Film horror a episodi – Quando la paura arriva a pezzi

Perché guardare un solo film quando ci sono tanti ottimi horror divisi in più episodi?

Anche se questo tipo di cinema è andato scemando nel corso degli anni, tutti i titoli del passato sono ancora li da ammirare.

Opere che spesso erano dirette da più registi contemporaneamente, unendo il loro talento in una visione comune.

Ognuno di loro aveva il suo stile di regia e narrativa, ma tutti queste storie ruotavano sempre attorno un tema ricorrente.

Pur essendo un tipo di cinema del passato, forse gli appassionati di serie tv di oggi lo ameranno proprio per la sua struttura episodica.

Perciò non fatevi impaurire dalle date in cui questi film horror uscirono nei cinema e godetevi tutti gli episodi di queste antologie.

1- I tre volti della paura (1963)

Film horror a episodi

Iniziamo con una antologia di tre episodi horror che il nostro superbo Mario Bava trasforma in eccellenti piccoli film.

Nel primo episodio, un misterioso sconosciuto molesta per telefono una donna da sola in casa.

Con il passare delle ore, lei capisce che questo pazzo potrebbe fare ben più che minacciarla, arrivando anche a ucciderla.

Come unico aiuto avrà un amica che le starà vicino quando tutti gli altri credono che stia semplicemente avendo un esaurimento nervoso.

Un perfetto thriller a camera chiusa di grande classe, con una tensione onnipresente e dei colpi di scena elettrizzanti.

Nel secondo episodio, entra in scena il grande Boris Karloff, già presente nella prefazione del film, qui nel ruolo del padre di una famiglia maledetta.

Una famiglia perseguitata da alcuni mostri simili a vampiri chiamati Wurdulak, una leggenda dei boschi a cui tutti pretendono di non credere.

Secondo la storia, questi non morti si nutrono delle persone che in vita hanno maggiormente amato, tornando in famiglia con l’inganno.

Un altro horror che avviene che si svolge quasi tutto dentro una casa, con alcuni brillanti momenti di paura e inseguimenti nella foresta.

Infine nell’ultimo capitolo di questa antologia una donna ruba un prezioso anello dalle dita del cadavere di un’anziana signora.

Purtroppo la recente deceduta era una potente medium, la quale è morta mentre era in trance durante una seduta spiritica.

Il suo spirito è rimasto quindi nel nostro mondo ed ora, oltraggiato dal furto, comincia a tormentare la ladra senza tregua.

Un spietato e pauroso horror col fantasma che conclude alla perfezione il trittico d’autore del grande maestro del cinema italiano.

Il migliore regista italiano di sempre

Probabilmente da appassionato non sono obiettivo, ma ritengo Mario Bava il più grande maestro di cinema italiano mai esistito.

Questo regista infatti ha sempre lavorato con budget poverissimi, rispetto a molti suoi colleghi come Sergio Leone o Federico Fellini.

Ma nonostante ciò, i suoi film hanno avuto un influenza culturale enorme per generazioni di cineasti di tutto il mondo.

Parlando del caso più famoso, potremmo citare Ridley Scott che costruisce il suo Alien sulla falsariga di Terrore dallo spazio.

Uno dei tanti cult di Mario Bava che anche Nicolas Winding Refn venera e riporta recentemente in vita con una splendida edizione in 4k.

Oppure ancora pensiamo a Cani Arrabbiati, cult criminale che Quentin Taratino prese a ispirazione mentre scriveva Le Iene, il suo grande esordio cinematografico.

Questo film horror a episodi fu altrettanto importante, influenzando addirittura il mondo della musica.

Infatti a quei tempi alcuni giovani musicisti uscirono dal cinema entusiasti dopo aver visto proprio questo film.

La loro passione fu tale da chiamare il loro gruppo metal Black Sabbath, titolo con cui I tre volti della paura uscì nell’edizione americana.

Per tutti coloro poco abituati al cinema del passato, inoltre, questo può essere un ottimo punto di partenza.

Gli effetti speciali non saranno computerizzati come quelli moderni, ma la fantasia e creatività rimane indiscutibile.

Senza contare la maestria della regia e la messa in scena, semplicemente da studiare in ogni scuola di cinema.

2- Tre passi nel delirio (1968)

Film horror a episodi

Da un classico dell’horror all’italiana passiamo a uno stile più americano con un film a episodi ispirato dai racconti del grande Edgar Allan Poe.

Iniziamo con una bellissima e sensuale Jane Fonda come una contessa che vive nel lusso e nell’agio del suo rango sociale.

Una vecchia faida contro una famiglia più povera, ma ancora politicamente influente, farà precipitare la situazione verso la tragedia.

Quando uno dei loro esponenti rifiuta le avance della contessa, la donna adirata scatena la sua tremenda vendetta.

Invia quindi alcuni dei suoi scagnozzi a bruciare le loro stalle, ma la risposta dei rivali non si farà attendere.

Nel secondo episodio Alain Delon interpreta in modo eccellente il doppio ruolo dei protagonisti, nemici gemelli identici come gocce d’acqua.

Uno dei due è un bullo sadico, i cui amici incitano continuamente a commettere sempre le bassezze più efferate.

Ma ad ogni suo atto di crudeltà, il gemello arriva puntualmente a rovinare la festa, fino all’inevitabile duello finale.

Infine chiudiamo addirittura con Federico Fellini a dirigere l’ultimo episodio, che potremmo definire quasi una versione horror del suo famoso 8 1⁄2.

Invece della crisi creativa di un regista, abbiamo un famoso attore allo sbando, interpretato alla grande da Terence Stamp.

Arrivato a Roma come ospite d’onore ad una festa, l’attore è la punta di diamante di una produzione Spaghetti Western.

Ma l’uomo ha la testa altrove e sembra indifferente agli onori ricevuti, ubriacandosi senza ritegno durante i festeggiamenti.

Uno spirito demoniaco inizia a quel punto a perseguitarlo, sotto forma di una spaventosa bambina in cerca di vendetta.

Sempre più travolto dal terrore, l’attore si darà alla fuga a bordo di una Ferrari cercando di lasciarsi alle spalle l’orrendo spettro del suo passato.

Anche i film horror ad episodi hanno la firma di grandi autori

Oltre a Federico Fellini, gli altri due episodi di questo film horror dovevano avere alla regia addirittura Orson Welles e Luis Bunuel.

Una collaborazione che poteva essere indimenticabile, ma purtroppo naufragò per altri impegni dei due registi.

L’episodio di Fellini a questo punto diventa nettamente il migliore, ispirandosi poi al famoso Operazione Paura di Mario Bava.

I due rimpiazzi Roger Vadim e Louis Malle difendono con onore il loro mestiere, proponendo due ottimi piccoli horror.

Tuttavia forse si preoccupano più dello stile classico nell’estetica che di curare al meglio il lato psicologico dei personaggi.

Una scelta che appaga visivamente ma, purtroppo, perde un pò di forza nella follia originale dei racconti di Poe.

Tuttavia rimane intatta la morale di uomini e donne che cadono in rovina cedendo alle loro pulsioni più primordiali.

Incredibilmente però, tutti loro trovano chi li segue e perfino li spinge nella loro spirale verso il baratro.

Prendiamo ad esempio gli scagnozzi della bella contessa, gli amici del crudele gemello e i giornalisti leccapiedi dell’attore.

Tutti essenzialmente facce dello stesso personaggio, ovvero il debole e vigliacco che segue senza esitare il più forte e crudele.

Ma almeno in questi mondi immaginari, il cattivo deve sempre pagare il conto, che è sempre più alto di ciò che ha guadagnato vendendo la sua anima.

3- L’occhio del gatto (1989)

Film horror a episodi

Dopo i racconti di Edgar Allan Poe passiamo a un un film a episodi su un’antologia horror di un altro famoso scrittore, Stephen King.

Pur essendo indipendenti, ogni episodio si unisce all’altro tramite un gatto che entra ed esce di scena presentando le varie storie.

La prima ha l’ottimo James Woods come protagonista, nei panni di un uomo comune che accetta di sottoporsi a un trattamento speciale per smettere di fumare.

Ben presto si rende conto di non aver capito in che storia è andato a infilarsi e quanto determinati siano questi medici per togliergli il vizio.

Costantemente sotto sorveglianza essi lo puniranno senza pietà per ogni sigaretta, arrivando infine a minacciare addirittura la sua famiglia.

Tanto inquietante quanto divertente, l’esilarante nervosismo del grande protagonista vale da solo il prezzo del biglietto.

Nel secondo episodio un potente uomo d’affari scopre una tresca della moglie, rapendo e ricattando il suo amante.

Come semplice via d’uscita gli propone una scommessa: camminare lungo il cornicione dell’ultimo piano del suo palazzo.

Se riesce a farcela, il capo risparmierà loro la vita dandogli addirittura abbastanza soldi per fuggire insieme.

Nei soliti toni crudeli e beffardi dello scrittore, questa metafora del gioco d’azzardo si mescola alla gelosia e al tradimento.

Infine arriviamo all’ultimo episodio, dove il gatto diventa finalmente protagonista e viene accolto da una bimba che lo porta a vivere nella sua piccola casa di periferia.

La protagonista è una giovanissima Drew Barrymore, all’epoca già famosa per E.T. e Fenomeni paranormali incontrollabili.

Ogni notte, il gatto dovrà combattere contro uno gnomo malvagio che vuole rubare l’anima alla bambina.

Dopo ripetuti tentativi di ucciderla nel sonno, i due animaletti arriveranno inevitabilmente a un delirante scontro finale.

Un bellissimo piccolo horror che sconfina nel fantasy, relegando la storia in un contesto casalingo estremamente claustrofobico.

Non dire gatto se non l’hai nel sacco

Lewis Teague combina queste microstorie dell’universo di Stephen King in un dignitoso film horror a episodi.

Il regista aveva già portato nei cinema pochi anni prima il terrificante cagnolone Cujo, riscuotendo un buon successo al box office.

Questo carosello di situazioni deve molto alle idee del geniale scrittore, piuttosto che al lavoro del regista.

Ovviamente non stiamo parlando di un un maestro di cinema come i film precedenti, ma Teague difende con onore in suo lavoro con una onesta conoscenza e capacità del mestiere.

L’occhio del gatto riesce a portare sul grande schermo lo spirito di King, qualcosa in cui molti dei film più recenti fallisce miseramente.

Ad esempio io non ho gradito granché la riproposizione cinematografica di It, sebbene sia stato un campione di incassi mondiale.

Come uno dei massimi esempi letterari del genere horror, i due film a riguardo infatti avevano pochissima tensione e momenti di vera paura.

In questo caso la regia riesce a tenere alta la suspance nei momenti giusti, grazie anche a un ottimo cast generale.

I personaggi sono spinti ad agire da una motivazione di sopravvivenza che, molto facilmente, sconfina nella disperazione del tutto per tutto.

Riassumendo, questo piccolo horror ha anche più di ciò che è necessario per intrattenere gli amanti di King, funzionando perfettamente ancora oggi come ieri.

Perciò pur non essendo neppure tra i primi dieci film ispirati al grande scrittore, offre il suo onesto intrattenimento horror decisamente superiore alla media.

Oggi mi ha fatto piacere parlare di molti film con lo stile e una regia tutta italiana, in caso siete interessati ad altri miei articoli di cinema potete visitare il mio sito:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!