Premio “L’Italia che Comunica 2020”: bronzo per la mostra “L’Egitto di Belzoni”

Una grande soddisfazione per l’Agenzia Gruppo Icat che ha conquistato il bronzo nell’ambito del Premio Annuale “L’Italia che comunica 2020”, con la mostra “L’Egitto di Belzoni” realizzata per il Consorzio Città D’arte del Veneto e in collaborazione con il Comune di Padova.

Un’impresa che merita davvero le più sincere congratulazioni, sia per la sua realizzazione, sia per la sua organizzazione. La pandemia ha deviato completamente il corso delle cose, e garantire il successo di un progetto è un traguardo dato a pochi.

Eppure, in pieno lockdown e con le restrizioni dei vari DPCM, l’Agenzia Gruppo Icat ha dimostrato competenza, professionalità e creatività da vendere ed ha ampiamente meritato il Premio “L’Italia che comunica 2020”.

La mostra dedicata a Belzoni – commenta Claudio Capovilla, Ceo di Gruppo Icat – è stato un lavoro molto articolato e complesso che ha permesso di esprimere al massimo la capacità dell’agenzia di mixare tecnologia, creatività, cultura e visione strategica. Il successo di pubblico e di critica, prima, e il Premio UNA, ora, sono fonte di orgoglio e stimolo per poter portare in Italia progetti ambiziosi in grado di parlare linguaggi nuovi a pubblici diversi”

Premio "l'Italia che Comunica 2020" - nella foto Claudio Capovilla con occhiali da vista neri giacca con fazzolettino bianco nel taschino, camicia bianca aperta e l'uomo sorride felice
Claudio Capovilla – Ceo Gruppo Icat

L’Egitto di Belzoni: la mostra

Una mostra per rivivere l’Egitto, con gli occhi di Belzoni.

Alte tecnologie immersive con esperienze multimediali complete, effetti multisensoriali ed enormi riproduzioni in scala reale ci attendono al Centro Culturale Altinate – San Gaetano di Padova.

Entrati nel percorso espositivo, l’Egitto prende corpo davanti agli occhi del visitatore e inizia un’avventura realistica.

Gli ambienti storici sono ricostruiti con precisione e diventano spazi scenici che coinvolgono in spettacoli teatrali e in giochi d’acqua virtuali. Passaggi stretti e labirintici, che ricordano i cunicoli delle piramidi percorsi da Belzoni e la magìa degli ampi spazi in un percorso pensato per vivere le emozioni dell’esploratore dentro tombe mai violate, nei templi e nel buio delle piramidi.

La mostra è arricchita da diversi reperti archeologici e mummie, provenienti da diversi musei.

L'Egitto di Belzoni- l'ingresso della mostra con un enorme cartellone con l'immagine di Ramses II

Il progetto

Un articolato progetto culturale che ha fatto conoscere in Italia una figura ai più sconosciuta, ma che è stata l’ispirazione per la creazione del personaggio di Indiana Jones da parte del regista George Lucas. Esploratore, archeologo ante litteram, ingegnere e inventore: la mostra ha raccontato una figura poliedrica e sorprendente che ha fatto conoscere in Europa il grande Egitto agli inizi dell’800.

La mostra – ideata, curata e realizzata da Gruppo Icat – ha messo in sinergia tutte le expertise dell’agenzia per creare un percorso espositivo ad alto impatto emozionale grazie a soluzioni tecnologiche multisensoriali e immersive che hanno valorizzato i reperti provenienti da prestigiosi musei europei come il Louvre e il British Museum. Un progetto che si è declinato in un’intensa attività educational con le scuole di tutta Italia e che è stato promosso con campagne di comunicazione a livello nazionale.

Belzoni, il gigante buono

Figlio di un barbiere, Giovanni Battista Bolzon, italianizzato Belzoni, nasce a Padova nel pieno splendore dell’Illuminismo, nel 1778. Si appassiona all’archeologia all’età di 16 anni, quando arriva nella capitale per studiare ingegneria idraulica. I suoi studi sembrano un dettaglio irrilevante, invece saranno fondamentali per il suo futuro. A Roma, rimane affascinato dai siti archeologici a cielo aperto dell’impero romano. Non sa ancora che cosa gli riserva la sorte.

Quello che è certo è che il piccolo Belzoni sogna di viaggiare. E comincia presto, prima a Parigi e poi in Inghilterra. Per mantenersi usa quello che la natura gli ha dato. Un’altezza notevole e una forza straordinaria. Alto più di due metri, diventa un fenomeno da baraccone, “l’Uomo forzuto” in mezzo a nani e donne barbute.

E’ proprio in Inghilterra che consoliderà le relazioni più importanti e che lo accompagneranno per il resto della sua vita: James Curtis, il suo fedele domestico e amico, e Sarah.

Quando arriva in Egitto, alla vista delle maestose piramidi i suoi occhi si riempiono di meraviglia.

Trova ben presto lavoro, ma non sa ancora che lo attende un incontro che cambierà la sua vita. Notato per la sua forza, viene ingaggiato per una missione straordinaria: recuperare la testa dell’imponente busto colossale del “giovane Memnone”, del peso di circa 7 tonnellate. Nessuno ancora sapeva che si trattasse di Ramses II, il grande faraone.

Il suo destino sarà indossolubilmente legato a quello del grande Faraone.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”