Funzionalità preghiera su Facebook: oltre al “like”, l’opzione “ho pregato”

Non è una butade dei soliti burloni affamati di bufale. E’ una novità del più grande social network che prevede la “funzionalità preghiera” per chi prega on line.

E’ nata in tempo di lockdown, in America. L’idea è venuta quando molti istituti religiosi, chiese e comunità religiose, hanno iniziato a creare momenti in streaming di preghiera.

La funzionalità preghiera introdotta da Facebook (per ora solo in America), ha già diviso in due l’opinione pubblica, soprattutto di coloro che sono più coinvolti. Da una parte c’è chi ha accolto questa funzione come utile e addirittura necessaria. Pregare aiuta e la pandemia ha dato non poche occazioni di paura, sgomento, dolore e bisogno di fede. Essere soli in momenti come questi può essere molto difficle e il lockdown ha generato una condizione straordinaria di isolamento. Con molte chiese chiuse, le persone si sono ritrovare a pregare pubblicamente sulla loro bacheca, collezionando “like” e raccogliendo, sotto i post, un gran numero di fedeli che si sono uniti a loro. Stessa cosa per i gruppi e le community.

Un modo per pregare tutti insieme, pur stando lontani.

Dall’altra parte, invece, c’è chi critica fortemente l’idea e la ritiene una spersonalizzazione dell’atto intimo di preghiera.

Ma come funziona?

Funzionalità preghiera: come funziona?

Ovviamente bisogna essere iscritto ad un gruppo religioso. Nel momento iin cui un membro lancia la proposta di pregare insieme per qualcuno malato, defunto o per invocare l’aiuto di Dio, ci si può unire a lui tramite il pulsante “ho pregato”. In questo modo si attiva la “funzionalità preghiera” e si fa sapere al membro che la richiesta è stata ascoltata e che avete pregato per e con lui.

Certo, non mancano le polemiche anche in merito alla privacy. Qualsiasi post può recare informazioni private e alcune possono essere un esca molto ghiotta per i vari inserzionisti che vanno a caccia di utenti per inviare spam e pubblicità commerciali studiate miratamente, dai venditori di Bibbie a quelli che organizzano viaggi religiosi, passando per amuleti e amennicoli simili.

C’è da dire che la funzionalità preghiera piace a diversi reverendi, soprattutto battisti. Alcuni di loro sostengono che sia uno strumento ideale per diffondere la parola di Dio, il Vangelo e, soprattutto, fare rete tra i credenti, unendoli, al di là delle distanze, nel sacro gesto della preghiera.

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”