Non fidarti di nessuno – Film sull’inganno e il tradimento

Partendo dal presupposto che il cinema è un opera d’arte e quindi un’invenzione, ogni film mai esistito è perciò una bugia e un inganno estremamente elaborato che mira a imbrogliare lo spettatore.

Ovviamente sappiamo tutti che ciò che vediamo sullo schermo non esiste, ma sono solo esperienze emotive che non vogliono mai essere un resoconto documentaristico della realtà.

Infatti, dietro ognuna di queste bugie cinematografiche c’è sempre una squadra di professionisti a curare la tecnica (fotografia, montaggio e quant’altro) di tutto ciò che deve creare la cosiddetta sospensione della incredulità.

Ques’ultima non è altro che la capacità di un pubblico di accettare come plausibile ciò che sta vedendo sullo schermo, nonostante possa essere al di fuori della propria esperienza o conoscenza diretta.

Se normalmente ci incazziamo molto quando veniamo fregati nella vita reale, al cinema accettiamo più che volentieri l’imbroglio e anzi applaudiamo la bravura del regista di tenerci buoni come dei bimbi cui la mamma sta leggendo una fiaba prima del sonnellino.

In questo modo riconosciamo i buoni film dalle ciofeche, quando sentiamo che il tempo che abbiamo investito in queste esperienze non è stato buttato al vento, ma anzi ci ha lasciato qualcosa dentro che prima non c’era.

Premesso questo, quali film riescono a creare questa piccola magia? Vediamone assieme alcuni che vanno dagli anni 80 fino ai giorni più recenti.

F/X – Effetto mortale (1986)

F/X 1986 Film su inganno

Chi potrebbe essere il protagonista migliore del primo film di oggi, se non un esperto di effetti speciali che lavora per l’industria del cinema?

Purtroppo per lui, quest’uomo finisce nei guai proprio grazie alla sua abilità, quando l’FBI lo ingaggia per simulare l’omicidio di un importante testimone in un programma di protezione federale.

Nonostante non sia molto interessato a questo lavoro ben al di fuori dei suoi standard, alla fine decide di accettare solo per fare un favore a un suo vecchio amico.

L’operazione funziona alla perfezione, eccetto che i suoi datori di lavoro si dimostrano degli agenti corrotti e sfruttano l’occasione per portare allo scoperto il testimone e ucciderlo.

Come se non bastasse, l’effettista deve inoltre fuggire dalla polizia perchè questi federali piazzano ad arte delle prove per incastrarlo dell’omicidio.

A quel punto l’uomo non ha altra scelta che scoprire chi siano i veri mandanti dietro a questo complotto, sfruttando tutta la sua esperienza con i trucchi del cinema per imbrogliare a sua volta coloro che lo hanno fregato.

Per il simpatico attore Bryan Brown questo è una delle poche occasioni dove ha un ruolo da protagonista, redimendo una carriera di personaggi secondari anche se pure in ottimi film come Gorilla nella nebbia o Two Hands.

E’ divertente guardare questo piccolo eroe combattere mafiosi e federali come se fosse uno strano MacGyver, fregando i suoi nemici con quei piccoli trucchetti cinematografici fatti di ingegno e semplicità.

Altrettanto sottovalutato è Brian Dennehy, noto cattivo ghignante in Rambo o Indio, che in questo caso interpreta invece praticamente l’unico poliziotto onesto di tutti gli Stati Uniti.

Per il pubblico è divertente ammirare la rivalsa di questi due attori caratteristi, in una storia non troppo originale, ma che finalmente mette la bellezza dell’inganno cinematografico al centro del film.

Quiz Show (1994)

Quiz Show 1994 Film su inganno

Dal precedente action/thriller anni 80 ci spostiamo ora a un tragicomico film biografico riguardo la storia vera di uno dei più scandalosi inganni della televisione americana.

Sono gli anni ’50 e il programma più seguito da ogni famiglia è Twenty-One, un quiz show in cui i concorrenti rispondevano a domande di cultura generale per vincere premi in denaro.

Il più famoso concorrente è Charles Van Doren, un giovane e intelligente professore universitario che diventa una celebrità dopo aver vinto ripetutamente a questo gioco.

Tutto si complica quando un suo agguerrito rivale, Herb Stempel, afferma che le risposte che Charles aveva dato erano state fornite a lui e ad altri concorrenti da parte dello staff del programma, al fine di aumentare gli ascolti.

Sentendosi tradito e ingannato, Stempel denuncia pubblicamente la frode tra lo stupore e l’incredulità del pubblico americano.

I vertici del network cercano ovviamente di minimizzare lo scandalo, ma presto scaricano Van Doren che resta da solo cercando di mantenere la sua reputazione e la sua integrità.

Alla regia di questo biopic comico/drammatico c’è il grande Robert Redford, che con una solida regia classica ed una narrazione frantumata in vari flashback (fortunatamente senza diventare troppo incasinata) racconta perfettamente l’ambizione, l’etica e il potere del mondo dei mass-media.

Assolutamente straordinari sono i due protagonisti principali, cominciando da Ralph Fiennes nel ruolo di Charles Van Doren.

L’attore merita una nomination all’Oscar interpretando un personaggio a misura umana, tanto ambiguo moralmente quanto vulnerabile psicologicamente.

Contro questo elegante professore si mette poi il nevrotico e incontenibile John Turturro, trasformando in una commedia assurda tutta la frustrazione e la rabbia di questo uomo che ce l’ha contro il mondo intero.

Insomma, un piccolo memorandum agli ossessionati del mondo dei social di oggi, fasullo tanto quanto (se non più) quello della televisione di ieri.

Impostor (2001)

Impostor 2001 Film su inganno

Continuando a saltellare come una cavalletta in primavera da un genere cinematografico all’altro, parliamo ora di un film di fantascienza e inganno che nasce niente meno che dalla penna di Philip K. Dick, autore tra gli altri suoi capolavori del mitico Blade Runner.

Come da tradizione per questo autore, la trama si svolge in un futuro distopico, dove stavolta la Terra è in guerra con una razza aliena conosciuta come gli Scavs.

Una guerra che non combattuta solo sui campi di battaglia, ma anche tramite dei replicanti identici agli esseri umani che si infiltrano nella società organizzando terribili atti di terrorismo.

Oltre alla paura di questa minaccia invisibile, questa nuova strategia scatena anche la paranoia tra gli stessi cittadini e l’esercito, in un clima generale di sospetto e sfiducia reciproci.

Dopo che un astronave precipita ai margini della città, sarà proprio il protagonista di questa storia, Spencer Olham, a venire accusato di essere un replicante.

Nonostante sia un rispettato ingegnere che sviluppa armi contro la minaccia aliena, le autorità lo arrestano e cercano di fargli confessare brutalmente dove avverrà il prossimoa ttentato.

A quel punto, l’uomo non può fare altro che fuggire e cercare di provare la sua innocenza, diventando però allo stesso tempo un ricercato di massimo livello.

Alla regia di questo piccolo B-movie c’è l’onesto Gary Fleder, poco conosciuto ma rispettabile regista di ottimi film come Cosa fare a Denver quando sei mortoLa giuria.

Il protagonista in fuga è Gary Sinise, volto noto ai fan di CSI New York e impossibilitato a stare fermo più di dieci minuti prima di scappare ogni volta dallo sbirro Vincent D’Onofrio, il celebre Palla di Lardo in Full Metal Jacket.

Insomma, abbiamo tanta azione, una trama fantastica e effetti speciali niente male per un film a basso costo. Serve altro?

The Wife – Vivere nell’ombra (2017)

The Wife 2017 movie

Ancora una volta cambiamo totalmente tipo di film, guardando gli inganni dietro una delicata e drammatica epopea familiare e artistica.

Tutto inizia quando un celebre scrittore riceve una chiamata nel cuore della notte, con un suo amico che gli annuncia la sua futura premiazione con il Premio Nobel per la letteratura.

Colmo di gioia, l’uomo si mette in viaggio con la moglie verso Stoccolma per partecipare alla cerimonia e ritirare il tanto agognato rinoscimento mondiale delle sue opere.

Durante il volo in aereo e la notte in albergo, scopriamo attraverso i ricordi della moglie che in realtà è lei il vero genio letterario della famiglia.

Portando avanti questa farsa perchè gli editori una volta non sopportavano le scrittrici donne, oggi è arrivata al limite della sopportazione di un marito bugiardo, incapace e infedele.

Ma per fortuna il suo giovane figlio e un giornalista molto impiccione si daranno da fare per aiutarla ad uscire una volta per tutte da quella vita di bugie e inganni.

Il regista svedese Björn Runge dipinge un ritratto intimo di quotidiana rassegnazione sulla vita di una donna a un bivio senza ritorno, ma che non può evitare di imboccare.

Jane Anderson adatta ai tempi cinematografici l’omonimo romanzo di Meg Wolitzer, mantenendo la solida critica al sessismo editoriale di quei tempi.

Straordinaria è la performance di Glenn Close, moglie e madre che non vuole sconvolgere i precari equilibri della famiglia, ma non può tacere il comprensibile desiderio di realizzazione personale.

Non da meno è l’ottimo Jonathan Pryce nel ruolo del viscido e insopportabile marito, sanguisuga che si approfitta del talento e la bontà di una donna che non merita.

Abbiamo perciò tanti inganni, tradimenti e come diceva il buon vecchio Padrino, Vito Corleone, ricordatevi che chi si mette contro la Famiglia non fa mai un buon affare.

La favorita (2018)

The Favourite 2018 movie

Come sempre, voglio concludere alla grande con un film di Yorgos Lanthimos, bizzarro e originale regista greco che da anni si distingue per le sue storie uniche e provocatorie.

Il suo cinema esplora temi universali attraverso generi diversi ma una lente surreale e sempre disturbante, come questo dramma in costume che si svolge all’alba del 18simo secolo.

Alla corte reale d’Inghilterra, la regina Anne è una donna malata e insicura, che si affida completamente alla sua amica e consigliera Lady Sarah Churchill per governare il paese e distribuire favori e punizioni tra i suoi sudditi.

Tuttavia, la situazione cambia quando Abigail Masham, una giovane donna che un tempo era stata una nobildonna, si presenta alla corte alla ricerca di lavoro.

Abigail inizia a lavorare come umile cameriera, ma ben presto decide di intraprendere una strategia per spodestare Lady Sarah dalla sua inattaccabile posizione di favorita della regina.

La sua ascesa al potere mette in moto una serie di inganni e manovre personali e politiche, che culminano nella conclusione di questo film che sarà tragica e infelice per praticamente tutti i personaggi.

Lanthimos rimescola con perverso piacere le ombre dietro le luci abbaglianti dello sfarzo e l’eleganza della corte reale, dove si agita il cuore del vero potere della politica.

Niente di meglio per interpretarlo che le splendide Emma Stone e Rachel Weisz, perennemente in lotta per imporre la loro identità attraverso una sfacciata sessualità e una ben più sottile intelligenza psicologica.

Entrambe tramano complotti nell’ombra per avere il favore della bizzosa regina Olivia Colman che giganteggia (letteralmente) in una sofferente e arrogante interpretazione allo stesso tempo.

Molto semplicemente, questo è il miglior film storico che abbiamo avuto negli ultimi anni, dove il perpetuo inganno della politica deve cedere il passo ai più miserevoli e volgari impulsi della natura umana.

Come sempre spero che abbiate gradito i consigli cinematografici di oggi, avendo cercato di inserire davvero ogni genere di esigenza per voi spettatori. Se poi non vi basta e ne volete ancora, non avete che da visitare il mio sito dove ogni giorno ci sono nuovi (e vecchi) film che potreste avere perso nel corso degli anni:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!