Fase due dal 4 maggio: ripresa per pochi, cronaca di una morte annunciata per altri.

Fase due. Tutto fermo fino al 4 maggio. Da quella data, ci sarà una ripresa per pochi. Cronaca di una morte annunciata per altri.

Le dichiarazioni di Conte

La curva di contagio potrà risalire in alcune zone del paese, per cui sarà fondamentale mantenere le distanze di sicurezza e evitare il rischio di contagio, anche nelle relazioni famigliari. Rispettare la distanza significa proteggere i propri cari. “Se ami l’Italia, mantieni le distanze”, dice Conte.

Anche il governo ha un compito specifico in questa nuova fase e dovremo essere pronti per intervenire in modo rapido, efficace e tempestivo per tenere sotto controllo la curva del contagio.

Abbiamo messo a punto un meccanismo per tenere sotto controllo questa curva. Ci aspetta una sfida molto complessa e mi rendo conto che molti di voi, dopo settimane di rinunce e di privazioni vorrebbero un definitivo allentamento delle misure possiamo anche reagire negativamente in questa fase affidarci al risentimento, alla rabbia, prendercela con chiunque capiti a tiro. Oppure possiamo operare un’altra scelta, scacciare rabbia e risentimento e pensare a cio che ciascuno di noi può fare per consentire questa ripresa.

Dobbiamo rispettare le raccomandazioni e rimboccarci le maniche.

Serve una stagione intensa di riforme per cambiare radicalmente tutte quelle cose che non vanno e non vanno da tempo.

Il piano parte dal 4 maggio.

Nella convivenza con il virus dovremo adottattare tutte le misure e poichè i dispositivi di protezione sono d’obbligo, il loro costo sarà unificato e sarà impegno del governo per eliminare l’Iva. Il costo sarà all’incirca di 50 centesimi, permettendo un minimo di guadagno per i commercianti. E qui un grido si leva dai balconi:”Era ora!”

Il Premier cita i I Recovery found. Secondo Conte è uno strumento innovativo che offrirà ai paesi piu colpiti, come l’Italia, la possibilita di una ripresa più rapida. Sarà uno strumento molto utile, fortemente voluto dall’Italia, “una prova d’orgoglio e di dignità“, afferma Conte.

Misure economiche

Stiamo lavorando ancora per le misure economiche“. In molti hanno già ricevuto i 600 euro di bonus, ma tanti ancora non hanno beneficiato di questo sostegno. “Di questi ritardi personalmente mi scuso” dice Conte. A questo proposito, annuncia che il governo sta lavorando per far si che il rinnovo avvenga con un clik e non con l’apertura di una nuova domanda.

Questo Paese non riparte se non punteremo sulle imprese“. Lo dice Conte, lo urla tutto il Paese.

Con il decreto da 55 miliardi abbiamo più fondi per gli autonomi, più strumenti per aiutare anche le categorie che inizialmente sono rimaste fuori“. Più aiuti alle imprese, anche a fondo perduto. Aiuti per gli affitti, tagli sulle bollette. Il nostro obiettivo non è avere più sussidiati, ma più occupati“. Conte lo chiama il decreto “Sblocca Paese”.

Uscite consentite dal 4 maggio

Per quel che riguarda le cerimonie funebri, saranno consentite ma con la partecipazione di massimo 15 persone, con l’obbligo di mascherine protettive e rispettando le distanze. E’ in lavorazione tutto un pacchetto di decisioni per quel che riguarda la libertà di culto, ma resta ancora vietata.

Le misure entreranno in vigore dal 4 maggio per le due settimane successive, avremo una conferma delle misure di distanziamento all’interno della Regione. La possibilità di spostamenti mirati per far visite a congiunti (e le fidanzate/i?), fatte nel rispetto delle distanze, con divieto di assembramento e con l’obbligo di mascherine. All’interno delle regioni si mantengono le stesse misure. Divieto di spostamento per rientrare presso il proprio domicilio. Per coloro che manifestano una sintomatologia se prima “era preferibile” ora hanno l’obbligo di stare al proprio domicilio.

Divieto di assembramento nei luoghi pubblici e privati. Si possono aprire giardini e aeree pubbliche ma solo nel rispetto delle distanze. I sindaci hanno facoltà di revoca nei casi in cui non si possono mantenere tali misure. Ci si può allontanare dalla propria abitazione per svolgere attività sportiva, ma sono consentite solo se a distanza di due metri per chi corre, un metro per chi cammina. E chi vuole passeggiare e basta? Si può fare in compagnia? Saranno consentiti gli allenamenti individuali degli atleti professionisti e non, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e a porte chiuse.

Attività consentite dal 4 maggio

Riapriamo tutta la manifattura, le costruzioni, il commercio all’ingrosso funzionale alla manifattura e alle costruzioni. Su presupposto che tutte queste aziende interessate rispetteranno rigorosamente il nuovo protocollo di lavoro.

Potranno riaprire le attività di ristorazione ma solo con il servizio a domicilio o di asporto. Che nessuno pensi ci possa esserre un assembramento. Rispettare le distanze e si entrerà uno alla volta e la consumazione del cibo sarà consentito a casa e non davanti al luogo di ristoro.

Il 18 maggio abbiamo in programma una riapertura anche del commercio al dettaglio, e alle costruzioni. Musei mostre e biblioteche e squadre in campo sportivo.

1 giugno, data per cui vorremmo riaprie i bar, ristorazioni, parrucchieri centri estetici massaggi e cura della persona. Ovviamente comunicheremo per tempo tutte le disposizioni per mettere in condizioni di ricominciare l’attività.

Le regioni con le quali la collaborazione dovrà essere ancora più integrata, dovranno, con costanza giornaliera, informarci sulla cura epidemiologica e la siutazione nelle strutture ospedaliere. In questo modo il Ministero della Salute indicherà le soglie sentinella per darci la possibilità di intervenire e chiudere il rubinetto. Non possiamo permetterci di andare fuori controllo.

Fase due: considerazioni

Il problema non è accettare la ripartenza e il Premier ci trova tutti d’accordo sulla ripresa in sicurezza. Il problema è sostenere economicamente tutti coloro che ancora devono subire il lockdown. Questo è l’unico vero scoglio da superare. E’ già tardi!

Perchè se non si agisce subito sul sostegno alle famiglie, per tutti gli altri, il lockdown sarà la fine. Una condanna a morte per molti commercianti che vedono la loro saracinesca chiusa per sempre.

Bar e Ristorazione

Sono migliaia i commmercianti che hanno deciso di consegnare le chiavi dei loro esercizi in Comune. Un’azione che ha vuole essere un forte e chiaro messaggio. Il problema non è tenere chiuso. Nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, il nocciolo della questione sta nei costi e nel sostegno economico. La sospensione delle tasse poteva essere accettabile in un periodo breve, ma tre mesi sono un’eternità. Sono un quarto di anno lavorativo. Se poi le previsioni sono quelle di riaprire a regime contenuto, significa ridurre di minimo un terzo (ed è una previsione molto ottimistica perchè molti sostengono che è pari a più della metà), la capacità di fatturato. Non poter prendere la consumazione al banco, significa non avere clienti, perchè nessuno si metterà in fila come al supermercato per consumare un semplice caffè.

E poichè è ovvio che non si può consumare nulla con la mascherina, la distanza interpersonale prevede una distanza che all’interno di un bar o ristorante significa a malpena 4 tavoli su 10. In alcuni casi, solo un paio.

Come può campare un’attività di ristorazione, se deve ridurre così drasticamente la sua capacità lavorativa, con un fardello economico di regresso fiscale e costi fissi così massiccio, sul groppone?

Serve un aiuto concreto

Ricominciare con il solo servizio a domicilio o d’asporto non può essere sufficiente. Restano fuori tutti coloro che sono impiegati come dipendenti al’interno di questo settore. Il blocco dei licenziamenti resta un costo a carico del datore di lavoratore e si torna alla casella di partenza, perchè ancora non sono arrivati a tutti gli ammortizzatori sociali previsti.

Infine, il sostegno economico previsto dal decreto “Cura Italia” di 600 euro, è un’elemosina arrivata con un mese di ritardo rispetto al giorno dell’annuncio e che non bastava per coprire spesa, affitto e bollette. Poi è arrivato il decreto “Liquidità” che però non ha ancora avuto un ok e non è ancora partito. Anche perchè, in buona sostanza, non immette nessuna liquidità fisica, ma solo garanzie. Comunque il problema non sussiste in quanto le banche non hanno ancora erogato nulla.

Quanto dovremo attendere per il decreto “Sblocca Paese”, visto che non si sono ancora attivate appieno le misure dei precedenti decreti?

La gente non ha nulla e non ha nulla ADESSO.

Le piccole imprese

Le piccole imprese sono quindi ancora tutte lì, chiuse, senza incassi e senza redditi straordinari, gli ultimi soldi incassati risalgono ai primi di marzo, i 600 euro sono già finiti e non si sa quando arriverà una boccata di ossigeno per tirare avanti. Tra l’altro, non è ancora neanche partita la cassa integrazione per i dipendenti, per cui sono state inoltrate oltre 300 mila domande.

La richiesta delle piccole imprese è semplice. Annullare le tasse da Marzo fino a fine emergenza, trovare una quadra per le quote di affitti, in accordo tra Stato e proprietari, e bonus a fondo perduto e allora forse solo così si può pensare di svolgere ancora un’attività in proprio. E possibilmente con “decorrenza ieri“.

Sembra fantafinanza, fantapolitica, fantaqualsiasicosa, ma effettivamente le soluzioni non possono essere diverse. Le condizioni dei finanziamenti previsti dal decreto Liquidità, prevedono un massimo del 25% del fatturato dell’anno precedente. Una somma che serve a malapena per pagare le tasse e parte dei costi, senza lasciare un minimo al sostentamento personale. La prospettiva di guadagno all’apertura è ridotta al 25%, nei migliori dei casi, e non basterà a coprire i costi fissi a cui si aggiunge la rata del finanziamento “Liquidità”, quindi non resta altro che la chiusura. E si apre un altro scenario di tutti questi piccoli imprenditori, cosa faranno? Una parte consistente dell’economia del Paese che andrà solo ad ingrossare le fila dei disoccupati. “Il nostro obiettivo non è avere più sussidiati, ma più occupati“. Sarà davvero interessante scoprire come.

Stabilimenti Balneari

Questa speciale categoria prevede almeno tre mesi di preparazione delle strutture. Ma al netto degli utili sono quattro/cinque mesi di lavoro all’anno, che devono coprire i tre mesi di preparazione (materiale per la ristrutturazione degli impianti, cabine spogliatoi, ombrelloni, sdraio e operai) e quelli della stagione vera e propria (assistenti bagnanti, operai di manutenzione locali e spiaggia, chiosco ristoro eccetera). La stagione è alle porte ma le previsioni sono drastiche. Se non lavoreranno con i consueti ritmi e le consuete presenze, questo settore turistico sarà fortemente penalizzato.

Trasporti pubblici

Obbligo di mascherine e ingresso contingentato. La cosa da capire è chi e come gestiranno queste misure. Ci sarà uno stewart ad ogni fermata d’autobus o su ogni mezzo? Le fermate sui salvagente in mezzo alla strada, saranno adeguate per assorbire la distanza interpersonale del flusso di coloro che usano i trasporti pubblici per recarsi al lavoro? Quanto sarà lunga la coda e quanti la rispetteranno? Visto che la capienza dei mezzi sarà dimezzata e ovviamente non si può stare in piedi, un autobus che prevede 20 posti a sedere e una capacità totale di 50/70 persone, potrà trasportare 7/10 persone. Significa che le altre 40/60 restano a terra.

Staremo a vedere…

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”