#Sanremo1990 e #Sanremo2002: C’era una volta Sanremo

Anche nella domenica di Pasqua – e di reclusione, per cui è meglio alleggerirla un po’ – torniamo con la rubrica “C’era una volta Sanremo” e lo facciamo in un modo un po’ particolare. La Pasqua, infatti, non ha mai avuto molto a che fare con Sanremo che, sebbene nei suoi primi decenni abbia spesso cambiato date, non è di certo mai coinciso col periodo pasquale. Di “pasquale” però qualcosa nel Festival c’è stato ed è Depsa – pseudonimo di  Salvatore De Pasquale – che ha partecipato come autore 23 volte alla kermesse e, in tempi più recenti, ne è stato anche commissario artistico. Bando alle ciance, quindi, e parliamo del #Sanremo1990 e del #Sanremo2002.

#Sanremo1990

Tra le canzoni presentate al Festival da Depsa c’è stata quella del #Sanremo1990 con la canzone “Gli amori”, brano da lui scritto ed eseguito in gara da Toto Cutugno – d’altronde sempre additato come “eterno secondo” – che si è classificato al secondo posto del podio. Quell’anno il quarantesimo Festival di Sanremo, tenutosi dal 28 febbraio al 3 marzo 1990, lo vincevano Pooh con il brano “Uomini soli”, mentre tra le novità arrivava primo un giovane Marco Masini con “Disperato”.

Al terzo posto tra i Big si piazzavano Amedeo Minghi e Mietta con “Vattene amore”, uno dei duetti più celebri della storia del Festival. La canzone ha vinto anche fuori dalla gara, con un successo di vendite che l’ha consacrata a vero tormentone della musica italiana: un “dudu dadada” intramontabile.

Amedeo Minghi e Mietta in “Vattene amore” a #Sanremo1990

A presentare #Sanremo1990 c’erano Johnny Dorelli e Gabriella Carlucci che l’aveva già condotto appena due anni prima.

Le novità

La quarantesima edizione segna anche una svolta per il Festival di Sanremo: ritorna l’orchestra, che era assente da dieci anni, col tentativo di riproporre la formula dei cantanti stranieri abbinati a quelli italiani, di successo negli anni Sessanta. Gli artisti, però, si esibivano fuori gara e pochi alla fine hanno pubblicato la propria versione. Non successe, per esempio, per la canzone di Depso, “Gli amori”, tradotta in “Good love gone bad”. L’interpretazione di Cutugno insieme a Ray Charles è stata accolta da cinque minuti di applausi.

Anni dopo il cantante italiano ha rivelato di aver rischiato la squalifica, perché Ray Charles aveva dato un’interpretazione del brano basandosi sul provino originale che Cutugno gli aveva spedito e che era stato successivamente modificato in quattro battute. In effetti, “Good love gone bad” sembra discostarsi molto dalla versione italiana dell’autore.

Gli esordi

Come esordi di #Sanremo1990 si ricordano quello di Rosalinda Celentano, figlia terzogenita di Adriano e Claudia Mori che appena l’anno prima era stata preceduta da Rosita alla conduzione, e Silvia Mezzanotte, diventata dieci anni dopo la voce dei Matia Bazar.

Ricordiamo #Sanremo1989 anche per la seconda vittoria consecutiva del Premio della Critica di Mia Martini, cui si deve il titolo del riconoscimento stesso. Canzone vincitrice è nientepopodimeno che “La nevicata del ‘56” scritta per Mimì da Carla Vistarini, Luigi Lopez, Fabio Massimo Cantini e Franco Califano.

Curiosità: con il 76,26% di share #Sanremo1990 ha avuto la seconda finale più vista di sempre (seconda solo a quella del 1987 che aveva registrato il 77,50%), seguita dalle edizioni del 1989 (75,43%) e 1995 (75,26%).

#Sanremo2002

Ora torniamo a Depsa per raccontarvi il secondo Festival di questa puntata, #Sanremo2002. Che per inciso se non si fa attenzione a digitare sulla tastiera si rischia facilmente di scrivere “2020” invece di “2002” ed, esattamente come il giorno già citato dell’anno corrente 02.02.2020, anche l’altro composto esclusivamente da 2 e da 0 è un anno palindromo, ossia leggibile da sinistra verso destra e da destra verso sinistra. Curiosità esilarante.

Ma recuperiamo un briciolo di serietà. Salvatore De Pasquale è stato commissario artistico e coautore di #Sanremo2002, svoltosi al Teatro Ariston dal 5 al 9 marzo 2002.

A presentare #Sanremo2002, dopo sei anni di assenza, torna Pippo Baudo affiancato dalle attrici Manuela Arcuri e Vittoria Belvedere. Quella è stata anche l’edizione del grande ritorno di Roberto Benigni sul palco dell’Ariston, dopo ben 22 anni (ancora una volta il 2!). L’attore toscano riceve, però, dure critiche da diversi esponenti del Polo delle Libertà che lo accusano di faziosità politica. In particolare, Giuliano Ferrara che annuncia, senza mantenere però la promessa, di lanciato uova (e siamo così sempre in tema “pasquale”) e verdura addosso a Benigni sul palco il giorno della finale.

Il podio

Sul podio al primo posto della sezione Campioni arrivano i Matia Bazar con “Messaggio d’amore” con la voce di Silvia Mezzanotte, presente sul palco ma non come cantante in gara già a #Sanremo1990. Medaglia d’argento per Alexia, appena esordiente, con “Dimmi come…”, diventata subito tormentone estivo di quell’anno. Al terzo posto, invece, un veterano della musica italiana, Gino Paoli con “Un altro amore”.

I Matia Bazar con “Messaggio d’amore” a #Sanremo2002

Per la sezione Giovani vince Anna Tatangelo con “Doppiamente fragili”, che abbiamo già ricordato nel #Sanremo2005. Seconda Valentina Giovagnini con “Il passo silenzioso della neve” e terzo Simone Patrizi con “Se poi mi chiami”.

Chi è Depsa?

Ma chi è Salvatore De Pasquale in arte Depsa? Nato a Portici il 28 luglio 1954 – quando Sanremo aveva appena tre anni –, è un autore televisivo, compositore, scrittore e ritrattista italiano. Si è laureato in Giurisprudenza a Napoli, ma da subito ha principalmente svolto la professione di autore, firmando musica e opere sotto pseudonimo. Sodalizio importante è il suo legame con Peppino di Capri, incontrato quando aveva solo diciassette anni: dal 1972 al 2013 incide ben cinquantuno sue canzoni, molte delle quali entreranno in finale in diverse manifestazioni canore, come  “Una catena d’oro” per Un disco per l’estate nel 1972, “Champagne” per Canzonissima nel 1973/74, “Non lo faccio più” vincitrice del Festival di Sanremo 1976, “E mo e mo” del 1985, “Il sognatore” del 1986, “Ammore scumbinato” che è stata riproposta nel 2014 anche da Renzo Arbore.

Tra gli altri successi come autore al Festival di Sanremo ci sono, oltre al primo posto con Peppino di Capri, tre secondi posti (nel 1980 con “Ti voglio bene”, nel 1990 con “Gli amori” e nel 1997 con “Storie”) e un terzo posto, nel 2005 nella sezione Campioni uomini con “La panchina” che ha vinto anche un premio della critica.

Nel 1983 arriva tra i dieci finalisti dell’International Festival of Tokyo, con la canzone “Musica e parole”, interpretata da Tiziana Rivale e nel 1990 partecipa per la prima volta allo Zecchino d’Oro vincendolo con “Nonno Superman”. Ne farà, poi, altri nove, fino al 2007.

In totale, nell’arco della sua carriera Depsa ha composto circa tremila canzoni come paroliere e musicista, incidendone cinquecento. I suoi brani hanno venduto circa venti milioni di copie, in Italia e all’estero.

Foto copertina da wikipedia.org

Giulia Di Leo
Giulia Di Leo
Laureata in Lettere moderne, ha frequentato la scuola di giornalismo all’Università Cattolica di Milano e oggi scrive per La Stampa e Zetatielle. Dice di sé: “ Sono una ragazza di provincia nata col sogno di scrivere, amo la mia città, Casale Monferrato, che mi ha insegnato a vivere di semplicità e bellezza, portandomi, poi, ad apprezzare la metropoli milanese che nella maturità mi ha conquistata. Non riesco a vivere senza musica: nata nel ’95, ho vissuto di riflesso gli anni delle musicassette degli 883. Mi nutro di cantautorato, pop, indie e trap per aprirmi al vecchio e al nuovo. Senza mai averne capito il perché, il giornalismo è sempre stato il sogno della vita, amo scrivere e la mia attitudine è raccontare e raccontarmi, con stile razionale e schietto. Il mio più grande desiderio è fare della mia passione un lavoro, avvicinandomi a tutti i mondi che fanno parte di me”.