto da fan di entrambi gli artisti, cosa sarebbe successo se l’avessero presentata all’ultimo Festival di Sanremo, durante la serata cover.

Grazie Umberto, grazie Giuliano, per le emozioni che riuscite a regalarci in 4:37 minuti di musica.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.