Gli abissi della mente – Thriller del corpo e dell’anima

Nell’infinita tela dell’arte, i film hanno sempre catturato le sfumature complesse della natura umana, offrendo uno specchio dove cogliamo i riflessi della nostra vulnerabilità e forza, gioia e dolore, paura e coraggio.

L’Homo Sapiens si e’ sempre distinto tra tutti gli altri animali per la sua capacità unica di creare e interpretare storie, portando nei secoli la nostra capacità di astrazione alla nascita del cinema, la somma arte per dominarle tutte, un medium che unisce in maniera completa la narrativa alla tecnologia.

Potremmo dire che il cinema non e’ che uno dei tanti passi nell’evoluzione del nostro linguaggio, piu’ che mai fiorente nell’era digitale attuale dove navighiamo costantemente nell’interazione globale di Internet.

Come per la tecnologia, l’evoluzione del cinema nel corso degli anni riflette le mutevoli condizioni sociali e culturali, esplorando nell’infinito arcobaleno dei suoi generi temi sempre più profondi e complessi, mentre allo stesso tempo ovviamente le produzioni piccole e grandi sfruttano la potenza di massa dei social media e della distribuzione online per raggiungere un pubblico sempre più ampio.

Considerato tutto quanto sopra, il cinema offre una platea unica per analizzare e fantasticare sul libero arbitrio, la morale, la coscienza, l’identità personale e la ragione della natura umana, che oggi esploreremo in una serie di film thriller.

Ognuno di questi affronta i piu’ fondamentali aspetti della psiche umana, per comprendere meglio noi stessi e il mondo che ci circonda… e ovviamente per intrattenere con quella tensione fittizia e innocua che solo al cinema possiamo provare senza rischi. Percio’ tenete salde le unghie nei braccioli del divano, e che lo show abbia inizio!

Mio figlio (2021)

My Son 2021 film sulla natura umana

Iniziamo con un film che oltre ad esplorare la natura umana dei genitori che temono per i loro figli, mostra in pieno anche il grande talento recitativo di James McAvoy.

L’attore interpreta Edmond, un padre disperato che deve tornare nel piccolo villaggio di montagna della Scozia dove vive la ex moglie quando riceve la notizia che loro figlio è scomparso.

Sebbene il luogo possa sembrare un paradiso tranquillo e pittoresco, nasconde al di sotto un’atmosfera tesa e pregna di incertezza per il destino del povero bambino.

Edmond, un uomo di solito tranquillo e riflessivo, fronteggia da un lato l’ostilita’ della sua ex con cui ha rotto i rapporti per la sua continua lontananza da casa, lavorando in giro per tutto il mondo; mentre allo stesso tempo la polizia sembra stranamente lenta a trovare delle valide piste sulla scomparsa.

Non potendo restare in disparte ad aspettare, Edmond decide di indagare personalmente, inizialmente sospettando del nuovo compagno della moglie, ma poi scoprendo un complotto che perfino il governo scozzese vuole insabbiare a tutti i costi.

Avevo gia’ apprezzato Christian Carion per il delicato Joyeux Noël, bizzarro e commovente film di guerra natalizio che prima o poi finira’ sicuramente nei miei consigli di fine anno.

In questo caso il regista francese costruisce una ottima premessa thriller, con una tensione costante che pero’ sfuma un po’ troppo nell’improbabile action verso il finale.

Tuttavia questo non scalfice minimamente la sontuosa performance di McAvoy, ancora piu’ incredibile quando consideriamo che all’attore non venne dato alcun copione e recito’ improvvisando di situazione in situazione.

Altrettanto bravo e’ il resto del cast ad adattarsi alle sue battute, su cui tra tutti la dolce mamma in ansia Claire Foy, al suo fianco in questo cinema sperimentale che resta piacevolmente nei binari di una esperienza di intrattenimento.

Most Dangerous Game (2020)

Most Dangerous Game 2020 film sulla natura umana

Continuiamo con un altro film che, seppure estremamente diverso dal precedente, pone le stesse questioni etiche e morali su come reagisce la mente umana in condizioni estreme.

Che cosa faremmo se ci restasse poco da vivere e non sapessimo come assicurare un futuro alla nostra famiglia?

Il protagonista della storia e’ Dodge Maynard, giovane ragazzone di Detroit con una malattia terminale preoccupato di lasciare abbastanza denaro alla dolce moglie in attesa del loro primo figlio.

Come direbbe il buon vecchio Vito Corleone, Dodge riceve un’offerta impossibile da rifiutare da un misterioso miliardario, Miles Sellars.

L’uomo gli offre un solo giorno di lavoro, con una paga che incrementera’ esponenzialmente di ora in ora fino ad arrivare a 24 milioni di dollari.

Tutto cio’ che lui deve fare e’ semplicemente sopravvivere, partecipando a un gioco mortale dove alcuni sicari faranno a gara tra loro per chi riuscira’ a farlo fuori per primo.

L’unica regola e’ non lasciare mai i confini della citta’, altrimenti gli assassini cercheranno di ucciderlo per sempre, anche oltre il limite di 24 ore.

Okay, in alcuni casi qui scendiamo inevitabilmente nel tipico action cazzone puramente all’americana: ma siamo anche onesti che si tratta di un intrattenimento costruito su una base che funziona.

Liam Hemsworth e’ un protagonista interessante, un corridore credibile nella fuga pur senza particolari abilita’ di combattimento per resistere ai sicari che si chiamano ironicamente come alcuni dei piu’ famosi presidenti americani.

Ancora piu’ bravo e’ l’istrionico Christoph Waltz come malvagia mente dietro al sipario, non esitando a mettere in mezzo la dolce (ma non indifesa) mogliettina Sarah Gadon quando il gioco non va secondo i piani.

Percio’ godiamoci senza pretese questo adattamento di una serie di Amazon, rimontato spremendo la prima stagione in un film di poco piu’ di due ore.

A Vigilante (2018)

A Vigilante 2018 film sulla natura umana

La protagonista della prossima storia e’ la misteriosa Sadie, donna taciturna ed enigmatica che vive un’esistenza silenziosa e tormentata dal suo passato.

Non sappiamo bene cosa la spinga (almeno non all’inizio) ma capiamo subito lo scopo della sua missione solitaria: proteggere coloro che non possono proteggere se stessi.

Qualsiasi cosa sia successa, Sadie diventa una sorta di vigilante, una figura spettrale a cui possono rivolgersi gli indifesi che hanno la fortuna di conoscerla per correggere i torti che hanno subito nelle loro vite.

Con la sua intelligenza acuta e feroce tenacia, Sadie aiuta solitamente le vittime di abusi domestici, insegnando la propria giustizia a mani nude tra i sordidi quartieri di periferia dell’America piu’ disperata, vivendo poi il resto dei suoi giorni allenandosi senza pace per le sue future missioni.

Il passato, tuttavia, continua a perseguitarla e la porta a chiedersi fino a dove arriverebbe se potesse vendicarsi di chi l’ha trasformata in vigilante molti anni prima.

Ovviamente molti si aspettavano da A Vigilante una versione femminile di Io vi trovero’, giusto con Olivia Wilde al posto di Liam Neeson nel ruolo del vendicatore solitario.

Altrettanto ovviamente, molti restarono delusi scoprendo che in questo film non c’e’ quasi nessuna scena d’azione, ma soltanto una analisi cruda e realistica della natura umana del dolore e i traumi che deviano alcune vite su un binario senza ritorno.

Infatti, la regista Sarah Daggar-Nickson concentra la camera sugli occhi sofferenti della sua meravigliosa protagonista, piuttosto che giocare facile nel parco giochi dei combattimenti e inseguimenti uno dopo l’altro.

Nel finale dimostra comunque di saper padroneggiare anche l’action, anche se la vendetta non portera’ quella pace e catarsi positiva di solito legata a storie di questo tipo.

Un film di cui purtroppo si e’ parlato troppo poco, ma c’e’ sempre tempo per rimediare.

Unsane (2018)

Unsane 2018 movie

Saltellando da un dramma femminile a un altro, la ragazza di questa storia se la passa ancora peggio della precedente.

Infatti la protagonista e’ Sawyer Valentini, una giovane vittima trasferitasi in una nuova città per sfuggire a uno stalker che non vuole darle pace.

Ovviamente l’episodio ha profondamente segnato la sua vita, mettendole in corpo un ansia continua e la sfiducia perpetua verso il prossimo; essendo incapace di qualsiasi relazione intima con un uomo.

Percio’ fa visita a un consulente per affrontare il suo trauma, trovandosi inaspettatemente e involontariamente internata in un’istituzione psichiatrica.

Inizia così la lotta di Sawyer per mantenere la sua sanità mentale, rinchiusa ingiustamente nella casa dei matti, mentre giorno dopo giorno la linea tra realtà e paranoia sembra sempre più sfocata.

Proprio quando inizia a pensare che peggio di cosi non possa andare, Sawyer scopre un vecchio amico tra il personale dell’ospedale: proprio l’uomo che la stava perseguitando.

A quel punto il suo unico scopo diventa fuggire dall’istituto, prima che il suo nuovo dottore abusi della sua posizione per farla impazzire definitivamente.

In quest’epoca dove gli abusi nelle prigioni e le vittime di stalker sono in rialzo, questo inquietante film di Steven Soderbergh apre le porte chiuse di questi cosidetti centri di ricovero per le cicatrici della mente umana.

La giovane Claire Foy e’ la protagonista ideale per una storia claustrofobica come questa: fragile e indifesa, obbligata a soggiornare in un posto orrendo dove nessuno la ascolta ed e’ solo un ingranaggio per arricchire il sistema sanitario privato.

Ovviamente nessuno vuole crederle, tranne paradossalmente proprio il suo principale aguzzino, interpretato da un glaciale e terribilmente sobrio Joshua Leonard.

Soderbergh riscrive ancora una volta le regole del thriller psicologico generico, ancora una volta nell’indifferenza del pubblico generale che tristemente non sa neppure che questo film esista.

Murder in the Dark (2013)

Murder in the Dark 2013 movie

Concludiamo questa discesa negli abissi della natura umana con il film piu’ strambo e sconosciuto di oggi, dove un gruppo di giovani avventurieri decide di esplorare la suggestiva, ma per loro sfortuna anche tragicamente isolata, campagna della Turchia.

Una terra dal passato glorioso e ricca di bellezze naturali, come le antiche rovine di un castello dove questo giovane gruppo di medici in vacanza decide di passare la serata.

Davanti al fuoco scoppietante del falo’, gli amici decidono di fare un vecchio gioco: Murder in the dark; un gioco di ruolo stile Cluedo dove a turno ognuno di loro e’ una vittima mentre gli altri devono capire chi sia l’assassino.

Il giorno seguente, l’allegria svanisce quando una delle ragazze scompare nel nulla, seguita poi da uno dei ragazzi che era andato a cercarla.

Inizialmente cercando di tenere la testa sulle spalle, capiscono presto che l’ordine di queste sparizioni e’ la stessa sequenza di vittime del gioco che avevano fatto la sera prima.

Quando poi scoprono i cadaveri dei loro amici, l’unità del gruppo viene definitivamente distrutta da una spirale di paura e sospetto, dove ognuno di loro accusa gli altri in base soltanto ai propri rancori e pregiudizi personali, anziche’ prove concrete.

Dagen Merrill manipola con gusto gli elementi classici del genere con dosi equilibrate di tensione e orrore, creando un’atmosfera che si addensa nel dubbio come poi fara’ ancora meglio nell’ ottimo film di fantascienza Atomica.

Ovviamente non poteva mancare il gruppo di amici apparentemente coeso in stile The Blair Witch Project, da cui ritroviamo anche l’escamotage del filmino ritrovato che apre il via alla tragedia.

Insomma, una avventura semplice dallo svolgimento lineare, tristemente sommerso dall’infinita’ di thriller cloni in prospettiva che infestano le nostre sale cinematografiche senza regalare neppure un brivido a noi spettatori.

Ma come per gli altri film di oggi, la natura di una storia e’ a volte contorta come la mente umana, piena di dubbi e spiegazioni ma rivelate chiaramente; assieme alla sicurezza che in questo caso un happy ending e’ sicuramente fuori da ogni equazione. Spero avrete apprezzato il mio costante lavoro di ricerca per suggerirvi pezzi di cinema meno noti, anziche’ unirmi al gregge per parlare dei soliti blockbuster di turno… anche se faccio anche quello, a volte, dipende come mi gira. Nel frattempo, vi auguro come al solito di godervi i thriller di oggi e vi invito come sempre a visitare il mio sito, sempre pieno e aggiornato con succosi consigli quotidiani:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!